PIAZZA DELLA SIGNORIA

 

 

La piazza

La piazza nasce con il Palazzo Vecchio fra XIII e XIV secolo e si configura fin da subito come spazio dedicato alla vita civile della città. Nel corso del XIV secolo assume grosso modo le dimensioni attuali, grazie all'abbattimento di numerosi edifici privati e di due chiese, e con la costruzione della Loggia della Signoria a ovest e del Tribunale della Mercanzia a nord est.

Gli interventi successivi riguardano soprattutto l'arredo scultoreo e culminano in epoca granducale con la trasformazione della Loggia della Signoria in una sorta di museo all'aperto. La costruzione degli Uffizi alla metà del Cinquecento, crea inoltre una nuova prospettiva in direzione del fiume. La piazza non resta estranea al "risanamento" ottocentesco del centro storico, nell'ambito del quale vengono realizzati interventi stile neo-rinascimentale.

Gli edifici

1. Palazzo Vecchio

Il Palazzo viene edificato tra il 1299 e il 1314 per dare una degna sede ai Priori delle Arti, i rappresentanti delle corporazioni professionali che dal 1282 detengono il Governo della città. Il progetto architettonico è riferito ad Arnolfo di Cambio (1245 ca. - 1302) che negli ultimi anni del XIII secolo è impegnato nei più importanti cantieri fiorentini: il Duomo, Santa Croce e la nuova cerchia di mura. La tipologia dell'edificio reinterpreta con originalità i caratteri delle strutture fortificate medievali e costituisce un modello per i palazzi pubblici toscani costruiti successivamente. In particolare la Torre di Arnolfo, alta 95 metri, presenta un'ardita soluzione architettonica essendo allineata con il ballatoio sporgente. Originariamente il Palazzo doveva presentarsi come un volume a sé, mentre gli ampliamenti successivi si sono addossati alla facciata tergale colmando l'intero isolato fino a via dei Leoni. Al tempo della Repubblica savonaroliana, infatti, l'allargamento del Consiglio del Popolo a cinquecento membri, determina la costruzione del Salone dei Cinquecento sopra il Cortile della Dogana (1495). La saldatura tra i diversi corpi di fabbrica è leggibile sul lato di via de' Gondi, dove il Salone si riconosce per il paramento esterno incompiuto e i grandi finestroni del Cronaca. I lavori più consistenti hanno inizio nel 1540, quando il Granduca Cosimo I de' Medici decide di trasferire la residenza della famiglia ducale dal Palazzo Medici di via Larga a quello che era stato il Palazzo Pubblico. Tuttavia questi interventi riguardano soprattutto gli interni e la nuova parte che affaccia su via della Ninna e via dei Leoni, mentre su piazza della Signoria i nuovi e preziosi ambienti restano celati nella severa mole arnolfiana. L'unica modificazione di rilievo sulla facciata si ha nell'Ottocento con la demolizione dell'aringhiera, un alto parapetto in marmo con sedili, realizzato nel 1323 per le cerimonie ufficiali del Comune.

 

2. Loggia della Signoria o dei Lanzi

La Loggia viene costruita tra il 1376 e il 1381 da Benci di Cione e Simone di Francesco Talenti con funzione di "arengario" coperto, ossia di balcone per arringare la folla durante le cerimonie ufficiali. Dal punto di vista architettonico la costruzione unisce elementi gotici, come i pilastri a fascio e il coronamento traforato, ad elementi di matrice classica come i grandi archi a tutto sesto, secondo la particolare interpretazione fiorentina del linguaggio gotico. Nel corso del Cinquecento la loggia perde l'originaria funzione per divenire una sorta di museo all'aperto delle sculture della collezione medicea. Nel 1555 Cosimo I vi pone il Perseo del Cellini (oggi in restauro) e nel 1585 Francesco I vi colloca il Ratto delle Sabine del Giambologna. Alla fine del Settecento, all'epoca di Pietro Leopoldo di Lorena, viene realizzato un nuovo allestimento con la collocazione nella Loggia di numerose sculture antiche trasferite a Firenze da Villa Medici a Roma. Le successive modificazioni ottocentesche, infine, consolidano l'aspetto di Galleria delle Statue che conserva tuttora.

 

3. Palazzo delle Assicurazioni

Il Palazzo è frutto degli interventi ottocenteschi volti a dare alla città un aspetto grandioso, in linea col ruolo di Capitale del Regno d'Italia. Per questo vengono abbattute alcune piccole case che fronteggiavano Palazzo Vecchio e la chiesa trecentesca di Santa Cecilia. Il Palazzo delle Assicurazioni Generali è costruito su progetto dell'architetto Landi nel 1871 in stile neo-rinascimentale.

 

4. Palazzo Uguccioni

Viene costruito per Giovanni Uguccioni a partire dal 1550 da Mariotto di Zanobi Folfi. L'originale architettura di forme classicheggianti presenta affinità con lo stile tardo rinascimentale romano che hanno fatto pensare ad un disegno di Raffaello o di Michelangelo. L'effetto decorativo della facciata del palazzo, peraltro, è da porsi in relazione con la ristrutturazione di Piazza della Signoria voluta da Cosimo I. Per intercessione del Granduca l'Uguccioni ottiene infatti di poter costruire il proprio palazzo più sporgente rispetto a quelli adiacenti. Il piano terreno a bugnato è sormontato da due ordini sovrapposti di colonne doriche binate. Gli alti piedistalli delle colonne sono finemente scolpiti con le insegne e gli stemmi della famiglia: l'ancora e lo scalandrone, una sorta di doppio rastrello che secondo la tradizione rappresenterebbe la scala usata da un Uguccioni, detto perciò Scalandroni, per assaltare le mura del nemico. Sopra il portone d'ingresso campeggia il busto di Francesco I, fatto apporre da Benedetto Uguccioni in segno di devozione verso il Granduca.

