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Anno

Squadra

Serie PT RT
1957-58 Roma A
2
-
1958-59 Sambenedettese B
27
6
1959-60 Parma B
37
8
1960-61 Roma A
19
3
1961-62 Roma A
34
5
1962-63 Roma A
26
6
1963-64 Juventus A
26
6
1964-65 Juventus A
27
11
1965-66 Juventus A
28
6
1966-67 Juventus A
33
11
1967-68 Juventus A
20
5
1968-69 Juventus A
10
1
1969-70 Brescia A
23
6
1970-71 Cagliari A
13
-
Dati anagrafici
Cognome Menichelli Nome Giampaolo
Nato a Roma Data 29/06/1938
Altezza 1,70 Peso 70
Esordio 9/2/58, Padova-Roma 3-0 Ala Ala
Nazionale
Pt
Rt
 Esordio
 9
 1
05/05/1962
Italia-Francia 2-1

 

Quando fa il suo esordio in Nazionale, il vecchio Vittorio Pozzo esclama: "Finalmente rivedo una vera ala". E in effetti, Menico, come viene affettuosamente ribattezzato dalla tifoseria, ha tutto dell'ala vecchio stampo: guizzante, veloce nella progressione, i suoi arresti improvvisi mandano fuori equilibrio il diretto avversario e, a quel punto, ne approfitta per cambiare direzione, puntare a rete o crossare per il compagno meglio piazzato. Tecnica sopraffina, ma soprattutto una tendenza a non giocare per sé stesso, ma a mettersi a disposizione della squadra che ne fanno un giocatore vero. Viene scoperto da Enzo Petrucci al campo Roma di Via Sannio e immesso nelle minori giallorosse, che in quegli anni sfornano campioncini uno dietro l'altro. Lui è tra quelli che si fanno subito notare, anche se per trovare posto in squadra, vista la concorrenza dei vari Ghiggia, Selmosson e Lojodice deve fare i salti mortali. Dopo l'esordio nella massima serie, la società lo manda per un paio di stagioni a farsi le ossa in serie B, con la Sambenedettese prima e il Parma poi. Tornato alla base viene lanciato in pianta stabile in prima squadra da Foni e confermato da Carniglia, che ha bisogno di ali per il suo gioco arioso. Menichelli dimostra di saperci fare e di non temere il confronto con le vecchie volpi della massima serie, tanto da esplodere letteralmente nel 1961-62. Proprio quella è la stagione della sua consacrazione e alla fine di quella annata, arriva alla maglia azzurra, che merita ampiamente. Nell'estate del 1963, anche lui, come succede del resto ai migliori prodotti romanisti di quegli anni, è costretto ad emigrare a causa del dissesto delle casse sociali provocato da Marini Dettina con l'acquisto di Sormani. Se lo assicura la Juventus, ove diventa un punto fermo e continua a sciorinare i suoi pezzi di bravura al servizio dei compagni. Sette stagioni in bianconero, durante i quali diventa un beniamino della tifoseria juventina e poi gli ultimi lampi con le maglie di Brescia e Cagliari, prima del ritiro.

 

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