Stemma

STEMMA EPISCOPALE DI MONSIGNOR GIUSEPPE MERISI
VESCOVO DI LODI

 

2stemma.jpgCon la sua nomina a Vescovo ordinario della Diocesi di Lodi monsignor Giuseppe Merisi, secondo un'antica tradizione della Chiesa, risalente alla fine del XIII secolo, ha assunto un proprio stemma episcopale. La composizione è opera di Emanuele Colombo di Comazzo, considerato uno tra i più autorevoli esperti di araldica ecclesiastica, mentre la realizzazione grafica è stata affidata al celebre artista araldico bresciano Marco Foppoli. Nell'ideazione dello stemma l'autore, tenendo conto delle indicazioni del committente, ha pienamente rispettato i più recenti orientamenti della Chiesa in materia. Secondo le prescrizioni della Segreteria di Stato Vaticana, infatti, lo stemma ecclesiastico deve unire alla semplicità grafica e al rispetto delle regole araldiche, un preciso messaggio legato al ministero del suo titolare.
Nello stemma di monsignor Merisi è raffigurato un braccio d'argento, vestito con una tunica, che stringe nel pugno tre spighe di grano d'oro. Il riferimento iconografico è relativo alla mano del sacerdote che presenta al Padre il "frutto della terra e del lavoro dell'uomo" che, nell'Eucaristia, diviene il Corpo di Cristo. In questo modo il messaggio che lo stemma vuole trasmettere è il sacramento dell'Eucaristia, "centro della vita della Chiesa particolare" (CCC, 893), sacramento attraverso il quale il Vescovo "è il dispensatore della grazia del supremo sacerdozio" (LG, 25).
Oltre alla valenza eucaristica, la figura della spiga è anche un esplicito richiamo alla tradizione e alla vocazione agricola della terra lodigiana. I colori argento, oro e rosso, invece, rimandano agli elementi cromatici degli stemmi delle due città nelle quali monsignor Merisi è stato chiamato a svolgere il ministero episcopale: prima Milano (che ha nello stemma una croce rossa in campo argento) e quindi Lodi (con la croce rossa in campo d'oro). Particolare, poi, la simbologia che si trova nella parte superiore dello scudo, detta "capo": in essa si vedono tre lacrime azzurre in campo argento. Esse sono un omaggio alla personale devozione del Vescovo verso la Madonna delle Lacrime, patrona di Treviglio, venerata nell'omonimo santuario della città natale del Vescovo, nel quale egli ha anche ricevuto l'ordinazione presbiterale.
L'argento (o bianco) e l'azzurro sono poi i tradizionali colori dell'Assunta alla quale è dedicata la Cattedrale di Lodi. Lo stemma reca i contrassegni esteriori propri dei vescovi, vale a dire il cappello prelatizio verde ornato con dodici fiocchi (sei per lato) e la croce processionale "accollata" (ossia posta dietro) allo scudo. Completa lo stemma il motto latino, frase programmatica alla quale solitamente vuole ispirarsi il ministero episcopale, che monsignor Merisi ha tratto dalle parole che Gesù, nel Vangelo di Giovanni (15,15), rivolge ai suoi discepoli: "vos autem amicos dixi", ossia: "vi ho chiamato amici".

Luca Marcarini

  
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