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    Antonio Smareglia nacque a Pola, in Istria, allora parte dell’impero d'Austria, il 5 maggio 1854.
    Morì nella cittadina adriatica di Grado il 15 aprile 1929.
    Nel 1882 sposò Maria Jetti Polla, dalla quale ebbe cinque figli.
    Antonio era il sesto figlio (ma l’unico che sopravvisse) di Francesco Smareglia, istriano di lingua italiana, originario di Dignano, e di Giulia Stiglich, istriana di lingua croata, originaria di Ika, un borgo situato nel territorio attorno a Laurana (secondo alcune fonti di Ičići, paesino costiero a tre chilometri da Laurana).
    La casa natale è stata adibita a museo e conserva opere e ricordi dell’artista.
    Smareglia fu un grande operista, apprezzato per l’eleganza dell’orchestrazione, per la scelta degli strumenti più adatti per commentare una scena, in grado di ottenere una gradevole ed originale armonia.


    La casa natale di Smareglia, a Pola

    Nel recente passato le sue opere sono state ancora presentate al pubblico, soprattutto a quello triestino e istriano, ma oggi è un artista trascurato, ingiustamente!
    Smareglia venne paragonato a Wagner, altri lo collocarono tra Verdi e Smetana.
    Grandi personaggi quali Toscanini e Richard Strauss ammirarono la sua maestria nel contrappunto. James Joyce disse di lui: “Sarà ricordato per secoli dopo la sua morte”…

    I triestini e gli istriani dovrebbero avere più coraggio nel chiedere ai gestori dei teatri lirici presenti sul loro territorio, l’allestimento e la rappresentazione delle opere di questo loro grande artista che unì le due anime dell'Istria, quella slava e quella italiana, onorandole entrambe nell’unione della loro ricchezza culturale!

    L’infanzia e l’approccio alla musica
    Trascorse l’infanzia dapprima in Istria e poi a Fiume, dove iniziò a frequentare le scuole elementari. Continuò la formazione scolastica elementare a Capodistria e a Pisino.
    Si trasferì poi, sempre per motivi di studio, a Gorizia, da qui a Vienna dove frequentò il Politecnico ed infine a Graz.
    A Vienna e a Graz ebbe modo di frequentare il teatro dell’opera e la sala dei concerti sinfonici.
    A Graz, all’età di 16 anni ricevette le prime lezioni di pianoforte.

    Il Conservatorio di Milano, il debutto con “Caccia lontana”, la “Scapigliatura”
    Nel 1871 si recò a Milano, dove frequentò lezioni private dal celebre operista Franco Faccio e l’anno seguente si iscrisse al Conservatorio di quella città.
    Compose “Caccia Lontana”, sotto la guida del Maestro Faccio, composizione per voce e orchestra su libretto di Giovanni Pozza.
    A Milano conobbe e frequentò Arrigo Boito, Ponchielli, Tarchetti, Catalani e altri e fu vicino al movimento della “Scapigliatura”.

    Le altre opere, il successo internazionale
    Dopo avere presentato il poema sinfonico “Leonora” che venne eseguito all'esposizione di Parigi (1876), nel 1879 debuttò con l’opera “Preziosa” al Teatro dal Verme di Milano ottenendo un discreto successo.
    Bisogna considerare che all’epoca, nell’ambiente musicale milanese, la presenza di operisti affermati come Giuseppe Verdi, rendeva la via al successo dei giovani compositori ancora più ardua.
    Così Smareglia presentò le sue opere nelle capitali dell'Europa Centrale, ottenendo i complimenti del grande Brayhms e di Hanslick.
    A “Leonora” seguì “Bianca di Cervia”, presentata al Teatro alla Scala di Milano con un buon successo di pubblico e di critica (1882).
    Nel 1887 presentò l’opera “Il Re Nala” alla Fenice di Venezia, ma qui Smareglia non ebbe fortuna, fu un fiasco. Il compositore fu preso da uno sconforto tale che ne distrusse il manoscritto.
    Al Teatro Imperiale dell’Opera di Vienna (1889), con il “Vassallo di Sziegeth” (di ambiente barbarico, ambientato intorno all’anno 1000), Smareglia ottenne invece un grande successo. Il libretto venne scritto da Giovanni Pozza e Luigi Illica e tradotto in tedesco dal musicista e critico musicale Max Kalbeck. Con quest’opera ottenne altri grandi successi in molte importanti città europee e anche negli Stati Uniti, al Metropolitan di New York (1890). Nel 1893 presentò l’opera “Cornill Schut” (conosciuta anche con il titolo “Cornelius Schut”) a Praga, a Dresda, a Monaco e a Vienna.

    L’opera “Nozze Istriane”
    Il 28 marzo 1895 Smareglia ottenne un successo trionfale, presentando a Trieste, al Teatro Comunale, il dramma lirico in tre atti, su libretto di Luigi Illica intitolato “Nozze istriane”. Questo lavoro venne anche presentato al pubblico di Vienna e in molti importanti teatri europei (Praga, Berlino, ecc.).
    Nel 1905 venne presentata a Venezia, al Teatro La Fenice.
    La vicenda narrata dall’opera è ambientata a Dignano, in Istria, sul finire dell’Ottocento e racconta di un torbido dramma d'amore e gelosia.

    Qui il testo completo del libretto.

    Nonostante le analogie con Cavalleria Rusticana, Smareglia riuscì a comporre con senso della misura, con eleganza di toni e di timbri musicali, discostandosi dalla accesa passionalità presente nell’opera di Mascagni.

