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De La Rue : prima serie definitiva dei francobolli del Regno d’Italia

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11 febbraio 2013 di AntonioNurra

De La Rue : i francobolli che inaugurarono l’Officina Carte Valori del Regno d’Italia
De La Rue : Marco Minghetti

Il Presidente Marco Minghetti

Contesto storico

Il 29 agosto 1862 Giuseppe Garibaldi fu fermato nella sua marcia verso Roma al fine di annettere anche l’ultimo baluardo dello Stato Pontificio ai territori del Regno d’Italia. Paradossalmente a fermarlo fu la stessa volontà di Vittorio Emanuele II che per evitare complicazioni internazionali non poteva contrastare la protezione offerta dalla Francia allo Stato Pontificio. L’arresto ed il ferimento di Garibaldi da parte delle truppe italiane ebbe una risonanza talmente negativa in Europa da portare alle dimissioni del Presidente del Consiglio Rattazzi. Dopo un breve governo guidato da Farini il 24 marzo 1863 fu nominato Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia Marco Minghetti e nello stesso periodo il parlamento approvò la legge Pica ovvero la “Procedura per la repressione del Brigantaggio e dei Camorristi nelle province infette”.

De La Rue : Pica

Il Deputato Giuseppe Pica

Tale legge entrata in vigore il 15 agosto fu accompagnata dalla precisazione introduttiva di Vittorio Emanuele II tesa sottolineare come si trattasse di un mezzo eccezionale e temporaneo di difesa. L’accomunare in un solo provvedimento una normativa per fronteggiare due problemi distinti apparve come evidente tentativo di negare la volontà secessionista che si andava creando nella popolazione meridionale. In applicazione del provvedimento legislativo si costituivano nel territorio i tribunali militari di competenze in materia di brigantaggio. Attraverso tale provvedimento fu di fatto impedita la transumanza provocando il crollo della già debole economia zootecnica che mise in ginocchio gli Abruzzi ed il territorio del Gargano innescando una spirale di recessione economica che investì tutti i territori del sud. L’applicazione della legge Pica decimò di fatto la popolazione meridionale e presto chi non era stato passato per le armi si trovò costretto ad emigrare per sopravvivere. Nel frattempo il 15 settembre 1864 Minghetti negoziava con la Francia la possibilità di annettere lentamente Roma al Regno d’Italia e tra i primi accordi conveniva di spostare la capitale del Regno da Torino a Firenze. Gli imprenditori ed i nobili che organizzatisi per operare con la capitale situata in Torino, preoccupati di perdere privilegi ormai acquisiti, riuscirono a creare un movimento di opinione contrario allo spostamento: operazione non difficile visto che la Torino popolare era stata sottoposta ad enormi sacrifici in ragione dell’Unità d’Italia ed ora sperava di trarne migliori condizioni economiche. Il 21 settembre 1864 una folla si radunò presso Piazza Castello intenzionata a manifestare il proprio dissenso ma la questura di Torino diede ordine di disperdere la manifestazione con le armi. Alla fine della giornata si contarono 16 morti e la giornata successiva Piazza Castello si riempì di manifestanti ed i militari ancora una volta aprirono il fuoco causando trentotto morti e cento feriti.

 

