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Archivio di luglio, 2004

Kerry for President. La sedia vuota dell’arcivescovo

Postato in General il 27 luglio, 2004

Rompendo con la tradizione, il partito democratico americano non ha invitato l’arcivescovo di Boston a benedire la convenzione riunita in questa città per lanciare John F. Kerry nella corsa alla presidenza degli Stati Uniti.

E l’arcivescovo, Sean P. O’Malley, non s’è lamentato proprio. Ha fatto sapere d’essere impegnato fuori città.

Invece, il partito democratico ha invitato padre John B. Ardis, direttore del Centro Paulista di Boston presso il quale Kerry e la moglie, entrambi cattolici, vanno di solito a messa.

Perché la questione è tutta qui. Kerry sostiene su aborto, eutanasia, eccetera, posizioni che sono in contrasto con la dottrina della Chiesa e che, a rigore, gli impedirebbero di ricevere la comunione.

Negli Stati Uniti alcuni vescovi e preti sono per negare la comunione a Kerry; altri, come padre Ardis, gliela danno volentieri; e altri ancora, come l’arcivescovo O’Malley, preferiscono schivare la scelta.

La conferenza episcopale s’è pronunciata lasciando a ciascuno di decidere. Ma da Roma il cardinale Joseph Ratzinger aveva chiesto una posizione più rigida.

Www.chiesa ha reso pubblico il documento inviato da Ratzinger ai vescovi. Per l’intera vicenda, vedi: “Caso Kerry. Ciò che Ratzinger voleva dai vescovi americani” e “Ratzinger-Kerry atto secondo. La controversia ben temperata“.

Sharon, gli ebrei e l’Europa che non difende Israele

Postato in General il 27 luglio, 2004

Linvito di Ariel Sharon agli ebrei di Francia di emigrare in Israele ha suscitato un vespaio.

Queste le esatte parole del primo ministro israeliano, riportate dal quotidiano “Haaretz” del 19 luglio: “If I have to advise our brothers in France, I’ll tell them one thing – move to Israel, as early as possible. I say that to Jews all around the world, but there [in France] I think it’s a must and they have to move immediately”.

In un’intervista a www.newsitaliapress.it Pietro De Marco ha letto l’invito di Sharon come rivolto soprattutto all’Europa, più che agli ebrei ivi residenti:

“Chiamare in Israele gli ebrei cittadini d’Europa è ricordare che la cittadinanza europea, le nazioni europee, non bastano a Israele. L’Europa come tale avrebbe ceduto da tempo Israele al mondo arabo per meno del biblico piatto di lenticchie. Il messaggio di Sharon agli ebrei, in realtà rivolto ai cittadini europei (non casualmente anzitutto ai francesi, e non solo per le ondate di antisemitismo) significa: ‘Europa, restituisci a Israele i suoi cittadini, poiché in quanto resteranno tuoi cittadini non serviranno a salvarlo’. La partecipazione dei paesi europei al voto di condanna delle Nazioni Unite sul muro ne sembra una riprova. Più che stracciarsi le vesti sulle opzioni difensive dei governi israeliani, l’occidente dovrebbe prendere sul serio il giudizio d’Israele su di noi, e la sfida”.

Compagni monaci. La sinistra dei conventi si rifugia a Montegiove

Postato in General il 27 luglio, 2004

Il 30 luglio si apre all’eremo di Montegiove una tre giorni sul tema “Le grandi religioni monoteiste: ebraismo, cristianesimo, islamismo”.

L’eremo di Montegiove, nei pressi di Fano, è dei benedettini di Camaldoli.

Ma tra i relatori solo uno è un monaco: Alessandro Barban, priore dell’altro monastero camaldolese di Fonte Avellana. Gli altri sono personaggi di spicco dell’intelligenza dell’ultrasinistra, da Mario Tronti a Stefano Levi Della Torre, chiamati a illustrare la tesi che “in ogni monoteismo da un unico Dio e da un’unica religione si perviene a una esperienza di governo totalitario”.

A fine agosto, sempre a Montegiove, nuova tre giorni sul tema “Un libro, le beatitudini”, con relatori Pietro Ingrao, Gianni Vattimo, Rossana Rossanda. A scorgere “forse qualche voce fioca di risposta in un testo evangelico davanti al quale sembrano possibili solo domande e interrogativi”.

E ai primi di ottobre terza tornata su “Le Disobbedienze”, con Gino Strada, Alex Zanotelli, Mario Tronti. Per “mettersi fuori dalle logiche e dalle pratiche con cui è governato il mondo”.

L’innamoramento tra i monaci di Camaldoli e gli intellettuali della sinistra estrema è di vecchia data. Celebra i suoi convegni ogni estate, ha nell’eremo di Montegiove il suo rifugio e ha nel “Manifesto” il suo giornale di riferimento.