    La collaborazione con il triestino Silvio Benco
    Nel 1896 Smareglia compose un inno per banda e coro, per la cerimonia dello scoprimento a Pirano del monumento a Tartini, in collaborazione con il letterato triestino Silvio Benco, che scrisse il testo.
    Nel 1897, a Venezia, su libretto di Benco, venne rappresentata a Venezia “La Falena”.
    Questa fu la prima opera, parte di una trilogia, che si completerà con “Oceania” diretta da Arturo Toscanini alla Scala di Milano nel 1903 e con “Abisso” del 1914 diretta da Tullio Serafin, e dedicata ad Arturo Toscanini.

    La cecità, la scomparsa della moglie, la nomina a Direttore Onorario del Conservatorio di Trieste
    Nel 1900 Smareglia cominciò a perdere la vista, ma non si scoraggiò e continuò a lavorare facendosi aiutare dai figli Ariberto e Mario e anche da alcuni suoi studenti e amici come Primo della Zonca, Gastone Zuccoli e Vito Levi. La scomparsa della moglie, avvenuta nel 1918, causò a Smareglia un senso di profondo sconforto che espresse musicalmente nei componimenti di carattere religioso: “Salveregina”, “Pater Noster”, “Ave Maria”.
    Nel 1921 fu nominato Direttore Onorario del Conservatorio G. Tartini di Trieste, dove insegnò composizione.

    Il ritiro a Grado, la collaborazione con Biagio Marin
    In seguito si ritirò a Grado dove compose le “Canzoni Gradesi”, sui versi del grande poeta Biagio Marin.
    Si racconta che un giorno Biagio Marin chiese a Smareglia quale scelta culturale avrebbe voluto fare se cioè avesse preferito vivere e lavorare a Milano o a Vienna. Il Maestro rispose così: “Io non avrei voluto calarmi né di qua né di là, perchè vede, Marin, siamo di questa terra, così commista di genti diverse, e ad essa appartengo: dove avrei dovuto veramente calarmi?”

    La riconoscenza del compositore nei confronti della propria madre
    Smareglia fu sempre molto riconoscente alla madre che da bambino lo introdusse alla musica. Disse di lei: “Da bambino io ho imparato da lei tante belle canzoni croate. Mia madre aveva una dolcissima voce, e quando me le cantava io restavo affascinato: mi prendeva tutto in quell’onda così calda, così melodiosa e io sono rimasto con le radici dell'anima in quel canto... Forse non ci si è resi conto quanto di mia madre c’è nelle Nozze Istriane. Questo è il mio dono all’Istria, alla mia terra, alla mia gente, in tutti i suoi limiti”.

    Gli ultimi anni, l’opera Pittori Fiamminghi, la solitudine e la povertà
    Nel 1921, l’amico Arturo Toscanini propose a Smareglia di terminare l’opera Nerone di Arrigo Boito, lasciata incompiuta dal grande scrittore e operista padovano. Accettò l’incarico ma dopo aver ultimato il I atto, abbandonò il lavoro (che verrà portato a termine da Vincenzo Tomassini), per le difficoltà dovute alla cecità divenuta ormai pressoché totale.
    Poco prima di morire, Antonio Smareglia effettuò un radicale rifacimento della sua opera “Cornill Schut”, e la ripropose al pubblico triestino nel 1928 con il titolo di “Pittori Fiamminghi” che ritrae la civiltà artistica fiamminga del 1500. Fu il suo ultimo successo: il 15 aprile 1929 morì a Grado.

    Opere
    - Caccia lontana (1875) libretto di Giovanni Pozza, sotto la guida del Maestro Franco Faccio.
    - Leonora (1876), poema sinfonico, eseguito all' esposizione di Parigi.
    - Preziosa (1879), opera, prima esecuzione al Teatro Dal Verme, Milano.
    - Bianca da Cervia (1882), opera, prima esecuzione al Teatro alla Scala, Milano.
    - Re Nala (1887), opera, prima esecuzione alla Fenice, Venezia 1887
    - Vassallo di Szigeth (1889), opera, prima esecuzione al Teatro Imperiale dell’Opera di Vienna, in lingua tedesca.
    - Cornill Schut (1893) nota anche con il titolo “Cornelius Schut”, rifatto sotto il titolo Pittori Fiamminghi, opera, prima esecuzione a Praga, in lingua ceca.
    - Nozze Istriane (1895), opera su libretto di L. Illica, prima esecuzione al Teatro Comunale a Trieste.
    - Falena (1897), opera, prima esecuzione a Vienna.
    - Oceania (1903), opera, prima esecuzione alla Scala di Milano.
    - Abisso (1914), opera, prima esecuzione alla Scala di Milano.
    - Pittori Fiamminghi (1928) (rifacimento del Cornill Schut), Trieste 1928

    Componimenti di carattere religioso su versi di Biagio Marin.
    - Salve Regina,
    - Pater Noster,
    - Ave Maria,

    Componimento su versi di Biagio Marin.
    - Canzoni Gradesi.


    Bibliografia - Ambiveri C., "Operisti minori dell'Ottocento italiano", Roma, Gremese Editore, 1998
    - Benco S., Ricordi di Smareglia, Edizioni Umana, Duino, 1968
    - Donorà L., Antonio Smareglia, Cenni biografici. Famiglia Dignanese. Bologna 1982.
    - Gori G., Petronio M., Antonio Smareglia, lettere, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Lettere e Filosofia, Edizioni dell'Ateneo, Trieste 1985
    - Zlatić S., Antonio Smareglia, u. Istra, 1977
    - Radole G. I musicisti e la poesia di Biagio Marin. Comune di Grado 1991

    Altri testi
    - Antonio Smareglia (1854-1929) - Sveučilišna knjižnica u Puli (biblioteca universitaria di Pola), 2004


    La copertina delle Nozze Istriane


    La copertina di un CD delle Nozze Istriane


    Targa bilingue in croato ed italiano sulla casa natale a Pola