Per
visualizzare le foto cliccate sul numero.
Per scaricare
l'immagine ad alta risoluzione cliccate su
scarica l'immagine. |
|
|
Fin dalla più tenera età Eduardo
Scarpetta si divertiva a far recitare dei pupi
di pezza in un teatrino di legno da lui costruito,
e spesso coinvolgeva la piccola sorellina Gilda
facendola assistere a degli spettacolini da lui
messi su.
Fu all'età di 9 anni che Eduardo Scarpetta
assistette alla prima vera rappresentazione teatrale;
il padre, infatti, lo portò al teatro San
Carlino dove si stava rappresentando la recita pomeridiana
della compagnia di Antonio Petito (foto 1 e
2). Il contatto con Pulcinella (maschera della
quale Antonio Petito fu il più grande interprete)
non fu dei più felici; Infatti quel naso
ricurvo, quelle rughe della fronte e quell'espressione
un po' inquietante della maschera, turbarono non
poco il piccolo Eduardo Scarpetta.
Ma assistere a quella rappresentazione costituì
per lui la scoperta di un mondo nuovo e, accantonati
pupi e teatrini di legno, cominciò ad avvertire
l'esigenza di rendere più concreta questa
sua passione. Cominciava così a nascere in
Eduardo Scarpetta "il fuoco sacro" del
teatro.
All'età di 14 anni fu scritturato dall'impresario
Salvatore Mormone e, dopo qualche giorno, debuttò
al teatro San Carlino nella commedia "Cuntiente
e guaje" dove interpretava il ruolo di un
fattorino che aveva due o tre battute (foto 3
e 4). Da quel momento si aprì per lui
una strada ricca di soddisfazioni; infatti cominciò
a riscuotere le simpatie del pubblico e farsi notare
per il suo giovane talento; e, dopo qualche tempo,
lo stesso Antonio Petito (che inizialmente si era
rifiutato di instradarlo al mestiere di attore)
lo scritturò adattando su di lui il personaggio
di Felice Sciosciammocca che affiancava Pulcinella
nelle sue divertenti avventure.
Antonio Petito scrisse infatti per lui alcune farse
fra cui le più note sono: "Feliciello
mariuolo de 'na pizza" e "Felice Sciosciammocca
creduto guaglione 'e n'anno" (foto 5 e
6). Il nome Sciosciammocca, che letteralmente
significa "soffia in bocca", descriveva
perfettamente il tipo di personaggio che, un po'
allocco, un po' svampito, cercava di districarsi
da una serie di equivoci e di guai nei quali veniva
immancabilmente a trovarsi, ma fu Eduardo Scarpetta
a conferirgli le caratteristiche di personaggio
a tutto tondo che negli anni gli tributarono tanto
successo. "Don Felice" cominciò
ad essere conteso da tutti gli impresari di Napoli
(foto 7, 8, 9, 10 poi 11 e 12) mietendo un
successo dopo l'altro e conquistandosi i favori
della critica.
All'epoca la paga per un attore era davvero misera,
ma, soldo dopo soldo, recita dopo recita, Eduardo
Scarpetta riuscì a mettere da parte una somma
tale da permettergli il grande passo: mettere su
una compagnia tutta sua.
|