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Archivio di giugno, 2009

I Legionari sotto torchio. Nomi e incarichi dei visitatori apostolici

Postato in General il 30 giugno, 2009

Lo scorso marzo l’annuncio, il 15 luglio il via. I visitatori apostolici dei Legionari di Cristo interrogheranno i sacerdoti e religiosi della congregazione fondata dal sacerdote messicano Marcial Maciel Degollado, sotto choc a causa dell’acclarata cattiva condotta del loro stesso fondatore, già messo da parte nel 2006 per abusi sessuali, e ora, un anno dopo la morte, scoperto colpevole d’aver avuto in Spagna un’amante e una figlia.

Come visitatori, le autorità vaticane hanno nominato cinque vescovi di cinque paesi diversi, ciascuno con l’incarico di ispezionare i Legionari di una particolare area del mondo:

– Ricardo Watti Urquidi, vescovo di Tepic nel Messico, incaricato per il Messico e il Centroamerica, dove i Legionari hanno 44 case con 250 sacerdoti e 115-120 religiosi e aspiranti sacerdoti;

– Charles J. Chaput, arcivescovo di Denver, incaricato per Stati Uniti e Canada, dove i Legionari hanno 24 case con 130 sacerdoti e 260 religiosi e aspiranti sacerdoti;

– Giuseppe Versaldi, vescovo di Alessandria, incaricato per Italia, Israele (Gerusalemme), Filippine e Corea del Sud, dove i Legionari hanno 16 case con 200 sacerdoti e 420 religiosi e aspiranti sacerdoti (in Italia rispettivamente 13, 168 e 418);

– Ricardo Ezzati Andrello, arcivescovo di Concepción in Cile, incaricato per Cile, Argentina, Colombia, Brasile e Venezuela, dove i Legionari hanno 20 case con 122 sacerdoti e 120 religiosi e aspiranti sacerdoti;

– Ricardo Blázquez Pérez, vescovo di Bilbao, incaricato per Spagna, Francia, Germania, Svizzera, Irlanda, Olanda, Polonia, Austria e Ungheria, dove i Legionari hanno 20 case con 105 sacerdoti e 160 religiosi e aspiranti sacerdoti.

L’investitura dei cinque visitatori è avvenuta la mattina di sabato 27 giugno in Vaticano, in una riunione con i cardinali Tarcisio Bertone, William J. Levada e Franc Rodé. Ai cinque è stata data lettura delle conclusioni dell’indagine della congregazione per la dottrina della fede che portò alla condanna di Maciel nel 2006. Per gli spostamenti e le spese avranno a disposizione un budget di 10 mila euro ciascuno. In autunno depositeranno in Vaticano un primo rapporto.

Il visitatore italiano, monsignor Versaldi, 66 anni, è legatissimo al cardinale Bertone. È vescovo di Alessandria dal 2007. In precedenza è stato vicario generale della diocesi di Vercelli, nominato a questo incarico nel 1994 dal conterraneo Bertone, che all’epoca era il suo vescovo. È ferrato in diritto canonico e ha insegnato questa materia alla Pontificia Università Gregoriana. Ha il titolo di avvocato rotale ed è membro del supremo tribunale della segnatura apostolica. Lo scorso 26 aprile, in occasione delle festività della Madonna della Salve, patrona della diocesi di Alessandria,  il cardinale Bertone si è recato in visita da lui, celebrando messa in cattedrale.

Ricade sotto la competenza di monsignor Versaldi l’ispezione, a Roma, della casa generalizia dei Legionari e quindi dei loro massimi dirigenti, quelli che sono stati più in simbiosi col fondatore.

Intanto, il 30 giugno sono stati ordinati a Roma 38 nuovi diaconi dei Legionari, la metà messicani, gli altri di altri otto paesi.

Capitani non coraggiosi. Benedetto XVI mette a nudo i cattolici “adulti”

Postato in General il 29 giugno, 2009

Nell’omelia dei vespri della vigilia della festa dei santi Pietro e Paolo, Benedetto XVI ha smontato con franchezza fuori dal comune una formula che va per la maggiore tra i cattolici progressisti: quella della “fede adulta”.

