"L'amore è invisibile", il nuovo Mango. "U2, Sting, De André... canto quello che mi piace"

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"L'amore è invisibile", il nuovo Mango. "U2, Sting, De André... canto quello che mi piace"

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Il nuovo album del cantante lucano è un progetto originale. Tante cover ("non le chiamerei neanche cover, sono  totalmente ricreate") e tre brani originali. "Pochi in Italia si mettono alla prova con un progetto internazionale"


Mettere insieme David Bowie e Pino Daniele, gli U2 e Nino Buonocore, Sting e Fabrizio De André. Mango punta davvero in alto con il suo nuovo album, "L'amore è invisibile", un progetto molto originale nel quale, accanto a tre sue nuove canzoni, si mette alla prova rileggendo, interpretando, riscrivendo alcune delle più belle canzoni del repertorio italiano, di quello rock e pop internazionale. Non un disco di cover, ma un disco di Mango, prodotto egregiamente da Mango stesso assieme a Rocco Petruzzi (tastiere e programmazione) e Carlo De Bei (chitarre).

Tutto questo arriva dopo un lungo periodo di sostanziale silenzio...
"Sì, l'ultimo concerto l'ho fatto il 19 dicembre del 2011, poi sono sparito completamente. Mi piaceva l'idea di buttarmi in questo progetto con passione, di infilarmi alla ricerca di sonorità particolari per realizzare alcuni brani, e trovare per ognuno una soluzione diversa. Alla fine avevo circa 50 pezzi sui quali lavorare e in più, in parallelo, scrivevo brani nuovi. Alla fine ho scelto un pugno di canzoni e ci ho messo vicino tre mie cose nuove che mi sembrava avessero lo stesso spirito".

Quindi due versanti insieme, la sua natura di autore e quella di interprete, mettendo insieme brani originali e cover?
"Non sono cover, non credo proprio. Fare una cover significa riproporre il brano con la stessa atmosfera, cambiando solo il cantante, io invece ho avuto un approccio diverso. Per cantare una canzone che non ho scritto devo scaricarla completamente da quello che cerca prima, spogliare il pezzo, vederlo nudo e poi rivestirlo, ricominciare a vedere la cosa da un altra angolazione. Ed è la cosa più difficile del mondo".

Il repertorio è particolarmente ampio, si passa da One degli U2 al De Andrè di Amore che vieni, amore che vai...
"Sì, e questa ampiezza ti permette di seguire l'onda, di raccontarti in maniera completa. E di muoverti nella musica con libertà. Scrivimi, ad esempio, la canzone di Buonocore, l'ho riascoltata per caso una mattina, alla radio, ne ho parlato con Rocco e Carlo e ci siamo detti che valeva la pena mettere in cantiere anche un brano così. Allo stesso modo abbiamo scartato molti altri pezzi, che ci sembravano bellissimi, ma quando siamo andati ad arrangiarli ci sono apparsi orribili. In pochi in Italia si mettono alla prova con un repertorio internazionale".


"Ho sempre cercato di muovermi al di là del provincialismo", prosegu Mango. "Io nasco come cantante, a sei, sette anni già mi divertivo con mio fratello più grande, Michele, che aveva una cover band di cui ero la mascotte. E cantavo Aretha Frankiln, gli Stones, Otis Redding, James Brown, i Led Zeppelin, tutto quello che era internazionale, italiano quasi niente, al massimo qualche brano di Battisti. E poi oggi un tuo disco quando esce su Internet è immediatamente in tutto il mondo, non solo in Italia, ti devi confrontare con la realtà internazionale, non si può fare finta che non sia così e guardare solo nel proprio piccolo orticello".

E però magari ascoltando Mango che canta Heroes di Bowie, qualcuno commenterà: "ma come si è permesso?"
"Mi sono permesso eccome e penso pure di aver fatto bene. E non vedo perché non avrei dovuto. L'importante è affrontare le cose con passione, con idee. Penso di aver fatto delle cose originali e belle, ad esempio non ci sono altre versioni solo vocali di Fields of gold di Sting ed è stata una bella scommessa. A me questo interessa, fare delle cose che altri non fanno e io posso trovare interessanti. Crederci e provarci".

Adesso, dopo l'album si torna sulla strada?
"Partirò in tour alla fine di giugno, poi mi piacerebbe riprendere lo spettacolo in teatro, come tre anni fa, è stata una cosa meravigliosa, in trio, che mi ha dato tantissime soddisfazioni".