Attilio Ariosti

( Bologna, 5 Novembre 1666 - 1729/40 c. )

 

Attilio Ariosti 

 

 

Poco si sa di Attilio Ariosti, personaggio trascurato e solitario, ma che può trovare posto senza sfigurare nel gruppo dei compositori italiani Scarlatti, Steffani, Caldara, Bononcini, Lotti. Egli fu autore di eccellente musica strumentale, cantate, oratori e opere, ma sfortunatamente solo alcune sue composizioni strumentali sono state pubblicate in epoca moderna, e solo alcune arie dai suoi lavori drammatici, sacri o profani, compaiono nelle attuali antologie.

Nacque a Bologna il 5 Novembre 1666; ebbe una istruzione musicale che spaziava dal violino, all'organo, ma è noto soprattutto come compositore. Quando nel 1688 prese i voti finendo per far parte dell'ordine dei Serviti, assunse il nome di frate Ottavio: nel 1689 si impegnò nella professione pubblica e negli ordini minori: fu diacono nel 1692, finendo per ricoprire nel 1692 il ruolo di organista nella chiesa dell'ordine di S. Maria dei Servi a Bologna.
In questi anni si dedicò alla composizione di oratori e pastorali, solo dopo si affacciò nel mondo teatrale.
Mantova lo accolse a servizio nel 1696, forse già nel 1695, e assieme al duca si recò nella stagione 1696/1697 a Venezia. Ariosti ebbe una formazione europea, poiché dopo esser entrato in contatto col mondo musicale veneziano, grazie ad accordi fra il duca di Mantova e l'Elettrice di Brandeburgo Sofia Carlotta, si fermò per un lustro (1697/1698 al 1703) presso la corte di Berlino.
Secondo Mainwaring, Handel conobbe Ariosti fin dai tempi del suo soggiorno berlinese nel 1698 (o secondo alcuni nel 1702, ma non vi è certezza sulla data). A Berlino Handel venne a contatto con la musica di affermati maestri italiani come Agostino Steffani e Giovanni Bononcini, ma coltivò dei rapporti soprattutto con Ariosti, cosa confermata anche da Mattheson.
Pare tuttavia che Ariosti fu richiamato dai suoi superiori per cattiva condotta, e per questo fu costretto a lasciare Berlino, trasferendosi a Vienna nel 1703 dove ottenne la concessione di sospendere il viaggio, entrando al servizio dell'Imperatore Giuseppe I, fino al 1709.
Oltre un breve soggiorno in Italia attorno il 1707/1708, tornò in maniera più duratura nel Bel Paese nel 1711: ma la sua cattiva condotta, sicuramente poco edificante, gli procurò sia l'espulsione dall'Austria, sia il bando dallo Stato Pontificio.
Dopo aver visitato la Germania del sud e successivamente a Parigi, giunse a Londra nel 1716, dove risedette per un arco di tempo compreso fra il 1722/1723 e il 1728. Si pensa che Ariosti fu chiamato a Londra dalla Royal Academy proprio dietro interessamento di Handel. La prima testimonianza della sua presenza è datata precisamente con il 12 Luglio 1716: durante una rappresentazione dell'opera AMADIGI di Handel al King's Theatre di Haymarket, Ariosti si esibisce suonando la viola d'amore, il suo strumento prediletto, negli intervalli tra gli atti.
Nel 1719 collaborò con Handel per scritturare nuovi cantanti per la Royal Academy. Poi assieme a Handel e Bononcini, ne divenne uno dei compositori stabili, debuttando nel 1723 con la sua prima opera CORIOLANO, a cui seguirono VESPASIANO, ARTASERSE, DARIO, LUCIO VERO e TEUZZONE.
Il 15 aprile 1721 venne messa in scena una nuova opera, MUZIO SCEVOLA, con un cast di prim’ordine. Si racconta che i dirigenti della Royal Academy per stimolare l’interesse del pubblico organizzarono una specie di gara: i tre atti del libretto dovevano essere musicati dai tre compositori di primo piano: tuttavia Ariosti non se la sentì di gareggiare così apertamente con Handel e Bononcini. Ariosti conosceva Bononcini da quando erano stati entrambi a Berlino: lì egli aveva scritto il libretto per l'opera POLIFEMO del 1702 (GLI AMORI DI POLIFEMO), musicata da Bononcini, che ottenne un grande successo. D’altra parte Ariosti nutriva un sincero affetto, durato tutta la vita, per Handel. Per cui il primo Atto, che doveva musicare, venne assegnato al compositore Amadei.