Nello stesso tempo, papa Joseph Ratzinger ha smontato anche un altro mantra (vedi l’articolo di Franco Garelli su “La Stampa” del 29 giugno): quello secondo cui – anche grazie alla nuova enciclica – la gerarchia starebbe “finalmente” abbassando i toni sulla frontiera bioetica per tornare a impegnarsi più nel sociale.

Nel suo argomentare, il papa ha fatto leva sulla formula che dà il titolo all’enciclica: “Caritas in veritate”.

Ma al momento di fare degli esempi, di che cosa ha parlato? Di “inviolabilità della vita umana fin dal primo momento” e di “matrimonio tra un uomo e una donna per tutta la vita”.

Ecco qui riportato il passaggio ad hoc dell’omelia papale, da incorniciare:

*

Nel quarto capitolo della lettera agli Efesini l’apostolo Paolo ci dice che con Cristo dobbiamo raggiungere l’età adulta, un’umanità matura. Non possiamo più rimanere “fanciulli in balia delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina…” (4, 14). Paolo desidera che i cristiani abbiano una fede “responsabile”, una “fede adulta”.

La parola “fede adulta” negli ultimi decenni è diventata uno slogan diffuso. Lo s’intende spesso nel senso dell’atteggiamento di chi non dà più ascolto alla Chiesa e ai suoi pastori, ma sceglie autonomamente ciò che vuol credere e non credere – una fede “fai da te”, quindi. E lo si presenta come “coraggio” di esprimersi contro il magistero della Chiesa. In realtà, tuttavia, non ci vuole per questo del coraggio, perché si può sempre essere sicuri del pubblico applauso. Coraggio ci vuole piuttosto per aderire alla fede della Chiesa, anche se questa contraddice lo “schema” del mondo contemporaneo.

È questo non-conformismo della fede che Paolo chiama una “fede adulta”. Qualifica invece come infantile il correre dietro ai venti e alle correnti del tempo.

Così fa parte della fede adulta, ad esempio, impegnarsi per l’inviolabilità della vita umana fin dal primo momento, opponendosi con ciò radicalmente al principio della violenza, proprio anche nella difesa delle creature umane più inermi. Fa parte della fede adulta riconoscere il matrimonio tra un uomo e una donna per tutta la vita come ordinamento del Creatore, ristabilito nuovamente da Cristo.

La fede adulta non si lascia trasportare qua e là da qualsiasi corrente. Essa s’oppone ai venti della moda. Sa che questi venti non sono il soffio dello Spirito Santo; sa che lo Spirito di Dio s’esprime e si manifesta nella comunione con Gesù Cristo.

Tuttavia, anche qui Paolo non si ferma alla negazione, ma ci conduce al grande “sì”. Descrive la fede matura, veramente adulta in maniera positiva con l’espressione: “agire secondo verità nella carità” (cfr. Efesini 4, 15). Il nuovo modo di pensare, donatoci dalla fede, si volge prima di tutto verso la verità. Il potere del male è la menzogna. Il potere della fede, il potere di Dio è la verità. La verità sul mondo e su noi stessi si rende visibile quando guardiamo a Dio. E Dio si rende visibile a noi nel volto di Gesù Cristo.

Guardando a Cristo riconosciamo un’ulteriore cosa: verità e carità sono inseparabili. In Dio, ambedue sono inscindibilmente una cosa sola: è proprio questa l’essenza di Dio. Per questo, per i cristiani verità e carità vanno insieme. La carità è la prova della verità. Sempre di nuovo dovremo essere misurati secondo questo criterio, che la verità diventi carità e la carità ci renda veritieri.

Priorità. Anche nella classifica della CEI Dio è salito in testa

Postato in General il 15 giugno, 2009

La cosa è passata inosservata. Ma dall’ultima assemblea generale della conferenza episcopale italiana è uscito l’annuncio di un evento che non ha precedenti, nella storia della CEI.

Si tratta di un convegno il cui titolo è: “Dio oggi”. Sottotitolo: “Con lui o senza di lui cambia tutto”. Si terrà a Roma dal 10 al 12 dicembre nell’Auditorium di via della Conciliazione. È stato ideato dal comitato per il progetto culturale presieduto dal cardinale Camillo Ruini.

