20 Agosto 2015
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Disoccupazione e lavoro, il Mezzogiorno segna 6 punti in più del Nord

disoccupazioneIl sistema Italia "cresce a ritmo moderato, in parte influenzato dal rallentamento del commercio internazionale". Lo sottolinea l'Istat nel suo rapporto mensile. “Ai segnali positivi provenienti dall'industria manifatturiera e dalla domanda interna - osserva l'istituto di statistica - si contrappongono i risultati negativi delle costruzioni e la mancata ripresa dell'occupazione. L'evoluzione dei prezzi rimane caratterizzata da una generale moderazione". Inoltre, "la riduzione della produttività e del contributo del capitale per ora lavorata potranno costituire degli ostacoli alla ripresa". Stazionari anche i livelli occupazionali. "Dall'inizio dell'anno, il segnale positivo rappresentato dall'incremento del tasso dei posti vacanti non si è ancora concretizzato in una crescita dell'occupazione". Il rapporto Istat non fa altro che confermare quanto già emerso dal rapporto Svimez sul tema lavoro e disoccupazione, che mette però l'accento su un'Italia che viaggia a due velocità.

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Al Sud 1 su 3 è a rischio povertà

Statistiche shock nell’ultimo rapporto Svimez. Una persona su tre è a rischio povertà al Sud. I dati del rapporto Svimez 2015 sull’economia del Mezzogiorno delineano un panorama preoccupante: dal 2011 al 2014, le famiglie italiane assolutamente povere sono cresciute di 390mila nuclei, +37,8% al Sud e +34,4% al Centro-Nord. La povertà assoluta è aumentata al Sud rispetto al 2011 del 2,2% contro il +1,1% del Centro-Nord. Nel periodo 2011-2014 al Sud le famiglie assolutamente povere sono cresciute di oltre 190mila nuclei in entrambe le ripartizioni, passando da 511mila a 704mila al Sud e da 570mila a 766mila al Centro-Nord. Ecco l’Italia a due velocità. Con un Sud sempre più verso l’arretramento e una forbice  Centro-Nord e Sud tornata ai livelli di 15 anni fa. E' forte il rischio di desertificazione industriale. "Il depauperamento di risorse umane, imprenditoriali e finanziarie - si legge nel rapporto - potrebbe impedire al Mezzogiorno di agganciare la possibile nuova crescita e trasformare la crisi ciclica in un sottosviluppo permanente". Insomma, se la situazione non cambia non si intravvedono possibilità di ripresa economica e sociale, per le regioni del Mezzogiorno. mensa-poveri2


2500 prodotti importati pericolosi, troppo pochi secondo l’Aduc

Prodotti pericolosi non alimentari di importazione: 2500 nel 2014. Troppo pochi. Secondo l’Aduc i dati non tornano. “Qualcosa non funziona nell'Ue? La Commissione europea ha fatto sapere che nel 2014, e' stato impedito l'ingresso in Unione Europea a 2.435 prodotti pericolosi non alimentari, essenzialmente giocattoli (28%) e prodotti d'abbigliamento (23%), ed essenzialmente proveniente dalla Cina (64%). Questo grazie ad un sistema di allarme rapido che garantisce il passaggio delle informazioni tra Paesi membri e Commissione. L'aumento di segnalazioni, rispetto all'anno precedente, e' stato del 3%. C'e' qualcosa che torna – denuncia l’Aduc in un comunicato - non sulla giustezza dei dati ma sull'efficacia dei controlli e forse sui sistemi di comunicazione comunitaria. Circa 2.500 prodotti pericolosi, per tutta l'Unione, con oltre 500 milioni di residenti, ci sembra un numero basso e, sostanzialmente, insignificante. giocattoli scatola01


