Milano, 30 giugno 2014 - 12:27

Quanto costa il Pos agli esercenti?
Oltre 550 euro al mese

Spese di attivazione, di percentuale sul transato e di commissioni per il servizio. L’incognita trasferimento sui consumatori. La mancanza di economie di scala

di Fabio Savelli

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Subito la premessa, doverosa. Il costo (per gli esercenti, che siano artigiani, professionisti, commercianti) varia in funzione di una serie di variabili: 1) Il tipo di contratto stipulato con la banca; 2) Il tipo di macchinetta installata; )Le spese assicurative ad essa correlata; 4) Il tipo di collegamento telefonico stipulato con l’operatore 5) L’esistenza o meno di un pacchetto (ad esempio Carta Sì); 6) L’esistenza o meno di un Light Pos, nuovo strumento ideato dalle banche, che sgancia la macchinetta dal conto corrente dell’esercente e lo aggancia invece ad un device come lo smartphone.

Detto questo il conto per il nostro commercialista di fiducia che da oggi ha l’obbligo di dotarsi di un Pos per il pagamento con carte di debito o credito a seconda dei desiderata del cliente sfiora i circa 600 euro mensili secondo uno studio di Federconsumatori, l’associazione di consumatori che per il Corriere della Sera ha elaborato uno specchietto su tutte le voci di spesa. «L’incognita è che questo esborso mensile venga poi trasferito alla clientela — rileva Rosario Trefiletti, presidente di Ferdeconsumatori - per questo sarebbe necessario un tavolo governativo per monitorare gli effetti di questa misura che giudichiamo comunque estremamente positiva». D’altronde il confronto tra l’Italia e gli altri Paesi europei è impietoso. Da noi il numero di transazioni pro-capite con moneta elettronica è di 31,06, lontano dai benchkark europei Danimarca, Svezia, Norvegia, Gran Bretagna. Esattamente la metà della media europea. Di più: da noi solo il 15% dei consumi delle famiglie avviene attraverso i pagamenti elettronici (rilevazioni dell’istituto centrale delle banche popolari (Icbpi).

Eccole le voci di costo, sintetizzate in questa tabella

min.

max.

Installazione e attivazione POS

gratis

€  150,00

Commissione mensile gestione del servizio

Modello fisso standard

€    25,00

 €    38,00

Modello Adsl/Ethernet

€    40,00

 €    59,00

Modello cordless

€    40,00

 €    50,00

Modello GPRS/GSM

€    50,00

 €    60,00


Commissione percentuale sul tranzato

2,50%

3,50%

Commissione fissa per singola transazione

 €       0,30

 €       0,50



Elaborazione O.N.F. - Osservatorio Nazionale Federconsumatori su fogli illustrativi e condizioni economiche degli istituti bancari.
N.B. I costi relativi a canoni ed utilizzo delle linee telefoniche, oltre quelli relativi ai materiali di consumo (la carta per gli scontrini) sono a carico dell?esercente.

Il costo di installazione e di attivazione del Pos può raggiungere la cifra di 150 euro una tantum, ma ci sono alcuni operatori che permettono la gratuità perché ne ricomprendono la spesa all’interno delle commissioni mensili relative al servizio. Qui dipende dal modello utilizzato. Lo standard di rete fissa costa dai 25 ai 38 euro mensili. La spesa lievita per l’Adsl, rete Ethernet (dai 40 ai 59 euro), per il modello Cordless (dai 40 ai 50 euro), a quello Gsm/Gprs che lievita fino a 60 euro mensili. In aggiunta ci sono le commissioni percentuali sul transato, che variano dal 2,5% fino al 4% a seconda degli istituti di credito. Infine sussiste persino una commissione fissa per ogni singola transazione (dai 30 ai 50 centesimi). Voci che per le partite Iva sono ovviamente detraibili nella dichiarazione dei redditi, quindi nel calcolo bisogna comunque fare la tara immaginando un esborso complessivo pari a poco più della metà.

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Pos obbligatorio: le alternative alle ?macchinette? tradizionali

Tuttavia la preoccupazione delle associazioni dei consumatori resta, perché l’ipotesi di un ricarico sul cliente finale non è assolutamente peregrina, anzi. Dice Trefiletti che sarebbe necessario un maggiore confronto tra le associazioni di categoria (Confcommercio, Confesercenti, Cgia di Mestre, Confprofessioni, Abi) stipulando eventuali accordi in modo da realizzare economie di scala (già peraltro in vigore per i marchi della grande distribuzione) impedendo che i costi finali si abbattano sul consumatore. I corpi intermedi battano un colpo, il governo pure.

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