Basta scorrerne il programma per capirne l’assoluta novità.

Non sarà un convegno strettamente “di Chiesa”. Spazierà dalla filosofia alla teologia, dall’arte alla musica, dalla letteratura alla scienza. E gli oratori saranno di grande rilievo nei rispettivi campi: siano essi cattolici o no, credenti od agnostici.

Non sarà neppure una sfilata di opinioni giustapposte, tanto meno una sorta di “cattedra dei non credenti”. Il disegno è assolutamente mirato. Punta deciso a quella “priorità” che per Benedetto XVI “sta al di sopra di tutte”, in un tempo “in cui in vaste zone della terra la fede è nel pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova più nutrimento”.

La priorità cioè – come ha scritto papa Joseph Ratzinger nella sua lettera ai vescovi del 10 marzo scorso – “di rendere Dio presente in questo mondo e di aprire agli uomini l’accesso a Dio. Non a un qualsiasi dio, ma a quel Dio che ha parlato sul Sinai; a quel Dio il cui volto riconosciamo nell’amore spinto sino alla fine (cfr. Giovanni 13, 1), in Gesù Cristo crocifisso e risorto”.

Ad aprire il convegno saranno, nel pomeriggio di giovedì 10 dicembre, il cardinale Ruini (titolo della relazione: “Colui che fa la differenza”) e il filosofo tedesco Robert Spaemann (”Una nuova via razionale verso Dio”).

[Per inquadrare la visione di Spaemann c'è il servizio di www.chiesa: "Un filosofo rilancia la scommessa del papa: vivere come se Dio ci fosse", con un suo brano "ad hoc" tratto dal suo ultimo libro].

Subito dopo, in contemporanea, si discuterà su Dio nel cinema e nella televisione (con Mariarosa Mancuso, Aldo Grasso…), su Dio nella letteratura e nella poesia (con Aharon Appelfeld…), su Dio e l’anima (con Giacomo Canobbio, Giorgio Israel…), su Dio nel mercato librario (con i risultati di un’inchiesta).

Chiuderà questa prima tornata una “conversazione su Dio” tra il cardinale Carlo Caffarra, Giuliano Ferrara e Aldo Schiavone.

Venerdì 11 dicembre i due relatori saranno il cardinale Angelo Scola (”Fine della modernità: eclissi e ritorno di Dio”) e il filosofo inglese Roger Scruton (”L’illusione scientista”).

Seguirà una discussione su Dio nell’arte figurativa di ieri e di oggi, tra monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del pontificio consiglio della cultura, e il professor Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani.

Nel pomeriggio, i relatori saranno Massimo Cacciari (”Parlare di Dio oggi”) e Remi Brague (”I tre monoteismi”).

Subito dopo, in contemporanea, si discuterà su Dio nella musica ieri e oggi (Pierangelo Sequeri, Pierpaolo Bellini), su Dio e la violenza (Emanuele Severino, Angelo Panebianco…), su creazione ed evoluzione (Denis Alexander, Fiorenzo Facchini…).

Chiuderà la seconda giornata una “conversazione su Dio” tra monsignor Bruno Forte, Ernesto Galli della Loggia, Salvatore Natoli.

Sabato 12 dicembre la sessione finale sarà dedicata a Dio e le scienze. Presiederà Ugo Amaldi. E ne tratteranno Martin Nowak (”Dio e la biologia”), George Coyne (”Narrano i cieli la gloria di Dio”) e Peter van Inwagen (”Dio e l’ontologia”).

Questo il programma di massima del convegno. Va aggiunto che vi sono altri segni di quanto la CEI metta sempre più al centro la questione di Dio. Proprio in questi giorni la commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, presieduta da Bruno Forte, ha diffuso una “Lettera ai cercatori di Dio“, offerta “a chiunque voglia farne oggetto di lettura personale, oltre che come punto di partenza per dialoghi destinati al primo annuncio della fede in Gesù Cristo”.