Virdi (Cifa).Occorre piano con tempi certi per viadotto Himera

Sicilia spezzata   un momento della protestaSicilia spezzata dal crollo del viadotto Himera ma unita contro l'immobilismo. Erano in tanti stamattina a protestare nel comune di Scillato a Palermo, all'imbocco della strada provinciale e del viadotto Himera. Cittadini, istituzioni, autotrasportatori. Al loro fianco il coordinatore di Forza Italia Gibiino, il sindacato Ugl e le associazioni Anav, Aias, Confartigianato Trasporti, Fai Confcommercio, Somaac, Cifa, Sicet. Denunciano il deficit di politica economica nel Mezzogiorno e chiedono un intervento urgente e tempestivo per il ripristino della viabilità. "A tre mesi dal crollo del viadotto Himera la Sicilia è ancora divisa in due. La chiusura del tratto di autostrada Palermo-Catania crea quotidianamente disagi incredibili sia ai cittadini, costretti ogni giorno a viaggiare su un percorso a slalom con strade piene di crepe e voragini, che all’intera economia dell’isola, a partire dalle imprese che non riescono ad assicurare i trasporti nella stessa isola”.La dichiarazione arriva da Fabio Virdi, referente regionale siciliano dell’associazione datoriale CIFA in occasione della protesta.  “Anche noi come associazione abbiamo partecipato alla protesta al fianco della comunità siciliana. I cittadini e le imprese sono stanche di comportamenti fintamente attivi ma di fatto inconcludenti. Occorrono risposte decisive e tempestive ma è necessaria anche una programmazione adeguata a fronteggiare situazioni di emergenza. Ci stupisce che dopo così tanto tempo non ci sia ancora un progetto che abbia fattibilità e tempi di realizzazione certi. Considerando che andiamo verso l’inverno e che la situazione, ora difficile, potrebbe diventare drammatica, auspichiamo dal Governo un intervento urgente con un progetto serio che abbia risorse economiche e tempi certi".


Conto alla rovescia Swatch per Expo Milano 2015

1a Expo countdownA 51 giorni dall’inizio dell’Esposizione Universale, su un totem/orologio, alto più di quattro metri e istallato davanti a Expo Gate,  è scattato il countdown ufficiale.  Swatch, Official Watch & TimeKeeper di Expo 2015 lo ha fatto coincidere con il simbolico 51, il numero dei componenti e del suo movimento, tanto al quarzo che per la “rivoluzione” Sistem51. L’avvio ufficiale del conto alla rovescia è stato dato  alle 18.30 dell’11 marzo da Carlo Giordanetti, Direttore Creativo Swatch, Laura Burdese, Country Manager Swatch Group Italia, Giuseppe Sala, Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015, e dalla madrina d’eccezione Filippa Lagerbäck, showgirl e conduttrice televisiva.

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Rebaudengo, dal caso Fiat alla riforma del lavoro

