LA STORIA DEL “CABASSI”

DAL FORO BOARIO AL CAMPO DI SAN NICOLO’

Il campo di San Nicolò utilizzato dal 1919 a 1928

Il glorioso stadio “Cabassi” di via Carlo Marx non è la casa originale del Carpi. La Jucunditas, infatti, nel 1909 disputa le sue prime gare al campo del Foro Boario, fuori porta Mantova, un campo di gioco ottenuto adattando lo spiazzo usato fuori le mura. Prima di ogni gara il campo veniva recintato nella zona dell’entrata con tavole di legno, livellato, pulito dai residui del mercato del giovedì e segnato a  mano con il gesso, risultando all’incirca di 100 metri per 55 di larghezza. La baracca di legno che normalmente serviva per gli attrezzi del mercato durante la gara diventava quella degli spogliatoi, le porte venivano montate e smontate prime e dopo la gara, per evitare che venissero portate via.

Dopo il primo conflitto bellico la società  diventa AC Carpi e cambia campo: con l’atterramento delle mura di fronte alla chiesa di San Nicolò per dare lavoro ai reduci, si riempie il fossato davanti alla chiesa e nasce il nuovo campo di San Nicolò che per un decennio sarà  il teatro delle gesta dei biancorossi. Il terreno, ricavato da una gettata di terra vergine sui rottami utilizzati per ricoprire il fossato, è eccellente ma l’eccessivo drenaggio lo rende di difficile praticabilità . Viene recintato con tavole di legno costruita una tribuna pure di legno per tutta la lunghezza del campo. Viene inaugurato nella stagione 1919-20 e lo si utilizza fino al campionato 1927-28, quando iniziano i lavori per il colossale impianto sportivo cittadino voluto dall’amministrazione comunale.

IL POLISPORTIVO INTITOLATO A PAPOTTI E POI A CABASSI

Una veduta del Polisportivo inaugurato il 14 ottobre 1928

Una veduta del Polisportivo inaugurato il 14 ottobre 1928

Il 14 ottobre del 1928, in piena epoca fascista, dopo due anni di lavori (e un costo di oltre un milione di lire dell’epoca) viene inaugurato il campo del nuovo Polisportivo Comunale fuori Porta Modena, che è poi l’attuale stadio “Cabassi”, con la prima gara ufficiale , anche se l’inaugurazione vera in pompa magna avverrÃà solo il 21 ottobre: per l’epoca si tratta di una struttura imponente che nemmeno Modena o altre città  limitrofe emiliane possono vantare. Viene intitolato a Mario Papotti ( un ragazzo deceduto durante la guerra civile di Spagna) e solo nel secondo dopoguerra assumerà il nome di Sandro Cabassi, un giovane partigiano fucilato a Modena.

Le diatribe per dare prevalenza a una o all’altra disciplina che convivono nel nuovo impianto ( ciclismo, atletica leggera, e ginnastica artistica), però, fanno sì che il Polisportivo sia un ibrido: fuori misura la pista di cemento che, pensata un pò pista per i ciclisti e un pò pista per i motori, finisce per rubare centimetri preziosi alla pista di atletica e al campo di calcio, eccessivamente ridotti. Le cronache del tempo ricordano che quando viene inaugurato non è ancora finito, mancando infatti almeno 10 centimetri per completare l’anello in cemento, la tribuna è in legno e sono molto risicati i servizi igenici e gli spogliatoi.

Per avere la tribuna coperta bisognerà aspettare il 1938,  e il 1945 per avere acqua corrente con docce calde e fredde e relativi servizi igenici. Dalla sua inaugurazione e fino al 1945 è Armando Pagliani, campione di podismo negli anni 1919-20, il direttore del Polisportivo che per tanti anni ospita le più importanti gare della zona di varie discipline. La pista ciclistica venne completata solo un anno dopo e nel ‘29 le due società  carpigiane, Pedale Carpigiano e Nicolò Biondo, organizzano i Campionati Italiani. Il 19 febbraio del 1931 a Carpi sbarca anche la Nazionale azzurra di Vittorio Pozzo, che batte a fatica (3-1) una mista fra Carpi e Modena. Il Polisportivo è stracolmo, ed è stata anche eretta per l’occasione una tribuna provvisoria sul rettilineo dell’entrata e la gente si accalca fin sulla pista di atletica. Le misure errate della pista in cemento per il ciclismo sconsiglieranno in futuro l’organizzazione di nuovi eventi di rilievo nell’impianto carpigiano, dove è il Carpi a richiamare gente quando nel ‘74 festeggia la promozione in C giocando due amichevoli di lusso con Inter e Cesena.

La tribuna gremita del Polisportivo intitolato prima a Papotti e poi a Cabassi

La tribuna gremita del Polisportivo intitolato prima a Papotti e poi a Cabassi

L’attuale stadio “Cabassi” è la versione moderna del vecchio Polisportivo Comunale, anche se ovviamente negli anni è stato ampliato, in corrispondenza con il salto del Carpi in pianta stabile in serie C. Da subito vengono realizzate le due tribune  laterali in tubolari, recentemente ristrutturate, e quindi le strutture metalliche delle curve che ospitano la tifoseria biancorossa e quelle avversarie fino alla discesa nei dilettanti. Nei primi anni ‘90 viene realizzata la nuova tribuna distinti scoperta (al posto di quella piccola che c’era in precedenza) e quindi rinnovata la tribuna stampa, che un tempo era un gabbiotto piccolo e chiuso. L’ultimo maquillage è quello dell’ estate del 2009, dovuto alla volontà della nuova società  nata dalla fusione con la Dorando Pietri di rinnovare il “Cabassi”: sotto la direzione di Irio Rinaldi si provvede al riposizionamento delle sedute della tribuna centrale, inserendo alcune poltroncine rosse a formare la scritta CARPI e alla messa a norma degli spogliatoi e della zona tunnel di ingresso dei giocatori al campo. A pieno regime, quindi con l’utilizzo anche delle due curve (a tutto il 2010 però non ancora agibili), lo stadio ha una capienza di 4760 posti. Negli ultimi anni non sono mancate le proposte di costruire un nuovo stadio alla prima periferia di Fossoli. Intanto però il vecchio e amato “Cabassi” ha da poco festeggiato gli 81 anni di onorato servizio.

La tribuna centrale col nuovo look rinnovato nel 2009

La tribuna centrale col nuovo look rinnovato nel 2009

Il tunnel d'ingresso al campo rinnovato nel 2009

Il tunnel d'ingresso al campo rinnovato nel 2009

Capitolo dal libro di Davide Setti “Carpi FC 1909-2009 cento anni in biancorosso”, Ed. Sigem

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