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Il "nuovo" museo nazionale dell'automobile

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Inaugurazione del nuovo museo dell'automobile

Torino, 8 marzo 2011. A pochi giorni dall'apertura ufficiale del 19 marzo 2011 alla presenza del Presidente della Repubblica, in occasione dei festeggiamenti del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, il Museo Nazionale dell'Automobile di Torino svela i suoi segreti in anteprima, riaprendo le sue porte dopo quattro anni di lavori di ristrutturazione ed ampliamento degli spazi. Il museo cambia il suo volto, ma soprattutto cambia la sua impostazione e la sua mission: non una semplice ristrutturazione architettonica ma un intervento che mira a posizionare in modo dinamico e interattivo la nuova realtà museale all'interno del cammino culturale italiano. Il suo aspetto, contemporaneo e avveniristico, è stato ideato e progettato dall'architetto Cino Zucchi e l'innovativo spazio espositivo è firmato dallo scenografo François Confino, che a Torino ha già allestito il Museo nazionale del Cinema. L'investimento complessivo del Museo ammonta a 33 milioni di euro, di cui 22 milioni destinati alla ristrutturazione dell'edificio e 11 milioni agli allestimenti interni. Gli spazi del Museo, quasi raddoppiati passando dagli 11.000 mq della struttura originale agli oltre 19.000 mq di quella attuale, raccontano la storia dell'automobile insieme alla storia di una cultura e di una società attraverso un percorso unico al mondo per linguaggio e per patrimonio.

Al vertice del Museo Nazionale dell'Automobile di Torino il Presidente, Giuseppe Alberto Zunino, il Vice Presidente, Fiorenzo Alfieri e il Direttore Rodolfo Gaffino Rossi.

«Il nuovo Museo è un patrimonio per il territorio e per il panorama culturale italiano. L'equilibrio dato al complesso architettonico tra le parti esistenti della struttura originaria e le parti nuove, rende il progetto del nuovo Museo dell'Automobile innovativo e organico - commenta il Presidente Zunino - Nel nuovo Museo la vettura diventa un oggetto straordinario in uno scenario suggestivo "ricreato" dall'immaginazione di chi lo possiede: le auto della collezione vengono "messe in scena" e raccontano i grandi avvenimenti culturali e sociali del periodo. A ciò si aggiungono una scenografia sonora e una serie di effetti speciali che rendono l'esposizione emozionale e interattiva».

«Tre sono i concetti che fondano il restauro e l'ampliamento del Museo: l'apertura del piano terra alle viste sulle colline e sul Po, creando un nuovo spazio pubblico protetto dallo spalto verde e ben connesso con la città; la copertura della corte esistente e la sua trasformazione in un luogo per eventi abbracciato da una sinuosa pelle in alluminio forato; l'unione tra parti nuove ed edificio esistente attraverso un nastro di vetro serigrafato che segue l'andamento dei volumi trasformandoli in una grande "quinta urbana", interpretazione contemporanea dei prospetti continui delle strade del centro - racconta l'arch. Cino Zucchi, autore del progetto architettonico - Crediamo che il progetto di riforma abbia trovato una sintesi felice tra la valorizzazione dell'edificio di Amedeo Albertini e le necessità spaziali e comunicative di un museo contemporaneo, vivo e aperto alla città a tutte le ore del giorno. La continuità tra spazi interni ed esterni crea viste inattese, facendo dialogare tra loro la maglia urbana a ovest, la visione veloce dalla parkway di corso Unità d'Italia e il paesaggio delle colline».

«Il fenomeno "automobile" appare come una delle espressioni più significative della nostra civiltà - spiega lo scenografo François Confino - L'auto è cultura, e ciò nel vero senso antropologico del

termine. Più che esporre semplicemente le sue auto, il Museo vuole raccontare al visitatore la "leggenda" dell'automobile: una storia nella quale personaggi e situazioni reali si mescolano a personaggi e situazioni nate dall'immaginazione dello scenografo. Tale intreccio di realtà e finzione ha il compito di far riflettere su temi e problemi contrastanti legati all'uso dell'automobile, come la passione ed i suoi eccessi, il fascino ed i pericoli, gli effetti nocivi sull'ambiente e le virtualità positive della mobilità, il connubio fra tecnica e arte».

L'inaugurazione del Museo Nazionale dell'Automobile assume un'importanza ancor più significativa per Torino e per l'Italia: 150 anni fa veniva istituita nel capoluogo piemontese la prima capitale del neonato stato italiano, dove vi rimase fino al 1865. 51 anni fa nasceva il primo Museo Nazionale dell'Automobile di Torino, che oggi riapre per essere il museo di tutti, dedicato non solo agli appassionati ma anche alle famiglie, ai giovani, ai turisti, ai curiosi. Un'esperienza che racconta l'intero percorso dell'automobile, dalla produzione all'uso come mezzo di trasporto di massa, diventato il simbolo del più importante settore produttivo e industriale nazionale.