“Non si parlava di diritti dei lavoratori o di 50 anni di negoziazioni con il sindacato. Bisogna piuttosto trovare all’interno del sistema Fiat una modalità che, pur salvaguardando i lavoratori e le loro conquiste, permettesse all’azienda di fruire delle prestazioni e del lavoro del personale con criteri più coerenti e più compatibili con le nuove esigenze di mercato”. Ovvero, come l’esperienza Fiat diventa un ”caso-scuola” per il sistema italiano. L'accordo siglato da Fiat e sindacati (tranne la Fiom) nel 2010 per la fabbrica di Pomigliano, con tutto quel che ne è seguito, l’accordo di Mirafiori, la battaglia legale della Fiom, l'uscita della Fiat da Confindustria, costituisce un momento di forte cambiamento nella storia delle relazioni industriali del nostro paese, portando con sé una diversa idea di collaborazione e responsabilizzazione dei lavoratori nei confronti dell'azienda. Se ne parla in “Nuove regole in fabbrica. Dal contratto FIAT alle nuove relazioni industriali” (ed. Mulino 2015). A firma di Paolo Rebaudengo, responsabile delle relazioni industriali del gruppo Fiat fino al 2012, il libro è stato presentato la scorsa settimana presso il CNEL. All’incontro hanno partecipato, oltre all’autore ed al “padrone di casa” il Presidente del CNEL Antonio Marzano, anche i presidenti delle due commissioni lavoro di Camera e Senato: Damiano e Sacconi. Nel corso del dibattito sono emerse interessanti posizioni in merito alla validità dello strumento della contrattazione collettiva nazionale, sulla rappresentatività e sulla rappresentanza. Unanimità di indirizzo, anche alla luce della classe dimensionale tipica delle imprese italiane, per quanto attiene all’utilità dello strumento della contrattazione nazionale.  Ugualmente sulla rappresentatività e quindi sull’esigibilità delle obbligazioni contrattuali, fatta salva la possibilità di un sistema sanzionatorio per i lavoratori che disapplichino le norme precedentemente assunte, dove la posizione del presidente Cesare Damiano, come ovvio, è per escludere qualsiasi azione di questo tipo. Viceversa, la posizione espressa dai partecipanti al dibattito in merito all’applicazione reale di quanto previsto all’articolo 39 della Costituzione è stata variegata e plurale, oscillando tra la volontà di dare applicazione legale alla rappresentanza, da un lato, e la volontà di continuare con  il laissez faire legislativo, dall’altro. Su questa linea, il senaore Sacconi ha espresso chiaramente l’idea che la politica non debba legiferare sulla materia della rappresentanza lasciando alla dinamica tra le parti sociali la definizione di norme e prassi condivise senza voler “imbalsamare” la rappresentanza così come, invece, spingono Confindustria, CGIL, CISL e UIL con il loro cosiddetto testo unico sulla rappresentanza.rebaudengo3


Imprenditori a nudo per salvare l'agricoltura, ecco la nuova campagna choc made in Campania

Una prima campagna media lanciata dalla incriminata Terra dei fuochi, l’area tra Napoli e Caserta divenuta caso nazionale per sversamenti illegali di rifiuti tossici e roghi nocivi, sulla pagina facebook “La Terra dei Fuochi non è sola”, qualche tempo fa titolava “Noi ci mettiamo la faccia, fuori i responsabili dello scempio”. Protagonisti erano i “non vip”, volti noti o cittadini qualunque che chiedevano nomi e responsabilità mostrando i segni dell’avvelenamento sul corpo. Messaggi forti che partivano dalla Campania registrando solidarietà ovunque, perché le emergenze di questo genere non hanno confini e possono interessare tutti, anche territori altri. Mettere la faccia però non bastava. Non almeno a risollevare le sorti dell’agricoltura locale distrutta dall’emergenza ambientale. La Campania, con Puglia e Catalogna, è uno dei tre grandi poli agroalimentari europei. E l’impatto della Terra dei Fuochi è stato devastante: cento milioni di danni secondo il presidente di Confragricoltura e un potente conseguente danno all’immagine. Addio Campania Felix. Ora a lanciare una nuova campagna choc sono gli agricoltori e lo fanno “mettendosi a nudo”, nel vero senso della parola. La foglia di fico adamitica è stata sostituita da insalata e carciofi. “Decine di cartelloni 6x3 saranno affissi nelle strade e nelle piazze principali di Napoli dal 15 al 30 marzo – si legge sul quotidiano -  Un’idea di un gruppo di giovani produttori di Acerra, che si sono autotassati per dare un messaggio ai cittadini”. Che i loro prodotti sono sani e non c’entrano nulla con la Terra dei fuochi.  20150305 fuochi


