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Fori Imperiali

L’area archeologica dei Fori Imperiali si estende nel cuore di Roma, lungo l’omonima via, tra piazza Venezia e il Colosseo e confina con il complesso del Foro Romano.

Risalgono alla seconda metà del II millennio a.C. le più antiche tracce della presenza umana individuate dagli scavi recenti nell’area dei Fori Imperiali e, più precisamente, in quella corrispondente al futuro Foro di Cesare.

Forica

La necessità di rinnovare le strutture amministrative e giudiziarie più antiche e di adeguarle alla nuova dimensione della città fu il pretesto che Giulio Cesare utilizzò per portare a termine una brillante iniziativa di auto-rappresentazione realizzando uno dei maggiori complessi architettonici dell’epoca e legandolo indissolubilmente al suo nome e a quello della sua famiglia: la gente Giulia.

Nel 42 a.C., alla vigilia della battaglia di Filippi contro la coalizione dei cesaricidi, il giovane Gaio Ottaviano fece voto solenne di edificare in caso di vittoria, un tempio a Marte Vendicatore (Ultore).

Nel 71 d.C., dopo la vittoriosa repressione della rivolta giudaica, l’imperatore Vespasiano decretò la costruzione di un tempio dedicato alle Pace che fu terminato nel 75.

Dopo la costruzione del Templum Pacis, ultimato nel 75 d.C., rimaneva un ampio spazio rettangolare di mt. 45 x 170, tra questo e i precedenti complessi realizzati da Augusto e Cesare, occupato da edifici più antichi e di carattere commerciale (unici sopravvissuti dell’antichissimo quartiere dell’Argiletum) e dagli ingombranti perimetri delle due gigantesche absidi meridionali del Foro di Augusto.

Nello spazio compreso tra l’estremità orientale del foro di Traiano e quella settentrionale del Foro di Augusto si trova uno svettante edificio al quale fu sovrapposta, nella seconda metà del XV secolo, l’elegante Loggia dei Cavalieri di Malta, insediati nell’area dal XII secolo.

Negli anni compresi tra il 95 e il 105 d.C., fu avviato un grande intervento di trasformazione dell’assetto orografico della valle dei Fori, nella quale non vi era più spazio disponibile per realizzare nuove costruzioni, tramite l’asportazione del declivio del Quirinale che la sbarrava verso nord per un totale di circa 300.000 mc di materiale rimosso.

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