De La Rue : carta da gioco

Nel 1860 la De La Rue produceva anche carte da gioco di cui un esemplare

Notizie storico-filateliche

La serie De La Rue prende il nome dalla stamperia londinese presso la quale venne ideata ed è la prima serie definitiva appositamente studiata per il Regno d’Italia: la precedente era un adattamento dell’ultima serie del Regno di Sardegna. Dopo l’unificazione della nazione ed alla conseguente unione del servizio postale fu evidente come occorresse dotare il paese di una serie di carte valori idonee a rappresentarlo dignitosamente. Dopo alcuni tentativi che si risolsero nella produzione del francobollo da 15 centesimi litografico, il Ministero delle Finanze rappresentato dall’Ingegner Costantino Perazzi, prese accordi con la tipografia De La Rue di Londra per avviare una produzione di francobolli destinata a comporre una serie di 10 valori. La Stamperia De La Rue già dal 1841 aveva stipulato un contratto con le Reali Poste Britanniche per la fornitura di buste gommate (contratto valido fino al 1911 quando l’appalto venne aggiudicato da altra ditta) e dal 1862 era divenuta la prima ditta produttrice di francobolli per le colonie. Nel marzo aveva stampato i francobolli da 1 e 5 centesimi per gli Stati Confederati americani rimanendo nel tempo l’unica ditta europea ad aver prodotto valori per gli USA. Il 22 marzo 1863 dopo un consulto con il Direttore Generale delle Poste del Regno d’Italia Giovanni Barbavara, l’Ing. Perazzi si recò a Londra per sottoscrivere il primo contratto con la De La Rue e studiare la possibilità di dotare anche Torino di una moderna officina per la produzione di carte valori. Il 31 marzo venne firmato il contratto preliminare che stabilì la produzione di otto valori diversi stampati con metodo tipografico per un totale di 200 milioni di esemplari le cui tavole saranno successivamente consegnate al Governo Italiano insieme ai cilindri ballerini preparati sempre dalla De La Rue, che serviranno per realizzare la filigrana a corona. Il 28 aprile viene firmato il contratto definitivo che lascia aperta la possibilità di cambiare i colori prestabiliti. Dopo un’elaboratissima discussione sui colori da adottare l’Ingegner Perazzi avvalla le decisioni prese il 25 maggio e concorda di iniziare la produzione: la prima consegna di 2.400.000 francobolli è fatturata il 20 agosto e l’ultima il 29 novembre 1864. Il 29 ottobre 1863 fu divulgato il Decreto Reale di emissione contraddistinto dal n° 1526 a cui è allegato un foglietto illustrante i nuovi francobolli: sarà poi noto come foglietto Menabrea in ragione della firma del Ministro dei Lavori Pubblici. All’epoca infatti il Ministro dei Lavori Pubblici governava anche le Poste e su imitazione del collega britannico volle inserire nel decreto una descrizione grafica diventando il primo ministro italiano ad usare questa chiarificazione. In realtà il foglietto delle dimensioni ufficiali di 15 per 22 cm è composto con veri francobolli privi della dentellatura e soprastampati con la scritta saggio. Solo nel 1929 in Italia sarà nuovamente allegato ad un decreto di emissione anche una descrizione grafica: l’occasione si presentò per l’emissione della Serie Imperiale. Il foglio Menabrea fu quindi per molti anni unico nel suo genere.

De La Rue : Warren

Warren De La Rue

Il primo dicembre i francobolli entrarono regolarmente in uso, tra le novità introdotte dalla De La Rue vi è la numerazione dei fogli di stampa che rimase in uso anche successivamente. I fogli erano divisi in 4 gruppi da cento francobolli incolonnati 10X10, nei margini inferiore e superiore erano stampati un numero dentro un cerchio ed uno dentro un rettangolo: il cerchio ha numero in negativo ed indica le tavole eseguite per lo specifico francobollo mentre il rettangolo informa su tutte le tavole realizzate nel Regno d’Italia. Tale sistema consentiva di tenere una più corretta contabilità di stampa. Nel frattempo il governo andava studiando l’ipotesi di creare a Torino una officina preposta alla produzione di carte valori ed inizialmente è tentato un accordo per realizzare una succursale della De La Rue di Londra. Ma la direzione della stamperia di Londra, non ritenendo vantaggiosa la produzione presso Torino rinunciò alla stipula di qualsiasi contratto. L’Ingegner Perazzi si prestò quindi affinchè fossero acquisiti tramite la De La Rue i macchinari necessari alla costruzione di una tipografia di Stato, per la quale fu necessaria l’approvazione di una legge che autorizzasse la spesa utile: il Reggio Decreto del 25 maggio 1865 avviò la creazione dell’Officina Carte Valori di Torino. Nel frattempo Giacinto Berruti e Ludovico Bigola avevano eseguito un lungo apprendistato presso l’officina di Londra e saranno rispettivamente direttore dell’Officina e disegnatore-incisore ufficiale. Il primo novembre l’Officina inizia la produzione delle carte valori su fornitura della cartiera Avondo di Serravalle che per produrre la filigrana utilizzerà gli stessi cilindri preparati dalla De La Rue. Le due tirature, quella di Londra e quella di Torino, furono quindi realizzate con stesse tavole e la carta con stessi cilindri, conseguentemente non è facile distinguerle se non osservando le differenti dentellature, il differente fondo di sicurezza e la diversa gomma. Nel 1866 Thomas De La Rue, fondatore della stamperia di Londra, passò a miglior vita lasciando in eredità ai figli Warren e Wiliam l’intero patrimonio ma già da diversi anni questi dirigevano con successo la tipopgrafia.