 

5. Tribunale della Mercanzia

Viene costruito nel 1359, sul luogo dove sorgeva il Teatro Romano, per ospitare la sede del Tribunale della Mercanzia. L'istituto, fondato nel 1308, aveva la funzione di dirimere le controversie tra le Arti o tra gli iscritti delle singole Arti. Sulla facciata, in alto, sono le copie degli stemmi delle ventuno Arti più lo stemma del Tribunale della Mercanzia, mentre gli originali si conservano all'interno del Palazzo.

 

Le sculture

Al centro della piazza è il Monumento equestre di Cosimo I de' Medici del Giambologna (1594), in bronzo.

Sull'angolo sinistro della facciata principale di Palazzo Vecchio è la Fontana del Nettuno, opera di Bartolomeo Ammannati e collaboratori (1563-1575), in marmo e bronzo.

Proseguendo verso destra, davanti alla facciata principale di Palazzo Vecchio troviamo:

la copia della Giuditta e Oloferne, scultura bronzea di Donatello conservata all'interno del Museo di Palazzo Vecchio (1455-60 ca)

il David, copia della scultura marmorea di Michelangelo conservata alla Galleria dell'Accademia (1504)

Ercole e Caco di Baccio Bandinelli (1533), in marmo.

Ai lati dell'ingresso principale al Palazzo troviamo i due Termini marmorei, quello maschile di Vincenzo de' Rossi e quello femminile di Baccio Bandinelli che riprendono una tipologia della statuaria classica.

Nella Loggia della Signoria troviamo:

ai lati della scala di accesso due Leoni: quello di sinistra di epoca classica, quello di destra di Flaminio Vacca (XVI sec.);

sotto l'arcata di sinistra il Perseo del Cellini, oggi in restauro, sotto l'arcata di destra il Ratto delle Sabine del Giambologna (1583), in marmo. In secondo piano, da sinistra: Ercole e Nesso del Giambologna (1599), Menelao e Patroclo scultura antica da originale greco del IV sec. a.C., il Ratto di Polissena di Pio Fedi (1866). Lungo la parete di fondo sei antiche statue muliebri.

 

Le feste

Piazza della Signoria, in quanto centro della vita politica della città, è uno degli spazi urbani privilegiati per lo svolgimento di feste, cerimonie e giochi, di carattere sia profano, sia religioso. Ad esempio per la Festa di san Giovanni, patrono della città, prima della cerimonia religiosa in Battistero, in Piazza si celebrava la Festa degli Omaggi. I popoli conquistati da Firenze sfilavano davanti ai Priori delle Arti in epoca Repubblicana, poi davanti al Granduca, e offrivano i loro doni: cere, stoffe preziose e altro. La sera poi la Piazza diveniva il teatro dei fuochi di San Giovanni, che rappresentano ancora oggi l'aspetto più spettacolare e profano della festa dedicata al patrono. Nel Medioevo tutta la città, e in particolare la piazza, veniva illuminata da innumerevoli fuochi; a partire dal XIV secolo, con la diffusione della polvere pirica, l'evento si arricchisce di esplosioni colorate, come testimonia un affresco dello Stradano in Palazzo Vecchio. Nella costruzione della girandola pirotecnica venivano impiegati artisti e ingegneri, tra i quali si distinse il Tribolo, scultore e architetto attivo per i Medici.

La grande piazza era quella preferita per lo svolgimento della Giostra del Saracino, un gioco che ha origine nel Medioevo, al tempo delle crociate, e che allude alla lotta tra il bene e il male, tra cristiani e infedeli. Molto apprezzata tra Cinque e Seicento, la Giostra cade in disuso alla fine del Settecento.

Tutte le più importanti cerimonie legate alla vita della corte medicea, in particolare le nozze dei regnanti o i festeggiamenti in onore di personaggi illustri, avevano luogo in Piazza della Signoria. Per l'occasione venivano realizzati apparati effimeri su progetto dei più importanti artisti fiorentini: tra i più celebri quelli per la visita di Leone X nel 1513 e quelli per le nozze di Francesco I e Giovanna d'Austria.

Una festa particolare è infine la Fiorita che si svolge ogni anno il 23 maggio per ricordare il rogo del Savonarola. Dopo la celebrazione della messa nella Cappella dei Priori in Palazzo Vecchio, i frati domenicani, le autorità comunali e i cittadini scendono nella piazza per spargere petali di fiori sul punto esatto in cui il Savonarola fu impiccato e bruciato. La cerimonia nasce dal fatto che il giorno successivo al rogo il luogo del supplizio fu trovato ricoperto di fiori.

 

L'iconografia

Giovanni Stradano, La festa degli Omaggi in Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio, Sala di Gualdrada.