Expo e Carta di Milano, #firmaanchetu per nutrire il pianeta

Presentata ieri la Carta di Milano, l'eredità di Expo, il documento di impegno rivolto a cittadini, istituzioni, imprese e associazioni. A comunicarlo è il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.La Carta è costituta da un preambolo, dagli impegni e dalle responsabilità che si propongono a cittadini, associazioni e imprese che desiderano firmare, dalle richieste verso i governi. Uno strumento di cittadinanza globale che, come tale, investe direttamente la responsabilità dei singoli cittadini.Scritta grazie al lavoro di circa 5mila persone che hanno partecipato alle tappe di questi mesi “Expo delle Idee”, hanno contribuito a formire spunti sul tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” anche diverse personalità, fra le quali Papa Francesco, Luiz Inacio Lula da Silva, Ban Ki-Moon, Aung San Suu Kyi, Matteo Renzi, José Graziano da Silva, Romano Prodi, Federica Mogherini, Emma Bonino, Carlo Petrini, Ermanno Olmi, Pupi Avati, Piero Angela, Umberto Veronesi, Giancarlo Caselli e molti altri.“Oggi presentiamo la Carta di Milano - ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina (in foto) – lo strumento di partecipazione consapevole ai contenuti di Expo 2015, che richiama ogni cittadino, associazione, impresa o istituzione alle proprie responsabilità per garantire alle generazioni che verranno di poter godere del diritto al cibo e di un futuro più sostenibile. Vogliamo fare dei potenziali 20 milioni di visitatori attesi ad Expo 20 milioni di ambasciatori del diritto al cibo nel mondo. E impegnare i governi a muoversi concretamente. La Carta, con l'aiuto della FAO e dell'Università Ca' Foscari è già stata tradotta in ben 19 lingue. La Carta potrà quindi essere compresa direttamente nella propria lingua madre da 3 miliardi e mezzo di persone. A metà Maggio, inoltre, verrà presentata la ‘Carta di Milano dei bambini’: uno strumento di educazione e d'impegno alla cittadinanza anche per i più piccoli”.Tra i temi principali della “Carta” troviamo il diritto al cibo come diritto umano fondamentale: la “Carta” impegna ad assumere la grande responsabilità di mettere in atto, da oggi, azioni, condotte e scelte che garantiscano la tutela del diritto al cibo anche per le generazioni future; ribadisce che tutti hanno il diritto di accedere a una quantità sufficiente di cibo sicuro, sano e nutriente, che soddisfi le necessità alimentari personali lungo tutto l’arco della vita e permetta una vita attiva; prevede l’impegno ad adottare misure normative per garantire e rendere effettivo il diritto al cibo e la sovranità alimentare. Nella lotta allo spreco alimentare e di acqua bisogna impegnarsi a consumare solo le quantità di cibo sufficienti al proprio fabbisogno, agendo in modo che gli alimenti siano utilizzati prima che deperiscano, con l’impegno a donare il cibo, qualora in eccesso, e conservarlo in modo tale che si eviti il deterioramento; per combattere lo spreco di acqua è necessario agire in tutte le attività quotidiane, a partire da quelle domestiche, e in tutte le fasi della filiera produttiva. Particolare attenzione è riservata alla tutela del suolo agricolo, con la proposta di rafforzare le leggi in favore della tutela del suolo agricolo, regolamentare gli investimenti sulle risorse naturali, tutelare le popolazioni locali. Un ruolo fondamentale è rivestito dall’educazione alimentare e ambientale, a partire dall’ambito familiare, per una crescita consapevole delle nuove generazioni. È necessario diffondere la cultura per una sana alimentazione come strumento di salute globale. Il contrasto al lavoro irregolare e minorile assume un’importanza centrale, così come il sostegno al reddito di agricoltori, allevatori, pescatori, attraverso strumenti potenziati a livello di organizzazione e cooperazione, anche fra piccoli produttori. La “Carta” vuole salvaguardare la biodiversità, dell'ecosistema e del benessere animale, promuovendo la diversificazione delle produzioni agricole e di allevamento, con particolare attenzione per la biodiversità e il benessere degli animali. Un ecosistema marino integro e sano ha una rilevanza cruciale per il benessere collettivo, soprattutto perché la pesca fornisce lavoro a milioni di persone e il pesce, per molti, rappresenta l'unica fonte di nutrienti di alta qualità. Bisogna investire nella ricerca, promuovendo una maggiore condivisione dei risultati e sviluppandola nell’interesse della collettività, senza contrapposizione tra pubblico e privato. Il documento ricorda come il cibo sia un patrimonio culturale e, in quanto tale, va difeso da contraffazioni e frodi, protetto da inganni e pratiche commerciali scorrette, mentre l’origine va valorizzata seguendo processi normativi trasparenti. Infine la “Carta” invita a considerare il rapporto tra energia, acqua, aria e cibo in modo complessivo e dinamico, ponendo l'accento sulla loro fondamentale relazione, in modo da poter gestire queste risorse all'interno di una prospettiva strategica e di lungo periodo in grado di contrastare il cambiamento climatico.Il sito dove si potrà firmare la Carta è www.carta.milano.it (oltre che su www.expo2015.org).L'hastag che la identifica sui social è #firmaanchetu. Maurizio-Martina


