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Corriere della Sera

IL PERSONAGGIO / Prima intervista al fondatore della societa' , tornato da pochi mesi alla guida del gruppo per rilanciarlo

" Apple e' risorta anche grazie a Gates "

Jobs: " Abbiamo puntato sull' innovazione e Microsoft ci ha dato una mano " Il successo di " iMac " e l' accordo con Ibm per usare i primi chip al rame " Ellison di Oracle era pronto a comprarci. Tv e personal non convergeranno "

----------------------------------------------------------------- IL PERSONAGGIO / Prima intervista al fondatore della societa', tornato da pochi mesi alla guida del gruppo per rilanciarlo "Apple e' risorta anche grazie a Gates" Jobs: "Abbiamo puntato sull'innovazione e Microsoft ci ha dato una mano" Il successo di "iMac" e l'accordo con Ibm per usare i primi chip al rame "Ellison di Oracle era pronto a comprarci. Tv e personal non convergeranno" DAL NOSTRO INVIATO PARIGI - Quando e' salito sul palco, in Levi's azzurri e t - shirt nera, le tremila e piu' persone che affollavano il Palais des Sports sono scattate di colpo in piedi ad applaudire. Una standing ovation interminabile. Neanche fosse stata una rock star. Cosi' Parigi ha accolto ieri Steve Jobs. Cosi' un popolo di fan irriducibili ha dichiarato il proprio affetto a quello che considera non solo il capo, ma anche la guida spirituale della Apple. Anzi, di piu'. Perche' Jobs e' visto come l'autentico inventore del personal computer, l'enfant prodige che ha saputo creare un sistema operativo basato sulla grafica, estremamente facile e intuitivo da usare, grazie al quale la comunicazione informatica e' diventata alla portata di tutti. + lui che nel suo garage di Cupertino ha dato il via al mito della Silicon Valley: nel '77 ha fondato la Apple insieme a Stephen Wozniack, e nell'84 ha lanciato il primo computer Macintosh. Una rivoluzione. Svanita quasi subito. Mentre la Microsoft di Bill Gates conquistava il mondo con un sistema Windows che per molti aspetti e' la copia di quello firmato Apple, Jobs ha perso il posto. Cacciato via. Da allora la casa della Mela non ha fatto che perdere colpi, fino a veder crollare dal 10 a meno del 3 % la propria quota di mercato, chiudere in rosso sei bilanci consecutivi e arrivare alle soglie della bancarotta. Per salvarla hanno dovuto richiamarlo in sevizio, come amministratore delegato ad interim (una qualifica "provvisoria" che lui, con una certa vanita', preferisce mantenere ancora oggi). E Jobs ha rifatto il miracolo. In poco piu' di un anno Apple e' risorta: l'azienda e' stata ripulita e rifocalizzata su una limitata gamma di prodotti, i conti dell'ultimo trimestre segnano utili per 101 milioni di dollari, il valore del titolo a Wall Street e' triplicato, la nuova linea di computer G3 ha riportato il marchio ai fasti del passato. E meglio ancora sta andando il nuovissimo computer per il mercato consumer, quell'iMac dalle forme arrotondate e i colori dell'acqua che e' stato lanciato appena un mese fa (in Italia il 12 settembre) e gia' si profila come il maggior successo commerciale Apple di tutti i tempi. Facile capire, insomma, l'entusiasmo dei fan parigini della Mela. Forse l'unico ad esserne rimasto sorpreso e' proprio lui, Steve Jobs. E lo ammette apertamente in questa intervista al Corriere. "Si', un'accoglienza di questo genere in Europa proprio non me l'aspettavo - dice -. Oggi la Apple e' come una squadra di calcio, un gruppo di persone molto unito. Credo che quegli applausi vadano a tutto il team, che sta lavorando veramente sodo". Un anno fa eravate dati per finiti, ora sembrate rinati. Cos'e' cambiato alla Apple? Come e' riuscito a rivoltarla in cosi' poco tempo? "Quando sono tornato ho scoperto che dentro l'azienda c'erano molte persone di straordinaria capacita'. A non funzionare erano i leader. Cosi', il primo passo e' stato promuovere gente giovane ai posti di comando. E tutti insieme abbiamo individuato quali dovevano essere le linee di rilancio da seguire. Un piano semplice e molto focalizzato allo stesso tempo. Ma la cosa piu' importante e' davvero stata