Torino capitale italiana dell'automobile: dall'industria al design, dalla progettazione all'ingegnerizzazione, dai centri di ricerca alla produzione. Per il capoluogo piemontese l'automobile non è solo un fatto produttivo ma un fenomeno culturale e sociale valorizzato ed espresso nella trasformazione del Museo.

Il Museo, vanta una delle collezioni più rare ed interessanti nel suo genere con quasi 200 automobili originali di 80 diverse marche dalle prime vetture a vapore del 1769 alle più recenti fino al 1996.

All'esposizione museale si aggiungono uno spazio eventi, un centro congressi, un centro di documentazione oltre al centro didattico, al bookshop e alla caffetteria e ristorante.

Dal 20 marzo 2011 il Museo sarà aperto il lunedì dalle 10 alle 14; il martedì dalle 14 alle 19; il mercoledì, il giovedì e la domenica dalle 10 alle 19; il venerdì e il sabato dalle 10 alle 21.

Il costo del biglietto è: intero 8 euro, ridotto 6 euro, scuole 2,50 euro.

La rinascita del Museo e il progetto di ristrutturazione

Nei 19.000 mq del nuovo Museo, l'interno e l'esterno si fondono in un unico progetto sinergico in cui le due parti si completano a vicenda. La ristrutturazione architettonica esterna è stata affidata all'architetto Cino Zucchi, che tra gli altri progetti ha ridisegnato l'area Alfa Romeo-Portello a Milano conseguendo una menzione alla Medaglia d'oro all'architettura Italiana 2009, mentre l'allestimento interno è firmato dallo scenografo franco-svizzero François Confino, celebre per aver predisposto nel 1977 a Parigi la mostra inaugurale del Centre Pompidou e che a Torino ha già allestito il Museo Nazionale del Cinema. Le scenografie del nuovo museo sono originali, supportate da un'illuminazione dinamica e da numerose proiezioni di filmati e documentari.

Il museo: una storia lunga 70 anni

Il Museo dell'Automobile nasce a Torino nel 1932 da un'idea di due pionieri del motorismo nazionale, Cesare Goria Gatti e Roberto Biscaretti di Ruffia e figura tra i più antichi Musei dell'Automobile del mondo. Fu Carlo Biscaretti di Ruffia (figlio di Roberto) a legare indissolubilmente il proprio nome al Museo Nazionale dell'Automobile di Torino: fu lui ad idearlo, radunarne la collezione iniziale, battersi per farlo nascere e adoperarsi tutta la vita per dargli una sede dignitosa. Nel 1956 l'A.N.F.I.A. (Associazione Nazionale fra Industrie Automobilistiche ed Affini) e la Famiglia Agnelli, con il pieno assenso del Comune di Torino, decisero di promuovere la costruzione di una sede permanente in corso Unità d'Italia. Con rogito notarile del 22 febbraio 1957 fu costituito il Museo dell'Automobile di Torino. La sede storica fu progettata dall'Architetto Amedeo Albertini, sulla sponda sinistra del Po a poca distanza dal Lingotto. L'edificio, i cui lavori iniziarono nell'aprile del 1958 e si conclusero nell'autunno del 1960, rappresenta un raro esempio di architettura moderna. Il museo fu ufficialmente inaugurato il 3 novembre del 1960 ed intitolato alla memoria del suo primo Presidente, Carlo Biscaretti di Ruffia.

Oltre il museo

In sintonia con molti esempi europei contemporanei e con una vocazione internazionale, il nuovo Museo Nazionale dell'Automobile di Torino vuole riposizionarsi a pieno titolo come punto di riferimento nella vita cittadina e culturale di Torino e del territorio, che in questi ultimi anni hanno dimostrato particolare vivacità e coraggio intellettuale, oltreché imporre la moderna immagine del museo quale luogo da vivere e non solo da visitare. Le funzioni propriamente espositive del museo saranno integrate da una serie di attività complementari quali uno spazio eventi, un centro congressi, un centro di documentazione, un centro didattico, il bookshop e la caffetteria e il ristorante. A ciò si aggiunge un rinnovato bisogno di intensificare la missione didattica e di servizio documentario, che il museo riconosce come cruciale, e dare un nuovo senso alla collezione, moltiplicandone i significati e inserendola all'interno della storia del Novecento, non solo italiano ma anche europeo.

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