Anno 2005

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Libri. Teseo Tesei e gli Assaltatori della Regia Marina, di Gianni Bianchi

Dario Guerrini, 13 dicembre 2005

"Maggiore è imperativo che la carica esploda alle ore 4.30, al massimo alle 4.41 se lei ha fallito dovrò dar ordine agli altri di far saltare il ponte". Con queste parole il comandante Vittorio Moccagatta congedò il maggiore Tesei, che a sua volta rispose: "Non si preoccupi comandante, a costo di spolettare a zero, alle 4.30 l’ostruzione salterà". Così descrive Gianni Bianchi il commiato tra i due componenti del gruppo destinato alla missione di forzatura del porto grande di La Valletta, nell’isola di Malta, nella notte tra il 25 e 26 Luglio 1941.

Gianni Bianchi è l’autore del libro "Teseo Tesei e gli assaltatori della Regia Marina" presentato sabato 3 dicembre nella sala congressi di Palazzo Rettaroli a Marina di Massa. Erano presenti, tra gli altri: l’ammiraglio Carlo Picchi (autore della prefazione, già comandante dei subacquei incursori della Marina nonché dell’unità che recuperò anni orsono i resti dei Caduti del sommergibile Scirè, nella baia di Haifa); Antonio Brustenga (presidente degli incursori in congedo); Franco Migliari (presidente dell’Associazione nazionale marinai d’Italia di Massa); il dr. Domenico Mannino (prefetto della Provincia di Massa).

L’azione di Tesei, che seguiva una precedente annullata poco prima dell’attacco per sopravvenute avarie, fu preparata con più margini e diversificazione di mezzi. In questa era stato previsto il meglio: c’era Tesei con i suoi "maiali". Il suo compito era di raggiungere sott’acqua il ponte di S.Elmo (Breakwater Viaduct), adiacente all’imboccatura del porto. Al ponte era appeso un sipario di robuste reti d’acciao che formavano uno sbarramento invalicabile. Aprire un varco tra quelle reti avrebbe permesso ai barchini esplosivi, pilotati dal gruppo di superficie che sarebbe intervenuto subito dopo, di guadagnare un diretto e veloce accesso al porto.

Il barchino esplosivo era costituito da un potente motoscafo carico di esplosivo e lanciato contro il bersaglio, in prossimità del quale il pilota bloccava il timone e si gettava in mare cercando di guadagnare la riva e nascondersi. Scopo ultimo della missione era riuscire a colpire con i barchini le navi del nemico protette nel porto. Primo obiettivo era invece quello di creare a sorpresa un varco d’accesso nel quale farli passare. Ma la missione fallì, persero la vita complessivamente 15 militari, tra i quali lo stesso maggiore Tesei e il suo secondo Alcide Pedretti, al quale poco prima dell’attacco aveva chiesto: "Alcide sei d’accordo?" La risposta dell’eroico lunigianese di Comano gli tolse ogni dubbio: "Maggiore, sono stato con lei ad Alessandria, a Gibilterra e ci rimarrò anche stavolta, costi quel che costi".

Il libro di Gianni Bianchi esplora le varie ipotesi sulla sorte di Tesei, alcune basate su una testimonianza degli artiglieri della difesa del porto, secondo la quale avrebbero colpito un bersaglio a pelo d’acqua; forse era proprio il mezzo di Tesei che si dirigeva verso il ponte in emersione, avendo perso la direttrice di marcia prevista. Si era infatti intrattenuto a riparare inutilmente il mezzo subacqueo del secondo equipaggio della missione e ciò gli rallentò la marcia e lo disorientò per effetto della deriva della corrente, tanto da decidere di riemergere per tentare l’avvicinamento a vista.

I piloti dei barchini non trovarono il varco aperto, eseguirono allora gli ordini ricevuti lanciandosi ugualmente contro la rete, i primi avrebbero aperto il varco agli altri. Ma l’effetto fu tale che l’intero ponte crollò, impedendo ogni possibilità di passaggio ed esponendo i barchini rimasti alla reazione del nemico. Nel 1966, dragando il porto di La Valletta, fu recuperato dal fango un “maiale” con ancora la carica intatta, La Royal Navy lo rimorchiò al largo dove lo fece brillare.

Teseo Tesei nacque a Marina di Campo, isola d’Elba, entrò nell’Accademia di Livorno nel 1925, all’età di 15 anni. Dal 1931 frequentò la scuola di ingegneria navale a Napoli dove si laureò a pieni voti. Il libro di Bianchi raccoglie numerose informazioni ed episodi poco noti che ne fanno comprendere la forza d’animo e, leggendo le sue ultime lettere alla famiglia, l’attaccamento alla Patria e alla Bandiera.

Il libro intitolato all’eroe elbano è anche un’antologia di un più vasto scenario di uomini e mezzi, delle storie delle loro imprese, degli studi, esperimenti e utilizzo di dispositivi innovativi. L’inferiorità quantitativa e talvolta qualitativa dell’impianto bellico marittimo rispetto a quello avversario era ben nota a Tesei e ancor prima al suo comandante, Vittorio Moccagatta. Questa consapevolezza suggerì la strategia degli attacchi a sorpresa contro navi nemiche al sicuro nei porti, che avrebbe prodotto un effetto pari a quello di forze convenzionali e con maggior dispendio di risorse umane e materiali.

Tesei è ricordato soprattutto per l’idea del siluro a lenta corsa (Slc) detto “maiale”, che insieme a Toschi progettò e costruì in una segreta officina alla periferia di La Spezia. Tra le altre idee concepì e valutò con prove preliminari di impatto sul ghiaccio compresso, l’idea di attraversare la calotta polare sott’acqua, anticipando quando avvenne 30 anni più tardi ad opera del sottomarino statunitense Nautilus.

La lungimiranza di Tesei non ottenne sempre adeguate attenzioni. E’ opinione degli storici che, se avesse condotto le sperimentazioni con maggior anticipo e cioè a ridosso delle sue intuizioni, avrebbe potuto realizzare soluzioni capaci di condizionare fortemente gli sviluppi della guerra nel Mediterraneo. Il libro di Bianchi su Teseo Tesei interrompe un silenzio editoriale di alcuni decenni. E’ una puntuale raccolta di dati, foto, documenti e testimonianze degli stessi che lo conobbero, compagni di lavoro e reduci delle missioni in esso rievocate.

Chi lo desidera, può acquistare il libro per corrispondenza richiedendolo all’autore: Gianni Bianchi, Via della Repubblica 117, 54037 Marina di Massa, tel. 0585 252911, cell 328 540 5547

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