Tienanmen, le orchestre cinesi e i silenzi vaticani

Postato in General il 5 giugno, 2009

Titolo a tutta pagina del “Corriere della Sera” del 4 giugno: “La Cina impone il silenzio su Tienanmen”.

In Vaticano l’imposizione è andata perfettamente a segno. Non una riga, su “L’Osservatore Romano”, sulla piazza simbolo della sete di libertà dei cinesi.

Eppure il giornale della Santa Sede è molto attento ai fatti internazionali, è sempre ricco di notizie puntuali e commenti. Negli stessi giorni, altri giornali ed agenzie cattoliche – da “Avvenire” ad “Asia News” – hanno dedicato grande spazio al ventesimo anniversario della strage.

È troppo facile indovinare che il silenzio de “L’Osservatore Romano” è un prezzo pagato alla Realpolitik. La volontà dei diplomatici vaticani è di non irritare in alcun modo le autorità cinesi, in cambio di un trattamento più mite della Chiesa cattolica in quel paese.

Ma basta scorrere i dettagliati servizi dedicati a Tienanmen e alla Cina da “Asia News“, l’agenzia on line diretta da padre Bernardo Cervellera del Pontificio Istituto Missioni Estere, per ricavarne che questo trattamento più mite non c’è. Anzi, la fase attuale è di particolare recrudescenza della repressione.

In Vaticano la Cina manda a suonare le sue orchestre. Ma neppure consente ai vescovi cinesi di recarsi a Roma per un sinodo.

I dilemmi che tormentavano l’Ostpolitik vaticana di un tempo si riproducono oggi con la Cina. Il cardinale Joseph Zen Zekiun è il più autorevole dei critici. A suo giudizio, il prezzo che la diplomazia vaticana paga è troppo alto, in cambio di ciò che ottiene. Dai silenzi il regime cinese non è frenato, ma incoraggiato a stringere ancor più la morsa.

Movimenti musicali. Il coro di Colonia scalza quello della Cappella Sistina

Postato in General il 1 giugno, 2009

La Pentecoste è caduta quest’anno il 31 maggio, che è anche la festa della visita di Maria ad Elisabetta e quindi, secondo i Vangeli, il giorno di nascita del “Magnificat”, pietra miliare della musica cristiana.

Benedetto XVI – grande cultore del canto liturgico – non s’è lasciato sfuggire la ricorrenza. Nell’omelia ha ringraziato il coro per aver accompagnato “molto opportunamente” il rito con “una sublime sinfonia per la gloria di Dio” quale è la Harmoniemesse, l’ultima delle messe composte da Franz Joseph Haydn, della cui morte s’è celebrato lo stesso 31 maggio il duecentesimo anniversario.

Qual è stato però il coro che il papa ha ringraziato? Quello della Cappella Sistina?

No. Il coro della Cappella Sistina era presente, come sempre nelle messe del papa in Vaticano. Ma era come relegato in un angolo, per pochi e sbiaditi canti di contorno.

Il coro e l’orchestra che hanno validamente eseguito la Harmoniemesse di Haydn e che il papa ha ringraziato sono stati invece il coro del Duomo e la Kammerorchester di Colonia.

Secondo gli intenditori, questo è il segnale che papa Joseph Ratzinger farà presto quella sostituzione del direttore della Cappella Sistina che molti da tempo invocano come passo obbligato per ridare vita all’accompagnamento musicale delle messe papali.

Da quando nel 1997 fu proditoriamente cacciato il maestro che lo dirigeva, Domenico Bartolucci, il coro della Sistina è infatti precipitato a un livello miserevole.

Monsignor Bartolucci, a 92 anni, ancora compone e dirige, ma solo in concerto. È ritenuto il più grande interprete al mondo di Palestrina e della musica liturgica della Scuola Romana.

Domenica 21 giugno alle ore 21, nella Pontificia Università Gregoriana e nel quadro della Festa Europea della Musica, Bartolucci dirigerà proprio alcuni dei capolavori di Palestrina da lui più amati, tra i quali il Credo della Messa di Papa Marcello e il monumentale Stabat Mater a 8 voci. Un appuntamento da non mancare.

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