La Juventus e la terza stella
Deciderà la Federcalcio

Jean Claude Blanc, neopresidente della Juventus, in una recente intervista alla Gazzetta ha ribadito con decisione quanto aveva già sostenuto in occasione del suo insediamento: "La Juventus ha vinto 29 scudetti: in caso di vittoria in questo campionato, metteremo sulla maglia la terza stella". Il n.1 del club bianconero non accetta in pratica il verdetto della giustizia sportiva: due scudetti revocati per Calciopoli (di cui uno assegnato all'Inter). Una provocazione, la sua. Ma vediamo, nel dettaglio, la storia della stella. E' nato tutto nel lontano 1958: quando la Juve vinse il suo decimo scudetto il presidente bianconero Umberto Agnelli chiese alla Lega Calcio, presidente Giuseppe Pasquale, di potersi fregiare di un simbolo sulla maglia. La Lega passò la domanda alla Figc: e il consiglio federale della Federcalcio, presidente Ottorino Barassi, decise che chi aveva vinto dieci titoli poteva portare un "distintivo particolare" (delibera del 29 maggio 1958). Senza precisa cosa, non si parlava ancora di stella. Fu la Lega che un mese dopo stabilì, in un suo consiglio, che quel distintivo era una stella.

Seconda puntata: 1982. La Juventus vince altri dieci scudetti e chiede di potersi fregiare della seconda stella. Arriva la seconda autorizzazione, in data 31 luglio 1982. Ipotesi: la Juve a fine stagione vince lo scudetto, che fa Blanc? Chiede alla Lega, che poi gira la richiesta alla Figc, di poter mettere la terza stella? Per la Figc gli scudetti vinti dal club bianconero sono 27, e quindi la risposta sarebbe negativa. Più problematico potrebbe diventare, secondo un fronte bianconero assai ampio, se al processo di Napoli per Calciopoli dovesse cadere l'imputazione di associazione per delinquere. In questo caso molti tifosi bianconeri, tramite gli avvocati, potrebbero chiedere alla Figc di "restituire" i due scudetti tolti. O almeno uno. Secondo Giancarlo Abete, e alcuni esperti di via Allegri, non sarebbe possibile. Trattandosi di due ordinamenti giuridici diversi. Ma la materia, qui, è molto controversa. Si vedrà.


Ascolti tv: il basket batte il volley
Ascolti tv, ecco come vanno volley e basket. Volley maschile (Rai Sport Più): Modena-Taranto, 0,17% di share, 30.748 audience, 241.249 contatti. Basket maschile (Sky): Milano-Cantù, 0,48% share, 94.385 audience, 295.127 contatti; Varese-Bologna, 0,52% share, 75.895 audience, 223.774 contatti.

Dilettanti, stadi senza barriere e violenza in calo
Ci tiene molto, Carlo Tavecchio: l'operazione "stadi senza barriere" è uno dei fiori all'occhiello della sua Lega Dilettanti. La politica "guardia alta contro la violenza" sta dando i suoi risultati: più che positivo, nel mondo dei dilettanti, il trend della stagione 2008-'09 rispetto alla precedente. Diminuiti notevolmente gli scontri fra tifosi e polizia, meno aggressioni alla terna arbitrale, meno scontri fra tifoserie e tifosi arrestati. Sono aumentate solo, in maniera sensibile, le gare a porte chiuse: da 10 a 24 (più 240). Le partite dilettantistiche monitorate dall'Osservatorio sono state 283 (271 l'anno precedente). Ma oggi il Riccione (Campionato nazionale dilettanti) ha avuto una squalifica pesante, 4 gare a porte chiuse, e il Chieti tre. La battaglia è ancora lunga da vincere. Stadi senza barriere: non hanno mai dato problemi, l'iniziativa merita di essere incrementata. Il primo (2005) è stato quello di Montecchio Maggiore, poi lo stadio dell'Itala San Marco. Solo ad Agnone, in Molise, uno spettatore ha cercato di dare un calcio ad un massaggiatore. Ma non per questo si deve mollare. I tifosi vanno educati alla legalità.

Macalli e la cura dimagrante: "Massimo 54 società"
La ricetta di Mario Macalli, presidente della Lega di serie C (ora si chiama Lega Pro) dal 1997. Riforma dei campionati: "Non vogliono farla, né la faremo mai. Ma io per la mia Lega vedo bene 54 club, non 90 come adesso". Poi, la stoccata all'ex amico Giancarlo Abete ("deve governare, non barcamenarsi") e a Carlo Tavecchio, n.1 della Lega Dilettanti ("il suo, molto spesso, è un professionismo mascherato"). Macalli contesta anche l'1% che spetta alla sua Lega per la nuova legge sui diritti tv e aspetta che si muova qualcosa sul fronte stadi: "Pronti a costruirne 15, con al massimo 7500 posti". La Lega Pro ha 50 anni, "ed è disposta a fare sacrifici, ma deve valere per tutti". Non ci sarà quindi riforma dei campionati, non se ne parla nemmeno più: la Lega di Milano d' altronde ha venduto l'attuale format dei campionati (serie A a 20, B a 22) sino al 2012. E non si parla più nemmeno di assemblea straordinaria per la revisione di uno statuto nato già vecchio: una buona notizia questa per Marcello Nicchi, presidente degli arbitri, visto che Macalli e Tavecchio (qui alleati...) volevano togliergli l'autonomia.
(18 novembre 2009)
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