Sin dal primo numero di Jesus (uscito, come programmato, nel gennaio del '79 con una grossa campagna di stampa che suscitò scalpore per un Gesù “in giacca e cravatta”, per segnalare subito l’attenzione all’oggi della fede) , sin dal primo numero, dunque, Messori pubblicò una “puntata” di quei dialoghi su Gesù che confluirono poi nel volume dal titolo Inchiesta sul cristianesimo. Inchiesta davvero a tutto campo, realizzata con un incontro e un dialogo approfondito con famosi agnostici, atei, cattolici di ogni confessione, credenti di altre religioni.
Una straordinaria “mappa” delle ragioni per credere e di quelle per dubitare, nel confronto personale, diretto, con i grandi nomi della fede e della incredulità.
Nei 22 anni, fino ad oggi, in cui ha collaborato con Jesus, il nostro vi ha sempre curato dei “cicli”, diluiti mese per mese, che sono poi confluiti in libri. Dopo i Dialoghi su Gesù, fu la volta, per anni, de Il caso Cristo, da cui vennero i due volumi Patì sotto Ponzio Pilato? (1992) e Dicono che è risorto (2000), tradotti, ovviamente, in molte lingue.
Venne poi il lungo tempo del Taccuino mariano che, nonostante i solleciti pressanti di numerosi editori, Messori non si è deciso ancora a pubblicare. Dopo di che, fu la volta degli Incontri, con i responsabili degli ordini e delle congregazioni religiose, per individuare, attraverso la loro testimonianza, opportunità e problemi della Chiesa in questi decenni postconciliari.
Da poco, poi, è iniziata La bussola che intende prolungare la celebre rubrica Vivaio di Avvenire, che è ripresa sul mensile Il Timone, pochi anni dopo.
Dice lo scrittore: "Trovo molto utile, per me e –spero anche per il lettore, questa formula di anticipare sulle pagine di un giornale i capitoli dei miei saggi in costruzione. Quando si tratta, in effetti, di passare al libro, posso rielaborare e completare il materiale anticipato, valendomi di ulteriori studi e riflessioni e, soprattutto, del contributo dei lettori che criticano, elogiano, collaborano. Se rispondo a tutti è anche per gratitudine: questo dialogo continuo, iniziato col primo libro stesso (dove mettevo l’invito a scrivermi) è talvolta faticoso ma molto produttivo".
Accanto, però, al lavoro per Jesus, Messori continuava la riflessione per un seguito a Ipotesi su Gesù. Lo straordinario successo aveva naturalmente indotto i maggiori editori, non solo cattolici ma anche laici, a fare pressioni per avere un nuovo libro da lui.
E, invece, seguirono sei anni di silenzio e di rifiuto non solo di ogni proposta editoriale ma anche di impegno nella redazione o, talvolta, nella direzione di importanti giornali. Anni pure di rifiuto (che sarà poi costante, interrotto solo da ben poche eccezioni, rispetto alla quantità dei solleciti e delle richieste) di una presenza televisiva, spesso a livello di gestione di trasmissioni o di spazio personale.
"Quello che mi interessava era continuare la mia ricerca sulle ragioni della fede. Intendevo continuare il programma che, sin dall’inizio, mi ero proposto, senza farmi condizionare dalle proposte che mi arrivavano da tutte le parti. Volevo, cioè, cercare di rispondere alla domanda, semplice o terribile, che sorge davanti al vangelo: ‘E’ vero o non è vero?‘.
Dopo avere riflettuto sul dossier di notizie storiche di cui disponiamo su Gesù Cristo, era il momento di confrontarsi con la credibilità , con la verità del suo messaggio: che è un annuncio di vita eterna aperta a tutti. E’ questo il cuore del Vangelo, che non a caso è tutto basato sulla vittoria di Gesù sulla morte: una risurrezione che è speranza per tutti che la morte non sia l’ultima parola e che questa nostra vita terrena non sia che un prologo della vita vera, quella che tutti attende nell’eternità.
Una fede che non guardi all’aldilà, pur prendendo radicalmente sul serio la storia, finisce per essere superflua e diventare un umanesimo filantropico, un volontariato, un impegno socio-politico".