Per saperne di più, vedi in www.chiesa: “La sinistra dei conventi: Ingrao, Rossanda, Tronti, Cacciari…“.

Diaconi permanenti. L’incredibile boom del Chiapas

Postato in General il 16 luglio, 2004

Sull’ultimo numero della “Rivista del clero italiano“, edita dall’Università Cattolica di Milano, Tiziano Civettini lamenta che l’82,2 per cento degli oltre 22 mila diaconi permanenti di tutto il mondo sono in America del Nord e in Europa. E solo il 17,8 per cento sono in America Latina, Asia, Africa e Oceania. Cioè dove ce ne sarebbe più bisogno.

Ma c’è un’eccezione clamorosa a questa penuria di diaconi nel sud del mondo. Ed è nel Chiapas, il ridotto messicano del subcomandante Marcos.

Nella diocesi di San Cristobal de Las Casas, con quasi un milione di cattolici e 79 preti, i diaconi permanenti sono un’enormità: 341. E’ quanto risulta dall’Annuario Pontificio del 2004.

Per avere un’idea di questo picco statistico basta confrontarlo con la mega arcidiocesi di Sao Paulo del Brasile, che ha quasi 7 milioni di fedeli e 838 preti: lì i diaconi permanenti sono 3.

Il boom dei diaconi, nel Chiapas, risale a quando era vescovo nella regione Samuel Ruiz Garcia, esponente di punta della teologia della liberazione.

Ma invece che rallegrarsene, il Vaticano ordinò di bloccare in diocesi le ordinazioni di nuovi diaconi.

I rapporti a Roma della nunziatura erano infatti molto allarmati. Descrivevano una diocesi dove i diaconi sposati facevano il bello e il cattivo tempo, e celebravano parvenze di messe pur non avendo la facoltà di consacrare.

La catechesi che la Chiesa non fa, la fa Dario Fo

Postato in General il 14 luglio, 2004

Dario Fo ci riprova. Il 18, 19 e 20 luglio, davanti al Duomo di Modena, dà spettacolo illustrando a modo suo le sculture della facciata, capolavoro dell’arte sacra romanica.

Ci riprova nel senso che ha già fatto cosa analoga a Roma con i dipinti del Caravaggio in mostra a Castel Sant’Angelo.

E “La Civiltà Cattolica”, la rivista dei gesuiti di Roma controllata dalla segreteria di stato vaticana, ha dedicato alla performance romana di Fo un resoconto sontuoso, firmato dal suo specialista in cinema e spettacolo, padre Virgilio Fantuzzi: “La morte per decapitazione nei dipinti del Caravaggio. Una conversazione con Dario Fo“.

In settembre Raitre metterà in onda la catechesi di Fo sul Duomo di Modena. Perché catechesi è la parola giusta. Quello che la Chiesa non fa, quando dimentica i suoi tesori d’arte cristiana e tace, lo fa il teatrante Fo, laicizzando da par suo la”historia salutis” dell’Antico e del Nuovo Testamento. I progettisti culturali della Cei prendano nota.

Il nuovo libro di Giovanni Paolo II è vecchio di vent’anni

Postato in General il 14 luglio, 2004

Www.chiesa l’ha chiamato “il mistero del libro sotto chiave“. E’ un’ampia intervista inedita, registrata nel 1984, di Giovanni Paolo II con padre Jozef Tischner, il più grande filosofo e teologo polacco della fine del Novecento, morto nel 2000. Rimasta per vent’anni chiusa in un cassetto, in Vaticano.

Ma ora il cassetto è stato riaperto. Padre Pawel Ptasznik, capo della sezione polacca della segreteria di stato, ha rivelato all’agenzia cattolica polacca “Kai” che l’intervista è quasi pronta a uscire in forma di libro, per decisione di Giovanni Paolo II. Il suo contenuto, ha detto Ptasznik, è”esistenziale e filosofico”.

Sodano e Bazoli si infuriano. E Caloia se la prende con la Mondadori

Postato in General il 14 luglio, 2004

In Vaticano il libro di Giancarlo Galli intitolato “Finanza bianca. La Chiesa, i soldi, il potere” va a ruba. Il suo protagonista è Angelo Caloia, presidente dell’Istituto per le Opere di Religione da quasi quindici anni.

Nel libro Caloia racconta come ha risanato lo Ior e contro chi ha dovuto combattere. Con tanto di nomi e vicende. Era inevitabile che molti si siano infuriati. In Vaticano, ad esempio, il segretario di stato Angelo Sodano.

Ma più ancora, fuori del Vaticano, s’è infuriato il numero uno dei finanzieri bianchi, il bresciano Giovanni Bazoli.

