Il complesso immobiliare di Villa Seriman-Widmann-Foscari è situato nel comune di Mira, sul lato sinistro del Naviglio Brenta, lungo la SS. Padana Superiore, in località Riscossa di Mira, alla confluenza dello scolo Pionca nel naviglio stesso.

Il fondo su cui insiste il complesso, a sud è limitato dalla S.S. 11, ad ovest dal canale Pionca, a nord e a est dalla proprietà Azienda Agricola Riviera del Brenta.

mq 3.955 costituiscono la superficie dell'intero compendio immobiliare.

L'immobile in oggetto risulta sottoposto alle disposizioni di legge concernenti i beni di interesse storico artistico.

La villa rimase di proprietà dei Widmann fino al 1876 quando, alla morte della contessa Andreanna Widmann - Rezzonico, passa in eredità ai nipoti conte Carlo Contarini del Zaffo e Carlo Bentivoglio, con l'usufrutto per lo zio Gio' Abondio Widmann. Pochi anni dopo, nel 1883, la villa và all'asta a Dolo e viene acquistata dal signor Somazzi Francesco il quale, morendo, il 22 gennaio 1896 la lascia in eredità al figlio Carlo. Nel 1896 Somazzi Carlo la vende a Guolo Giovanni e quest'ultimo, nel 1897; la concede in affitto agli sposi Pietro Foscari ed Elisabetta Widmann, figlia di quel Gio' Abondio, usufruttuario della villa morto nel 1878. Nel 1901 Guolo Giovanni vende la villa che viene acquistata dalla stessa Elisabetta Widmann. Nel 1946 Elisabetta Widmann-Rezzonico fa donazione della villa al figlio Ludovico Foscari; il 2 settembre 1953 Elisabetta, l'ultima rappresentante dei Widmann, muore. Nel 1970, Ludovico la vendette al commendator Settimo Costanzo. L'immobile è pervenuto in proprietà alla Provincia di Venezia a seguito dell'atto di compravendita in data 19 aprile 1984 n. 39231 di Rep. rogato dal Dott. Polizzi di Venezia.

II complesso edilizio della villa, assieme alla barchessa e all’oratorio, fu costruito all'inizio del '700 dagli Scherimann o Seriman, nobili d'origine persiana. Nel 1719, era completata sia la costruzione della villa, un semplice edificio cubico, che l'edificazione dell'imponente rustico con ampio porticato e chiesetta annessa. Dall’esame di alcuni pezzi di pietra più antichi, inseriti nella muratura del rusticale, si può supporre che le nuove fabbriche erano sorte sui ruderi o sulla parziale demolizione di un altro edificio. Molto probabilmente la costruzione precedente doveva essere stata anticamente proprietà della famiglia Moro, dato che sul cortile interno della barchessa campeggia lo stemma del casato. La costruzione padronale è a pianta quadrata; al piano terra, dall'atrio classicheggiante si accede al salone centrale sul quale si aprono quattro stanze. La Villa assunse l'aspetto attuale nella seconda metà del Settecento quando i Widmann ne divennero proprietari, dando all'edificio un'impronta rococò di chiara influenza francese. Essi provvidero al riammodernamento della casa padronale e all'ampliamento della barchessa, congiungendola alla chiesetta. I lavori di ampliamento consistettero nella sopraelevazione della parte centrale dell'edificio, nel coronamento con timpano curvilineo, nell'apertura di alcune finestre e nella modifica di quelle esistenti. Nel salone centrale fu abbattuto il solaio per dare al vano una maggiore elevazione e al secondo piano furono ricavate diverse stanze da letto. Tutti gli ambienti furono finemente decorati con stucchi preziosi e policromi.