MUZIO SCEVOLA non raggiunse esiti del tutto sperati: il primo atto, di Amadei, era una povera cosa; il secondo di Bononcini, era gradevole; il terzo, di Handel, era ovviamente superiore ai due precedenti. Indubbiamente era prevedibile che il Muzio Scevola a tre mani avrebbe creare rivalità fra gli autori, ma tutto quel secolo ebbe contese del genere, ed era del tutto naturale che gli organizzatori ricercassero un facile successo impiegando tutti i mezzi a loro disposizione.
Le opere londinesi di Ariosti incontrarono comunque notevole fortuna, e questa sua attività non inibì comunque la passione che nutriva per la viola d'amore.
Il favore di corti e pubblico non ha uno schieramento unanime di apprezzamento. Charles Burney lo definisce come un buon armonista di poca inventiva; per de La Borde era un "uomo molto più dotto che gradevole".
Johann Von Besser ci riferisce il suo apprezzamento per la Sinfonia Infernale dell'ATYS, poiché utilizza delle dissonanze efficacemente, strumentalizzando il tutto a fini descrittivi; secondo poi quanto scrive sulla musica, purtroppo perduta, tratta da LA FESTA DEL HIMENEO e ATYS, vi sono elementi che riconducono lo stile dell'Ariosti sia alla maniera francese di Lully, sia alla maniera italiana di Alessandro Scarlatti.
LA FEDE NE' TRADIMENTI fu la sua prima opera a Berlino, dove mise in scena una storia tutta spagnola cercando di non eccedere con gli interventi soprannaturali.
Il lavoro teatrale in generale di Attilio Ariosti si caratterizza la volontà espressiva realizzata attraverso tempi, agogica e pause in perfetta armonia con la situazione drammatica, salti di intervallo, trilli e vocalizzi che evidenziano le parole o le frasi.
I recitativi puntano più verso il declamatorio.
Il Basso è ricco, in contrappunto con violino e strumenti, o semplice, ma robusto sostegno.
Le arie non sono solo tripartite: Ariosti infatti utilizza anche la forma, più arcaica rispetto il Barocco maturo, bipartita. Frequente l'utilizzo di voce e strumenti che si intrecciano o si alternano utilizzando la tecnica dell'imitazione, con organico compatto oppure a gruppi ristretti seguendo la necessità interpretativa.
Tra gli oratori, LA PASSIONE persegue l'indirizzo iniziato dai librettisti come lo Spagna e dai musicisti come Alessandro Scarlatti: si tende ad eliminare testo, si limitano il numero dei personaggi, fino a 5 di solito, e il coro viene interviene nella vicenda con parsimonia.
Tra le composizioni strumentali di rilievo si deve sottolineare la presenza delle LEZIONI PER VIOLA D'AMORE: queste lezioni sono state composte dichiaratamente da Attilio Ariosti per abituare i violinisti a suonare la viola d'amore: si concretizzano queste lezioni come delle intavolature e sono caratterizzate dalla presenza di tecniche per suonare in scordatura, cosa che accentua il contrasto timbrico fra le corde.
Le LEZIONI PER VIOLA D'AMORE presentano inoltre altri tratti peculiari: arditezza in armonia e modulazione e melodie che iniziano col levare. Le LEZIONI comunque sono molto più sobrie nelle fioriture dei DIVERTIMENTI DA CAMERA, anche se sono strutturati con la forma della sonata, dove alla forma di danza o derivati da essa si intercalano movimenti larghi e andanti.
Numerose composizioni, cantate e altre opere vocali sono conservate in MSS.
Non v'è traccia dei concerti da camera dedicati all'Elettore di Berlino, che una lettera indirizzata al padre generale (9 Dicembre 1699) da Ariosti afferma di essere in corso di stampa in Olanda nel 1699.
Si evidenzia inoltre che presso la Kunglica Musikaliska akademiens bibliotek (Roman Samling) di Stoccolma si trova un manoscritto di mano di Johann Hemlich Roman, che include 57 pezzi strumentali raggruppabili in modo da formare 15 sonate per viola d'amore. 