 

Cenni di storia postale

Nel periodo d’uso della serie De La Rue l’affrancatura di una lettera in primo porto, ovvero nella prima fascia di peso consentito (10 grammi) corrispondeva a 10 centesimi per il distretto, 15 centesimi fino al 31 dicembre 1864 e 20 successivamente, con l’aumentare del peso era quindi necessaria una affrancatura di valore più alto. Per l’estero l’affrancatura utile dipendeva essenzialmente dalla convenzione con il paese di destinazione e sono noti documenti postali affrancati con valori della serie De La Rue diretti ad Alessandria d’Egitto, a Tripoli, a Tunisi, a Buenos Aires ed a Montevideo. Molto interessanti sono le affrancature miste ovvero composte sia con altre serie del Regno d’Italia che con francobolli di altri stati. Della prima fattura sono note buste affrancate con valori della prima emissione di Umberto I. In una busta raccomandata da Roma per Parigi spedita l’otto settembre 1887 è possibile avere la curiosa combinazione di due effigi reali sullo stesso documento così composte: un francobollo da 5 centesimi De La Rue più tre valori da 5 centesimi di Umberto I ed un ulteriore francobollo da 30 centesimi sempre di Umberto I.

 

I nove francobolli della serie De La Rue

 De La Rue : francobollo  De La Rue : francobollo
De La Rue : francobollo  De La Rue : francobollo
 De La Rue : francobollo  De La Rue : francobollo
 De La Rue : francobollo  De La Rue : francobollo
 De La Rue : francobollo

Notizie tecniche sulla serie De La Rue

Soggetto: effigie di Vittorio Emanuele II oppure cifra

Tirature: sconosciute

Data di emissione: 1 dicembre 1863 ad eccezione del valore da 2 centesimi emesso il primo marzo 1865

Validità: 31 agosto 1877 per il 10 centesimi, 30 giugno 1898 per 1 centesimo e 2 centesimi, 31 dicembre 1889 per gli altri valori

Stampa: tipografica

Carta: fatta a macchina bianca e levigata

Fogli: formati da 400 esemplari distribuiti in 4 gruppi di 100 incolonnati 10X10

Dentellatura: 14 a pettine ma sono note varietà con dentellatura 13 1/2X14 , 13 1/4X14 e 14 1/4

Filigrana: a corona

Gomma: le tirature di Londra hanno gomma liscia, uniforme, incolore mentre quelle di Torino hanno gomma irregolare, spessa e giallastra

Disegnatore e incisore: tradizionalmente è opinione che il disegnatore sia stato Leonard C. Wyon e l’incisore Jean F. Joubert ma alcuni autori sono concordi nel ritenere bozzetto ed incisione un lavoro di gruppo della De La Rue.

Varietà: oltre alle citate varietà di dentellatura sono note varietà con doppia dentellatura, senza dentellatura, con doppia stampa e con filigrana capovolta. Il valore da 40 centesimi è noto senza la scritta ITALIANE o senza la scritta QUARANTA CENTESIMI

Francobolli naturali: i valori da 1 , 2 e 10 centesimi esistono con angoli modificati ed erano destinati ad essere soprastampati ESTERO per l’uso coloniale.

Prima data d’uso conosciuta: 10 febbraio 1863

Note particolari: vennero eseguite due tirature distinguibili dalla linea nel riquadro inferiore che risulta unita nel primo tipo ed aperta nel secondo.

AntonioNurra

AntonioNurra

Non sappiamo perché, e che mai siamo venuti a fare quaggiù: quindi, cerchiamo di passare il tempo nel modo più consono ai nostri gusti. Io non ho altra morale; anzi, sono pronto ad applaudire chi, nato per fare il collezionista di francobolli o di porcellane, non ha che questo scopo nella vita. Egli ha raggiunto la vera felicità. Arrigo Cajumi, Pensieri di un libertino, 1947/50

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