Eugenio Del Sarto nasce ad Alessandria il 16 di Ottobre del
1948 e già negli anni ’50 ascolta i dischi di
Fred Buscaglione, suona l’
armonica a bocca “a orecchio” e la fisarmonica frequentando
una scuola regolare. Si diploma nel 1961 a Milano alla
Scuola “Melocchi” portando all’ esame i tradizionali “Volo
del calabrone” e la “Czardas” di Monti. Ma già dal giorno
dopo si mette a scrivere qualche melodia. Cosa può fare un
ragazzino in quegli anni in piena era “beat” ? Accantona
per il momento la fisarmonica, prende una chitarra, un
basso elettrico e con alcuni amici si mette a girare le
balere. E gli amici di allora sono ancora quelli di
oggi:
Luciano Varenna alla
batteria,
GianPaolo Vella alla fisarmonica
e tastiera e
Renzo Mazzoni che ormai é
considerato l’ erede di Hank B. Marvin, degli Shadows, alla
chitarra. Se non ci credete cliccate qui:
http://www.youtube.com/watch?v=FtZR1BFDc28
Quell’ esperienza importantissima gli servirà molto in
seguito ed anche la fisarmonica e gli studi di armonia gli
permetteranno di lavorare come arrangiatore, non ancora
ventenne, con il
M° Minerbi, leader di un
gruppo mitico degli anni ’60, i “Marcellos
Ferial”. Quello fu il
momento in cui incominciò a fare il “produttore” cioè ad
assemblare musicisti, interpreti, turnisti, direttori
artisici di case discografiche, managers di artisti, studi
di registrazione, per fare uscire sul mercato un prodotto
bello e che vendesse anche tanti dischi. Incominciò con un
gruppo di Alessandria, “The
Hoods” (gli
Incappucciati), ai quali, essendo loro solo interpreti
fornì anche qualche canzone, le prime scritte, per
completare l‘ album. Una di queste, su suggerimento del M°
Minerbi, era “Le tre campane”, un adattamento di un brano
tradizionale francese “Les trois cloches”. Tutto questo a
18 anni.
Decine e decine di arrangiamenti, ore ed ore negli studi di
registrazione quando per registrare degli archi bisognava
convocare almeno 4 o 5 violinisti e per registrare una
decente sezione di fiati si faceva finta di sbagliare due o
tre volte per registrare, d’accordo con il tecnico, alcune
piste per triplicare le trombe, i tromboni e i sax a
disposizione ( con quello che costavano a turno ). Altri
tempi.
Poi venne il tempo della Dig-It, quando con l’ amico
Claudio Damiani, il
grande
Pippo La Rosa ed il
M° Vitaliano Caruso costituì le
omonime Edizioni Musicali. Ed era la metà degli anni 70.
Allora si lavorava con I Vicini di Casa, gruppo di gran
successo in quegli anni ( chi non ricorda “15 anni” o
“Scubidubidubidu scubidubidubida” ?), i grandi cantanti
francesi
Michel Sardou,
Hervé Vilard,
Sterling Saint Jaques, i
Vianella,
Ferro & C. (Pino Ferro), gli
Abba,
Christian e tanti altri ….
Poi venne
Toto Cutugno, i pomeriggi
alla Curci, nella saletta di registrazione, a fare provini
o nei giardinetti, dietro Piazza Beccarla a fantasticare
sul futuro, o a scrivere tante cose e soprattutto uno dei
più grandi successi mondiali di
Hervé Vilard, “Reviens”.
Poi l’ amicizia con la famiglia
Reitano, Mino, Franco,
Gegé, Domenico, che dura ancora oggi, le canzoni incise da
Mino, portate in giro per il mondo…
Poi all’ inizio degli anni ’80 c’è una svolta in tutto
questo.
La situazione nel mondo della discografia era un po’
cambiata, ormai c’erano più cantautori che canzoni, la
disco music aveva preso piede alla grande, comparivano i
primi computer per cui parecchi si costruivano in casa i
loro prodotti e quindi ci fu un breve ristagno. Non durò
molto perché nel 1982 tornò dalla Spagna a casa, in
Alessandria, dopo 13 anni, un certo
Al Rangone, che fu subito
presentato dal cugino
Franco al nostro
Eugenio Del Sarto e in quattro e quattr’otto scrissero una
canzone che cambiò il mondo della musica da ballo, da
allora in poi. La canzone era “Suona chitarra” che divenne
uno dei brani più eseguiti dalle orchestre da ballo fino ai
giorni nostri. Per questa storia vi rimando ad un apposito
sito www.suonachitarra.com
. E’
storia di oggi che Eugenio Del Sarto sia diventato uno dei
più apprezzati ed eseguiti autori di canzoni nel mondo
della musica da ballo.
Non mi piace parlare di me in prima persona ma anche in
terza mi sento un po’ imbarazzato, avrei preferito che
qualcun altro lo facesse, perciò, più di tante parole
vorrei che Voi entraste nell’ apposita stanza dei titoli
dove troverete un accurato elenco di tutte le mie
composizioni, in ordine alfabetico, tra le più conosciute.
In un’ altra stanza Vi racconterò qualche aneddoto della
mia carriera, troverete qualche ritratto di persone che ho
conosciuto e qualche mia considerazione personale.
In un’ altra stanza ancora mi piacerebbe dialogare con Voi,
di qualunque cosa vogliate e se ci fosse qualcuno di cui ho
perso traccia negli anni mi farebbe un immenso piacere
ritrovarlo qui.