 

 

Attilio Ariosti

 

 

Composizioni

Opere Teatrali

TIRSI, in collaborazione con Antonio Lotti e Antonio Caldara (libretto A. Zeno, Venezia, 1696) 

ERIFILE (G.B. Neri, Venezia, 1697) 

LA FESTA DEL HIMENEO, azione drammatica in collaborazione con K.F.Rieck (libretto O. Mauro, Berlino, 1700) 

ATYS o L'INGANNO VINTO DALLA COSTANZA, dramma pastorale (Mauro, Berlino, 1700) 

LA FEDE NE' TRADIMENTI (libretto G. Gigli, Berlino, 1701) 

LE FANTOME AMOREUX, atto unico, citato da un diario francese coevo, (Mauro, Berlino, 1701) 

MARS UND IRENE (Ch. Reuter, Berlino, 1703) 

LA GLORIOSA FATICA DI ERCOLE (P.A. Bernardoni, Vienna, 1703) 

IL BENE DAL MALE, trattenimento musicale, Vienna 1704 

I GLORIOSI PRESAGI DI SCIPIONE AFRICANO (D. Cupeda, Vienna, 1704) 

MARTE PLACATO (Bernardoni, Vienna, 1704) 

LA GARA DELLE ANTICHE EROINE NEI CAMPI ELISI (S. Stampiglia, Vienna, 1707) 

IL DANUBIO CONSOLATO (Bernardoni, Vienna, 1707) 

AMOR TRA NEMICI (Bernardoni, Vienna, 1708) 

LA PLACIDIA (Bernardoni, Vienna, 1709) 

TITO MANLIO (M. Noris, Londra, 1717) 

CAIO MARZIO CORIOLANO (N.F.HAYM, Londra, 1723)  

VESPASIANO (A. Morselli, revisionato forse da Haym, Londra, 1724) 

ARTASERSE (A. Zeno, e P. PAriati, revisionato da Haym, Londra, 1724) 

AQUINIO CONSOLO (attribuito ad Ariosti da Chrysander, Londra, 1724) 

DARIO (Zeno, Londra, 1725) 

LUCIO VERO IMPERATORE DI ROMA (Zeno, Londra, 1727) 

TEUZZONE (Zeno, Londra, 1727). 

 

 

intestazione di LA FEDE NE TRADIMENTI di Ariosti 

 

 

Oratori

 

LA PASSIONE (C. Arnoaldi, Modena, 1693; Vienna 1694) 

SANTA RODEGONDA REINA DI FRANCIA (G.B. Taroni, Bologna, 1694) 

LE PROFEZIE DI ELISEO NELL'ASSEDIO DI SAMARIA (G.B. Neri, Bologna, 1704) 

LA MADRE DEI MACCABEI (Vienna, 1704) 

NABUCCODONOSOR (R.M. Rossi o P, A. Bernardoni, Bologna, 1706) 

 

Strumentale

 

DIVERTIMENTI DA CAMERA A VIOLINO E VIOLONCELLO (pubblicato, Bologna 1695)  

SIX CANTATAS AND SIX LESSONS FOR VIOLA D'AMORE (Londra, 1724).

 

 

Ouverture da LA FEDE NE TRADIMENTI di Ariosti

 

 

 

Discografia

 

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The Flowering and Fading of Love
6 Cantate

Laurie Reviol, soprano
Truike van der Poel, contralto
Musica Solara
Naxos (1 CD basso prezzo 2005)

 

 

 

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  A cura di  Arsace & Rodrigo  

 

www.haendel.it

 

Ultimo aggiornamento: 07-01-06