Milano (TMNews) - Movimento 5 Stelle sul piede di guerra durante il dibattito al Senato sul disegno di legge che modifica il reato di voto di scambio politico-mafioso. Il provvedimento è stato approvato dall'Aula ed è così diventato legge, con 191 voti favorevoli, 32 contrari e 18 astenuti, ma la seduta è stata burrascosa, tanto che tre senatori del Movimento sono stati espulsi dal presidente del Senato.I 5 stelle hanno denunciato il "bavaglio" che sarebbe stato imposto contro i loro interventi in aula, e hanno esposto cartelli di protesta, intonando a più riprese il coro "fuori la mafia dallo Stato" e accusando la maggioranza di avere fretta per poter dare corso prima delle elezioni a un "nuovo patto" con le cosche. Pomo della discordia, una modifica del testo introdotta dalla Camera rispetto alla versione approvata in precedenza dal Senato, che abbassa le pene per i politici che si accordano con i mafiosi per ottenere il loro sostegno elettorale: si passa da una pena minima di sette anni di carcere e una massima di dodici, da un minimo di quattro e un massimo di dieci.Il senatore Mario Giarrusso, dei 5 stelle, nonostante i rimproveri ha citato nel suo intervento il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano chiedendo spiegazioni sui suoi incontri con il magistrato siciliano, Giovanni Tinebra: per lui dietro il dibattito sul ddl c'è "la trattativa Stato-mafia".