La gastronomia del matzuri: che festa sarebbe senza cibo?
Il Giappone ha un vero e proprio culto per il “cibo da strada”: ottime leccornìe di tutti i generi a buon mercato che, a qualsiasi ora del giorno e della notte, potete trovare lungo le strade di qualsiasi città, villaggio o metropoli che sia. Yakitori, takoyaki, okonomiyaki, taiyaki, yakisoba, onigiri; ma anche squisitezze occidentali rivisitate come crèpes, bagels, tacos, per finire con i dolciumi, che raffigurano manga o personaggi dei cartoni… Veri e propri luna park della delizia, a prezzi irrisori. E i matsuri non fanno eccezione, cambia solo la quantità dei banchi per le strade: esponenziale!
Matsuri yatai (祭り屋台), letteralmente banco della festa, è la tipica piccola installazione predisposta all’uopo. Già dalle prime luci dell’alba i ristoratori predispongono i banchi che esporranno i loro piatti succulenti; se ne snodano file pressoché interminabili su ogni lato delle vie. Persino i supermercati, i Konbini,(mutuato dal termine inglese convenience store) ed i ristoranti locali espongono i propri banchetti dinanzi alle loro vetrine.
Passeggiando tra le bancarelle, i giocattoli si alternano ai pesciolini rossi, ai dolciumi tradizionali ed ai leccalecca di Doraemon e Kittychan, ma a farla da padroni sono i succulenti piatti dei banchi di street food, da gustare rigorosamente in piedi, “alla giapponese”, fermi dinanzi al banco d’acquisto sino alla fine della degustazione, oppure da consumare “all’occidentale”, assaporando gli spiedini o le altre prelibatezze mentre si passeggia tra i colori della festa.
Di alcuni di questi piatti si è già detto altrove, ma vale la pena riassumerli in un unico menu festaiolo, così da aumentare nel lettore il piacere ed il desiderio del palato, al contempo immergendolo con gli occhi e la mente nei sapori, aromi, suoni e colori di un matsuri!
Il chikuwa è uno spuntino molto gustoso a base di polpa di pesce che viene cotta attorno ad uno stecco e poi sfilata, in modo da formare un cilindro di forma tubolare. Una volta tagliato assomiglia a degli anelli, da cui il nome (che infatti letteralmente significa “anello di bambù”). Servito con salsa di soia, viene spesso farcito anche con formaggio e cetrioli.
I takoiaki, letteralmente “polpo arrosto”, specialità tipica di Osaka, si prepara scaldando una teglia con delle cavità semisferiche, all’interno delle quali va versato il composto a base di uovo e tako, polpo, che poi viene infilzato con uno spiedino e rigirato all’interno delle cavità sino a fine cottura. Le palline così ottenute vengono condite con maionese, una salsa apposita a base di soia e ketchup, alga aonori e kazuo e servite in apposite vaschette da asporto, per essere mangiato caldissimo, quasi rovente. Piccola curiosità: è credenza comune che i gestori dei banchi di takoyaki fossero ex affiliati alla yakuza poi riscattatisi.
Lo ikayaki, altro tipico piatto “osakese” e comunissimo nei matsuri un pò dappertutto, è una sorta di frittata a base di acqua, farina e calamari. Di velocissima esecuzione viene cotto in una piastra particolare simile ad una pressa metallica che la schiaccia contemporaneamente da entrambi i lati. Ne esiste anche una versione più comune in cui i calamari vengono semplicemente arrostiti e conditi con la salsa di soia.
I taiyaki sono tipici dolcetti a forma di pesce, una sorta di pasta tipo wafer farcita con crema di azuki, e preparata in apposite piastre a forma di orata (tai).
Lo yakisoba, conosciuto anche come il “pasto dello studente” per via del prezzo contenutissimo, è il piatto protagonista di ogni matsuri che si rispetti: il nome dice tutto, trattandosi infatti di soba, ovvero pasta di grano saraceno, saltata alla piastra con aggiunta di zenzero e verdure varie tagliate sottilissime; la pasta viene poi guarnita con alghe aonori, katsuobushi e shoga. Spesso viene saltata con l’aggiunta di pezzetti di carne o gamberetti.
Gli onigiri sono poi le classiche polpette di riso bianco a forma di triangolo, ripiene di salmone o di prugne umeboshi, e avvolte nell’alga nori. Vero e proprio simbolo della cucina giapponese take away, è ciò che di più semplice, veloce e gustoso si possa assaggiare mentre si passeggia tra le bancarelle o i carretti di dolciumi.
Ma non finisce qui..... ancora okonomiyaki, yakitori, zucchero filato, mele caramellate.....e da bere, l’immancabile tè verde, o l’imbarazzo della scelta tra le ottime birre autoctone, da sorseggiare magari mentre si ammirano, in special modo durante i matsuri estivi, gli hanabi, i meravigliosi e colorati spettacoli pirotecnici giapponesi.
Loredana Marmorale
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