Di umili origini, nel 1861 entra come apprendista nella bottega dello scultore Emanuele Caggiano e, in seguito, nello studio di Stanislao Lista, insieme all’amico Antonio Mancini. Fin dal suo esordio nel 1868 alla Società Promotrice di Belle Arti di Napoli dimostra la sua intolleranza verso la cultura accademica, avviando una serrata ricerca sulla realtà napoletana che lo vedrà affermarsi come indiscusso caposcuola dell’orientamento verista. All’inizio degli anni settanta esegue i ritratti in terracotta e bronzo di amici artisti e personalità famose, ma la sua produzione si distingue soprattutto per i soggetti tratti dal mondo popolare, fanciulli e scugnizzi, resi con straordinaria veridicità. Grazie all’interessamento del mercante d’arte Alphonse Goupil, nel 1877 esordisce al Salon di Parigi, dove soggiorna per un breve periodo stringendo amicizia con il pittore Ernest Meissonier. Al suo rientro a Napoli nel 1880 sulla suggestione della scultura antica classica ed ellenistica realizza una serie di opere con le quali ottiene un successo internazionale e prestigiose commissioni. Dal 1887 in seguito all’insorgere di problemi psichici si chiude in un isolamento volontario dedicandosi esclusivamente alla grafica. Nel corso del secondo decennio esegue opere di soggetto mitologico derivate da modelli antichi, realizzate con gusto da orafo in argento e oro.