Mito Baggio in 10 motivi
Votate il suo gol più bello

Da lunedì 1 marzo in edicola "Io che sarò Roberto Baggio": il campione più amato ci racconta la sua favolosa carriera

MILANO, 22 febbraio 2010 - Roberto Baggio piace ancora, piace sempre. Piaceva alle mamme d’Italia, come Gianni Rivera. E agli italiani nel mondo, come Paolo Rossi. Quando lascia, scrivono (in Svezia, dove sono freddi): "Il calcio senza Baggio è come il cielo senza sole". Baggio è stato calcio e poesia. La fantasia e l'orgoglio. Il dribbling e il dolore. La rabbia e la bellezza. Fiorentina, Juventus, Milan, Bologna, Inter e Brescia. E un codino e un orecchino, l'azzurro più intenso. Poi è stato tantissime altre cose. Perché è diventato un mito del calcio? Ecco dieci motivi.

1 — Perché è buono, gentile e rispettoso con tutti. Vuole bene alle persone semplici.

2 — Perché ha sempre amato il mondo dei bambini, raccontava e racconta le barzellette e (quando giocava) faceva la pubblicità del latte e il verso alla mucca.

3 — Perché da bambino a Caldogno giocava a pallone sulla strada. Come un brasiliano, agile ed elegante. Ed è lì che ha imparato a giocare con tutto il suo corpo.

4 — Perché si rivede in Messi, uno che quando ha la palla hai sempre l’impressione che possa succedere qualcosa ed è difficile, quasi impossibile, prenderlo.

5 — Perché è sempre stato molto delicato e vulnerabile ma ha saputo difendersi bene da tutto e da molti. E ha imparato presto a giocare anche con la vita.

6 — Perché è stato picchiato e massacrato e le sue gambe erano due carte geografiche, piene di segni, di colpi e di cicatrici. E quando gli dicevano "Corri, coniglio!", lui rispondeva senza alzare la voce: "Chi è entrato e uscito dagli ospedali sin da piccolo non avrà un coraggio da leone, ma da uomo sì".

7 — Perché ha sempre pagato lui. Quando c’era da dare una colpa, quella colpa era sua. Non ha cercato scontri o guerre con i suoi allenatori: sono arrivate forse, anche perché è sempre stato molto popolare. E la popolarità spesso può dare fastidio.

La nuova iniziativa della Gazzetta dello Sport
La nuova iniziativa della Gazzetta dello Sport

8 — Perché è un eterno ragazzo di provincia che crede nell’amicizia, nella sincerità, nella vita vera. E’ nato a Vicenza, è diventato cittadino del mondo, si è fatto conquistare dalla Pampa argentina, ma è tornato sempre a casa. Ha detto: Vicenza (Caldogno, Altavilla) sono io, la mia famiglia, il mio futuro. Ha detto: non sono andato a giocare da altre parti perché ho bisogno di vivere qui.

9 — Perché ha incantato anche gli scrittori e i poeti, i cantanti e i grandi del teatro. Un giorno Vittorio Gassman, il Mattatore, gli disse: "Caro Baggio, con la sincerità doverosa dei vecchi le confesso: non sono mai stato tifoso di nessuna delle squadre in cui lei ha giocato. Ma sono sempre stato suo tifoso. C’è in lei qualcosa di diverso. La trovo un uomo modesto, piacevolmente umile".

10 — Perché aveva il numero della fantasia. Il numero 10. Come Sivori e Platini. Zico e Maradona. Il 10, come Edson Arantes do Nascimiento detto Pelè.

Per tutti questi, e altri milioni di motivi moltiplicati per 10, Roberto Baggio piace. O forse soltanto per un motivo: perché è e resterà "Robertobaggio". Forever.

Germano Bovolenta© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi qui di seguito gli ultimi commenti a questo articolo

Per saperne di più

Gazzetta TV
 

Poker

GIOCA ONLINE NELLE POKER ROOM ITALIANE!
Pubblicità
Altri caratteri

Gazza Town

Gazzetta store

  • SOLDATINI D’ITALIA La storia italiana attraverso mitici soldatini dipinti a mano. Ogni giovedì in edicola solo con Gazzetta.
  • TOURIST TROPHY 2011La collana ufficiale in DVD dedicata al TT 2011 e alle migliori gare stradali. Dal 5 luglio in edicola solo con Gazzetta.
  • FABRI FIBRA COLLECTION Tutti gli album del n.1 del rap italiano. Dall’ 8 luglio in edicola CONTROCULTURA a soli 9,99 euro!
  • Libreria Rizzoli.it SCOPRI IL DIGITALE!
    Scarica GRATIS "Pinocchio" di Collodi in versione eBook
  • CONSIGLIATI DA GAZZETTA
  • Guarda tutti i commenti
  • kopos_atalanta | martedì 23 febbraio 2010, 16:56
    Lippi, di lui disse: "...è una persona di cui non ho stima e che non reputo importante dal punto di vista umano..."
  • pastacurta | martedì 23 febbraio 2010, 16:19
    unico neo.... che ci e andatto a fare il piu grande calciatore di tutti i tempi, colui che dipingeva poesia con la palla in una squadra come l'inter ?!? mistero... qualche black out succede proprio a tutti....
  • Armonica | martedì 23 febbraio 2010, 16:14
    IL CALCIO GIOCATO PER DIVERTIMENTO Roby Baggio mi ricorda i vecchi tempi passati a giocare nel minuscolo campo dell’oratorio, nei cortili sotto casa, con palloni d’ogni tipo, spesso di plastica, piccoli e sgonfi, perché non v’erano soldi per comperarne di nuovi. A volte non c’era nemmeno quelli, e davamo un calci ai sassi. Si, perché sono nato e cresciuto nel Veneto povero, in un paesino piccolo del vicentino a poche decine di chilometri dal paese natio e attuale residenza di Roby Baggio. Lui mi ricorda il calcio giocato per divertimento.
  • Cobas74 | martedì 23 febbraio 2010, 15:05
    Baggio ...un mito...una leggenda....un calciatore geniale e mai banale....un vero signore....peccato solo che il suo hobby sia la caccia (attività che detesto)....cloniamolo!
  • Patoschi | martedì 23 febbraio 2010, 14:59
    Baggio Un mito perché ovunque abbia giocato ha saputo incantare tutte le platee.