Milano - Inchiesta sulla vendita Sea. Chiesti gli atti al Comune, indagato Gamberale

di Elisabetta Soglio da il Corriere della sera

Bufera sulla Sea e su Palazzo Marino. Ieri la Procura ha indagato Vito Gamberale e Mauro Maia, del fondo F2i, per turbativa d’asta: al centro dell’inchiesta è la vendita, da parte del Comune, del 29,75 per cento delle azioni Sea, comprate nel dicembre scorso dal fondo di cui Gamberale è amministratore delegato. Sempre ieri, mentre alcuni agenti della Guardia di Finanza perquisivano gli uffici di F2i, altri sono arrivati in Comune dove hanno chiesto di acquisire i documenti che ripercorrono le tappe salienti dell’operazione iniziata col tentativo (fallito) di vendere il pacchetto di azioni di Serravalle. I giudici vogliono così esaminare il primo bando per la vendita di Serravalle (con base d’asta 170 milioni, pubblicato il 29 giugno scorso); il secondo, andato deserto come il precedente (dell’ottobre 2011, con base d’asta 145 milioni); il bando del 27 novembre che proponeva, con la stessa base d’asta di 385 milioni, due alternative ai potenziali acquirenti: o la vendita dell’intero pacchetto di Serravalle abbinato al 20 per cento di Sea, o la cessione del 29,75 per cento di Sea.

Bocche cucite a Palazzo Marino: tace l’assessore al Bilancio, Bruno Tabacci, che fin da agosto aveva ammesso che il fondo di Gamberale era interessato a entrare nel business delle autostrade e degli aeroporti milanesi. Tace il direttore generale Davide Corritore, che nel giro di pochi giorni consegnerà i documenti chiesti dalla Procura. Tace il sindaco Giuliano Pisapia, al quale l’opposizione sollecita la revoca delle deleghe di Tabacci. Rompe la cortina del silenzio il presidente del consiglio comunale, Basilio Rizzo, che pure aveva espresso pubblicamente perplessità sull’operazione Sea: «Qualsiasi chiarificazione è una cosa utile. Si tratta di capire per quale motivo i giudici ipotizzino la turbativa d’asta». E il governatore Roberto Formigoni si augura che «sia fatta la massima chiarezza in tempi brevi per la tutela dei cittadini ». L’indagine, guidata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, parte da una intercettazione trasmessa dalla Procura di Firenze a quella milanese, nella quale Maia, conversando con Gamberale, spiegava che il bando per Sea era stato costruito su misura per il fondo. Dal quartiere generale di F2i si precisa che nella intercettazione «si sarebbe parlato del possibile interesse di F2i ad acquisire una quota di Sea». E poi si ribadisce la disponibilità del fondo a collaborare con la Procura, ricordando che già in aprile Gamberale aveva fornito a Robledo «una dettagliata e documentata relazione sull’intera vicenda».

L’opposizione attacca con l’ex vicesindaco Riccardo De Corato che chiede in sintesi tre cose: che Pisapia revochi le deleghe a Tabacci, «autore della gara che ha consegnato a Gamberale la Sea»; che il sindaco «blocchi qualsiasi vendita di altre quote della Sea, come era in programma per chiudere il bilancio preventivo»; e che, subito dopo, «venga in consiglio comunale a dare un’informativa sull’intera vicenda». Stessa richiesta arriva dal consigliere Manfredi Palmeri (Fli): «Per rispetto nei confronti dell'azione puntuale della Procura e anche per rispetto del patrimonio dei cittadini milanesi, è necessario sapere e capire nelle prossime ore come ci si deve comportare in Comune nell'affrontare l'argomento Sea. Che cosa si possa e che cosa si debba fare». Già, perché giusto in questi giorni si sta definendo la delibera sul preventivo 2012, che sarà collegata ad una proposta di vendita di un ulteriore pacchetto di Sea, unica possibilità per il Comune di fare cassa e investire. Prima ancora, intorno a metà luglio, dovrà essere perfezionata l’operazione per lo scambio di quote fra Comune e Provincia (questa cede il proprio pacchetto di Sea e riceve in cambio quello di Serravalle del Comune). Ma, a questo punto, tutto potrebbe tornare in discussione.