Virdi (CIFA Sicilia), arresto Helg episodio sconcertante

Arrestato a Palermo Roberto Helg con l’accusa di estorsione ai danni di un imprenditore. Colto in flagrante mentre intascava una tangente di centomila euro da un ristoratore che si era rivolto a lui per il rinnovo di un contratto di affitto di spazi aeroportuali. Ogni giorno, purtroppo, le cronache nazionali e locali ci hanno abituato a leggere di ricatti, estorsioni, prevaricazioni di personaggi che abusano del loro ruolo di amministratori pubblici e di politici. E questo è l’ennesimo caso, visto che il personaggio coinvolto non è un cittadino qualunque. Helg a Palermo è un’istituzione. Presidente della Camera di Commercio e dell’associazione ConfCommercio nel capoluogo siciliano, con la carica di vicepresidente della Gesap, la società che gestisce proprio l'aeroporto di Punta Raisi. Considerato Helg un uomo paladino della legalità. A lui si deve, nel gennaio 2014, l’adozione del piano triennale di prevenzione della corruzione. Con l'obiettivo di "promuovere la cultura della legalità come condizione necessaria per la crescita economica, in particolare, nel campo della lotta al racket delle estorsioni e dell'usura". Facile a dirsi, ma solo a dirsi a quanto pare. In merito alla vicenda, sconcerto nelle parole del presidente di CIFA Sicilia: “Commentare un episodio così grave è veramente difficile – dichiara Fabio Virdi (in foto) – ma una cosa è certa: abbiamo toccato il fondo. Viviamo in una terra martoriata dal malaffare, che non ti consente di lavorare con serenità, e la cosa che sconcerta di più è il coinvolgimento di una persona che godeva di ottima reputazione, e che grazie al proprio ruolo ha anche promosso la cultura della legalità. Esprimo grande solidarietà la cui immagine uscirà danneggiata da questo triste episodio e vicinanza a tutti gli imprenditori coinvolti in queste drammatiche vicende – conclude Virdi di CIFA Sicilia - ed anzi invito con forza a denunciare tutti i tentativi di estorsione alle forze dell’ordine e ad avere fiducia nella magistratura, il cui operato a tutela della giustizia costituisce il vero ed unico baluardo a difesa della legalità nel nostro Paese”. Fabio Virdi   Cifa Sicilia