quella di scegliere le persone giuste". + vero che nel momento di maggior crisi Larry Ellison, il presidente della Oracle, voleva comprare la Apple? Gli sarebbero bastati pochi spiccioli... "Si', e' vero. Ellison, che tra l'altro e' un mio grande amico, era pronto a fare un'offerta d'acquisto. Me ne aveva anche parlato, sebbene non nel dettaglio. Adesso invece Larry e' nel nostro consiglio di amministrazione, ha una voce importante. E naturalmente e' felice di come stanno andando le cose". Il nuovo computer iMac si sta rivelando il prodotto Apple piu' venduto di tutti i tempi. Qualche analista prevede che sara' superata la soglia delle 600 mila unita' entro l'anno. Esagerano? "Per ora, tutto quello che posso dire e' che non riusciamo a star dietro alle richieste". Proprio questo in passato e' stato uno dei grandi problemi della Apple: l'incapacita' di valutare la domanda di mercato. Un problema che ha contribuito seriamente ad aggravare la crisi... "Non commetteremo gli stessi errori. Oltre che negli impianti americani e a Singapore, stiamo attivando la produzione di iMac anche negli stabilimenti di Cork, in Irlanda, proprio per rispondere alla domanda di mercato". Con iMac la Apple sta riconquistando il suo vecchio pubblico, che era ormai passato alla concorrenza, a prodotti basati sul sistema Microsoft e Intel. Ma gli altri? "Ci sono tre tipi di consumatori: quelli di Apple, quelli di Microsoft - Intel e quelli che non hanno mai avuto un computer. Ebbene, iMac sta andando molto bene proprio fra questi due ultimi tipi, che rappresentano oltre il 15 % degli acquirenti attuali". Dopo iMac arrivera' un altro computer portatile per il mercato consumer? "Si'. Sara' pronto per il prossimo anno. Probabilmente in estate". Apple sara' anche la prima casa di computer a utilizzare i nuovi microprocessori di rame della Ibm. Con quali obiettivi? "Piu' che di ridurre i costi, ci consentiranno di produrre macchine molto piu' veloci. Ed e' proprio la velocita' una delle caratteristiche decisive. Basta pensare ai programmi multimediali, o a Internet". La carenza di programmi e applicazioni rappresenta uno dei principali motivi per cui i consumatori scelgono Microsoft anziche' Apple. La maggior parte delle case di software ormai lavora solo per Gates e soci... "La situazione sta cambiando molto rapidamente. Per iMac possiamo gia' contare su oltre 900 applicazioni, in buona parte nuove. E si va dal campo professionale ai giochi". Come sono i rapporti con Gates? Dopo tutto il capo di Microsoft ha investito nella Apple 150 milioni di dollari e vi fornisce programmi fondamentali come Office. "Con Gates e la Microsoft le relazioni sono ottime. La vecchia concezione "noi contro loro" non ha piu' senso. Gates si sta impegnando seriamente nello sviluppo di Apple. Lavora con noi e ci fornisce software che per noi e' strategico". Crede davvero che la crisi della Apple sia un ricordo passato? "Preferisco guardare a breve distanza, al ritorno dei profitti e all'impatto che i nostri prodotti hanno sul mercato. Non sono uno che ama scrutare l'orizzonte lontano. Quello che posso dire e' che attorno alla Apple e' tornata la fiducia". La sua scommessa e' pero' tutta basata sul computer: un prodotto per certi versi tradizionale, persino "vecchio" rispetto a un mondo, quello dell'information technology, che sta viaggiando verso la creazione di nuovi aggeggi piu' semplici e meno costosi (dai pc palmari collegati a telefoni cellulari fino ai set top boxes per la tv), i quali tendono a rispondere a specifiche esigenze dei consumatori e, in definitiva, a sostituirsi proprio ai personal computer. "Sicuramente il mondo dell'information technology sta cambiando con grande rapidita'. Basta pensare alle telecomunicazioni e non a caso iMac e' dotato di una connessione veloce e immediata a Internet. Ma in altri campi, non credo affatto che la convergenza sia possibile. Quella fra computer e tv per esempio: resteranno due cose diverse". Giancarlo Radice

Radice Giancarlo

Pagina 26
(18 settembre 1998) - Corriere della Sera

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