L’Ordine del Piemonte, che già aveva fatto una sperimentazione a Torino, presenta questo protocollo di intesa che lascia molte perplessità…
Lo psicologo aderente al progetto non solo si presta a fare consulenze a prezzo agevolato, ma dovrà pagare alla farmacia che lo ospita un corrispettivo da concordare di volta in volta con i diversi titolari delle farmacie.
In questo modo: la farmacia ci guadagna in visibilità, perché offre un servizio in più, che a giudicare dall’andamento delle varie iniziative, è decisamente richiesto. E la farmacia ci guadagna pure economicamente, con poco/alcuno sforzo.
Lo psicologo, invece, non si capisce bene cosa guadagni effettivamente…visibilità? Quella sì, forse. Ma poi? Se in farmacia offre prezzi agevolati, come può immaginarsi di portare il paziente in privato? A maggior ragione se la prestazione è legata alla sua presenza in farmacia e la farmacia ci guadagna.
Molte, molte perplessità…
Clikka e leggi il protocollo di intesa
[*aggiornamento 24 Aprile 2013: Pare ci sia stato un autentico ribaltone in seno all'Ordine Piemontese, con la minoranza passata a maggioranza che non ha approvato la spesa di 3000 euro prevista per la formazione dei farmacisti in merito al progetto di cui sopra. Come andrà a finire?]