Dove e come fanno la spesa gli italiani

L’80% degli italiani frequenta mercati rionali e negozi tradizionali parallelamente a ipermercati e supermercati, scelti ancora dal 97% della popolazione. Il 22% dichiara di andare più spesso nei discount rispetto a 12 mesi fa per acquisti food & grocery. Le casse self service dei supermercati vengono utilizzate dal 33% dei consumatori (23% la media UE) e solo il 17% dichiara di non volerne ancora fare uso. I dati emergono dalla survey Nielsen Retail Store Format Preferences, eseguita su un campione di 30.000 individui in 60 Paesi, tra i quali l’Italia.“I consumatori italiani sono più propensi rispetto agli europei a rivolgersi a diverse tipologie di punti di vendita coniungando la frequentazione delle grandi superfici a quella di superette e negozi tradizionali – ha dichiarato l’amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia commentando i risultati dell’indagine Retail Store Format Preferences .Nello stesso tempo, – ha aggiunto Fantasia – il canale fisico e il digitale stanno avendo sempre più punti di intersezione e si configurano come uno complementare all’altro. E’ opportuno studiare iniziative che avvicinino l’acquisto presso i punti fisici alla dimensione online, fornendo sempre più informazioni e servizi lungo il percorso della spesa degli italiani. Contestualmente, il canale online può essere sfruttato come opportunità per indurre il consumatore ad avvicinarsi al punto fisico”.Il 50% dei consumatori, emerge ancora dalla ricerca, acquista online. Ma l’esperienza del virtuale sta prendendo piede anche all’interno del canale fisico. Inoltre, il 42% degli intervistati si dichiara favorevole a fare uso dei buoni sconto promozionali online o mobile, con un gradimento significativamente superiore rispetto agli europei (30%). Tra le esigenze dei consumatori nel punto di vendita fisico emerge che il 47% ritiene che recarsi in un supermercato possa essere un’occasione di svago, il 45% desidera collegarsi alla rete WIFI del distributore per rendere l’esperienza d’acquisto più personalizzata, il 41% vorrebbe poter esporre le proprie esigenze personali al retailer per avere offerte più targettizzate e il 24% vorrebbe avere a disposizione un personal shopper che lo aiuti nella spesa. Consumi-spesa


Fattura elettronica, obbligatoria dal 31 marzo per servizi alla PA

Commercianti, liberi professionisti e imprese, in caso di fornitura di servizi al settore pubblico, saranno obbligati, a partire dal prossimo 31 marzo, ad emettere fatture elettroniche. Ad annunciarlo è stata l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgId). Si tratta sostanzialmente di una estensione a tutta la PA dell’obbligo già in vigore dal giugno 2014 per servizi forniti a ministeri, agenzie fiscali, enti nazionali di previdenza e assistenza sociale. La fattura elettronica diventa quindi la sola tipologia di fattura accettata dalle Amministrazioni, con l’obiettivo di consentire di fatto una semplificazione nella registrazione delle operazioni imponibili. Tutta la documentazione tecnica sulla fattura elettronica, le modalità di trasmissione e i servizi di supporto e assistenza, sono disponibili su www.fatturapa.gov.it, un sito dedicato esclusivamente alla fatturazione elettronica verso le Pubbliche Amministrazioni. Gli utenti coinvolti nel processo di fatturazione elettronica sono in particolare gli operatori economici, cioè i fornitori di beni e servizi verso le PA, obbligati alla compilazione/trasmissione delle fatture elettroniche e all’archiviazione sostitutiva prevista dalla legge; le Pubbliche Amministrazioni, che devono effettuare una serie di operazioni collegate alla ricezione della fattura elettronica; gli intermediari (banche, Poste, altri intermediari finanziari, intermediari di filiera, commercialisti, imprese ICT), vale a dire soggetti terzi ai quali gli operatori economici possono rivolgersi per la compilazione/trasmissione della fattura elettronica e per l’archiviazione sostitutiva prevista dalla legge. Possono servirsi degli intermediari anche le PA per la ricezione del flusso elettronico dei dati e per l’archiviazione sostitutiva. Per quel che riguarda le imprese nella fase di adeguamento alle nuove regole di fatturazione e all’utilizzo delle tecnologie digitali, le Camere di Commercio, in collaborazione con il Governo, l’AgID e la rete dei Digital Champions italiani, Unioncamere e Infocamere il 9 marzo 2015 al Tempio di Adriano (Piazza di Pietra), sede della CCIAA di Roma, hanno previsto il “Digital Day – Fatturazione elettronica”, una giornata di informazione sul tema rivolta alle Pubbliche amministrazioni, Pmi, associazioni di categoria e professionisti. www.fatturapa.gov.it,  logo camere-commercio