Caloia è quindi corso ai ripari prendendosela con la Mondadori. In una lettera inviata all’editrice del libro Caloia ha scritto che in esso l’autore “ha fatto riflessioni quanto meno sorprendenti, frutto forse di risentimenti, sul gruppo Cultura Etica e Finanza di cui lo stesso Galli ha fatto a lungo parte”. Caloia definisce “ai limiti della legalità” le insinuazioni “su banchieri di alto livello e rappresentatività” contenute nel libro. “Sono giudizi gravemente lesivi sia del lavoro del gruppo sia di persone di specchiata onestà intellettuale e materiale”.

In realtà il libro non è nato all’insaputa di Caloia. Al contrario. Fu lui a pensarlo, anni fa, assieme a Leonardo Mondadori, poi scomparso, e ad affidarne la stesura all’amico Galli. E le bozze sono passate dalle sue mani, per un accurato controllo.

Per saperne di più su questo libro bomba, vedi in www.chiesa: “Il banchiere del papa racconta: ‘Ecco come ho risanato lo Ior‘”.

Classi islamiche e festività plurime. Una proposta di Pietro De Marco

Postato in General il 14 luglio, 2004

Alt alla classe islamico-egiziana del liceo Agnesi di Milano. L’ha intimato il 13 luglio il ministro Letizia Moratti, richiamandosi ai “principi e valori della costituzione”. E il direttore scolastico regionale della Lombardia Mario Dutto, che pure è uno dei promotori del progetto, ha eseguito.

Intanto a Napoli l’assessore all’istruzione della regione Campania ha dato libertà di chiudere le scuole in occasione delle feste di altre culture e religioni.

Sull’uno e sull’altro caso le discussioni sono accese. Se clicchi qui, puoi leggere le riflessioni di uno specialista in geopolitica religiosa, il professor Pietro De Marco: “Monoculture e multietnicità. Una modesta proposta“.

Il papa, i Focolarini, Sant’Egidio. Tutti a Istanbul dal patriarca

Postato in General il 3 luglio, 2004

Sulla sua agenda Giovanni Paolo II ha segnato una data, il 30 novembre, festa di sant’Andrea apostolo. Se Dio vorrà, quel giorno sarà a Istanbul, a ricambiare la visita che il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, gli ha fatto a Roma in occasione della festa dei santi Pietro e Paolo.

E oltre che a Istanbul il papa andrà ad Ankara, la capitale dello stato turco. Perché preme alla Santa Sede non solo la rappacificazione con la Chiesa ortodossa, ma anche l’integrazione tra la Turchia musulmana e l’Europa.

Prima dell’arrivo del papa sul Bosforo, Bartolomeo I conta di riaprire, come promesso dal premier turco Tayyip Erdogan, la scuola del patriarcato sull’isola di Chalki, ospitata in un monastero del IX secolo dedicato alla Santissima Trinità: scuola chiusa trentatre anni fa per volere del governo turco.

Bartolomeo I ha rivolto l’invito al papa mentre era con lui a pranzo nel palazzo pontificio, giovedì 1 luglio. Nel pomeriggio, il patriarca ha incontrato Chiara Lubich, fondatrice e presidente dei Focolarini.

I vescovi “amici” dei Focolarini terranno il loro prossimo meeting internazionale proprio a Istanbul, negli stessi giorni del progettato viaggio del papa.

Bartolomeo I è in stretti rapporti anche con la comunità di Sant’Egidio, a sua volta molto vicina ai Focolarini.

Azerbaigian. L’imam musulmano che si batte per la libertà religiosa di tutti

Postato in General il 3 luglio, 2004

L’agenzia norvegese Forum 18 News Service, attentissima alle libertà religiose nel mondo, ha dato notizia il 30 giugno di un assalto della polizia dell’Azerbaigian all’antica moschea Juma di Baku.

All’assalto hanno assistito diplomatici occidentali. L’ambasciatore norvegese Steinar Gil ha attestato che i musulmani espulsi dalla moschea non hanno reagito alle violenze.

Obiettivo delle autorità dell’Azerbaigian era la sostituzione dell’imam della moschea con un altro imam ligio al governo.

La colpa dell’imam estromesso, Ilgar Ibrahimoglu, è d’aver svolto attività di sostegno della libertà religiosa e dei diritti umani, a favore sia dei musulmani sia dei cristiani che vivono in Azerbaigian.

La comunità della moschea si è appellata alla corte europea per i diritti umani.

L’imam Ibrahimoglu è stato in passato arrestato più volte. Ha fondato e dirige un Centro per la protezione della libertà di coscienza e di religione.

In Azerbaigian l’84 per cento della popolazione è di religione musulmana.

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