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LA CRISI

Vertice Pdl: tre ore di discussione
Alfano a Palazzo Chigi da Letta

Dopo lo stato maggiore del partito, faccia a faccia Berlusconi-Alfano. Santanchè: «Disponibile a offrire la mia testa»

LA CRISI

Vertice Pdl: tre ore di discussione
Alfano a Palazzo Chigi da Letta

Dopo lo stato maggiore del partito, faccia a faccia Berlusconi-Alfano. Santanchè: «Disponibile a offrire la mia testa»

Silvio Berlusconi e Angelino Alfano (Ansa)Silvio Berlusconi e Angelino Alfano (Ansa)
È l'ora del chiarimento nel Pdl. E Daniela Santanchè è disponibile a «offrire la propria testa ad Alfano» in nome dell'unità del partito. Le colombe, guidate dal vicepremier dimissionario e dagli altri ministri «dubbiosi» sulla scelta di lasciare il governo Letta, hanno chiesto un chiarimento dopo i convulsi fatti degli ultimi giorni. L'ex premier e leader del Pdl Silvio Berlusconi ha incontrato lo stesso Alfano, nelle vesti di segretario del Pdl, nella sua residenza romana di palazzo Grazioli. Un faccia a faccia che ha seguito la riunione con i capigruppo Pdl di Senato e Camera Renato Schifani e Renato Brunetta, il coordinatore del partito Denis Verdini e il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, mentre le altre "colombe" non erano presenti. In tutto la visita del segretario del Pdl a Palazzo Grazioli è durata tre ore. Erano presenti anche Niccolò Ghedini e Gianni Letta. Quest'ultimo si è poi recato dal ministro dei Rapporti col Parlamento Dario Franceschini, mentre Alfano è andato a Palazzo Chigi per incontrarsi col presidente del Consiglio alla presenza anche dei ministri dimissionari Gaetano Quagliariello, Nunzia De Girolamo e Beatrice Lorenzin.

LA RICHIESTA DI SANTANCHÈ - Secondo la coordinatrice organizzativa, Daniela Santanchè, Alfano avrebbe preteso il suo siluramento: «Mi risulta che il segretario ha chiesto la mia testa come condizione per mantenere l'unità del Pdl-Forza Italia - ha dichiarato in una nota -. Detto che ciò dimostra la strumentalità della protesta in corso da parte dei nostri ministri dimissionari, non voglio offrire alibi a manovre oscure e pericolose. Pertanto la mia testa la offro spontaneamente al segretario Alfano, su un vassoio d'argento, perché l'unica cosa che mi interessa per il bene dei nostri elettori e dell'Italia è che su quel vassoio non ci finisca quella del presidente Berlusconi».

CONFRONTO - Il confronto tra Berlusconi e Alfano avrà anche inevitabili ripercussioni sul destino del governo guidato da Enrico Letta. Se ci fosse una scissione nel partito c'è chi giura che una quarantina di senatori Pdl potrebbe votare mercoledì la fiducia all'esecutivo. Non è detto però che anche in caso di riconciliazione tra Berlusconi e quello che una volta era il suo «delfino» il Pdl rimanga compatto. Sul fronte cattolico infatti molte sono le perplessità dei parlamentari legati al ministro Maurizio Lupi. Si parla di una quindicina di senatori Pdl pronti comunque a votare la fiducia. Ipotesi fondate o pure fantasie? Solo mercoledì sapremo la risposta. Ma una tappa molto importante si corre in queste ore.

FIDUCIA - Non è chiaro poi neanche che tipo di fiducia il premier Letta chiederà alle Camere mercoledì. Il presidente del Consiglio «non può chiedere un voto di fiducia prima di aver sciolto il nodo delle dimissioni» dei cinque ministri Pdl, prima deve risolvere questo «rebus» e «solo dopo può chiedere alle Camere di esprimersi favorevolmente o meno rispetto al suo governo: l'alternativa è dimettersi» sostiene il capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta in una lunga dichiarazione.

LUPI - Sono sempre ottimista, molto ottimista». Il ministro dimissionario Lupi invece non mette neanche in discussione la legittimità della richiesta di Letta e, in piazza Montecitorio, ai cronisti che gli chiedono se il Governo «ce la farà» a superare la questione di fiducia che sarà posta in Parlamento risponde: «Sono sempre ottimista, molto ottimista». Quanto al confronto interno nel Pdl e alla crisi, afferma: «La mia posizione la conoscete».

NAPOLITANO - Intanto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto al Quirinale il premier Enrico Letta e il ministro per i Rapporti con il Parlamento e coordinamento attività di governo, Dario Franceschini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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