Diabete e obesità sono un rischio per la crescita economica

 “The bitter aftertaste of sugar”, letteralmente “Il retrogusto amaro dello zucchero”, è il titolo del rapporto redatto dagli esperti della banca d’investimenti Morgan Stanley, che hanno analizzato dal punto di vista economico l’impatto del consumo di zuccheri sulla salute e sulla crescita economica nei principali Paesi, sviluppati e in via di sviluppo, del pianeta. Secondo gli esperti Morgan Stanley un’alimentazione equilibrata è un fattore chiave nel determinare lo sviluppo economico a lungo termine di una popolazione, e l’eccesso nel consumo di zuccheri, che porta a sovrappeso, obesità e diabete, mette a serio rischio la crescita economica. Nei paesi dell’area OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), questo impatto negativo è valutato intorno al meno 18% di produttività nei prossimi 20 anni. Tra i Paesi a maggior rischio figurano quelli in cui i tassi di diabete e obesità sono già particolarmente elevati (Cile, Repubblica Ceca, Messico, USA, Australia e Nuova Zelanda), che vedranno perdite di produttività tra il 20 e il 32%. Migliore la situazione in Giappone, sotto al 10%, Svizzera, Francia e Italia, sotto al 15%. “Diabete e obesità sono due problemi di salute pubblica mondiali, fortemente legati alla modifica degli stili di vita avvenuta dal dopoguerra in avanti nei Paesi occidentali e attualmente in corso in quelli in via di sviluppo. Uno stile di vita improntato a maggiore sedentarietà e a consumi alimentari in eccesso, accompagnato dalla crescita del benessere economico, ma che come effetto paradosso produce seri problemi si sostenibilità. Aumenta infatti l’aspettativa di vita, ma crescono le malattie cosiddette proprie del benessere, che purtroppo mostrano effetti cronici a lungo termine, con costi sanitari e assistenziali enormi. A farne le spese sono tutti i sistemi sanitari, ma in particolare quelli dei Paesi che come il nostro offrono assistenza complessiva alla popolazione”, ha commentato Antonio Ceriello, Presidente AMD-Associazione medici diabetologi. “Queste tematiche - ha aggiunto Ceriello - saranno al centro, insieme agli aspetti clinici e scientifici del diabete, dei lavori della ventesima edizione del congresso nazionale di diabetologia organizzato da AMD a Genova”. La manifestazione aprirà i battenti nel pomeriggio di mercoledì 13 maggio al Centro congressi “Magazzini del cotone” con una sessione inaugurale dal titolo “Il problema diabete in Italia: dalle proposte alle possibili soluzioni”, cui seguirà, nella mattinata del 14 maggio, il meeting congiunto con IDF-International Diabetes Federation sull’impatto del diabete in Europa e nel mondo e le azioni di contrasto messe in atto a livello di comunità scientifica e politica. Con oltre 2.000 partecipanti attesi, il XX Congresso Nazionale AMD rappresenta la più importante manifestazione diabetologica nazionale. obesi giovani


Bucce d'uva, di pomodoro, o sansa:quando i cosmetici derivano dagliscarti dell'industria alimentare

cosmesiLa cosmesi è un settore che ad oggi non sta subendo la crisi,  a dimostrazione che la cura della persona resta una priorità. In questo caso però parliamo di prodotti cosmetici ottenuti dall'estrazione e dalla lavorazione di molecole contenute nelle bucce d'uva, di mele, di pomodori, nella sansa e nelle acque di vegetazione derivanti dalla lavorazione delle olive, tanto per citarne alcuni. Prodotti che vengono testati in questo caso da EticHub, spin-off dell'Università di Pavia nato nel gennaio 2013, per garantire efficacia, sicurezza, qualità e sostenibilità del prodotto finito.

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Il divorzio "breve" è legge

Approvato il 22 aprile alla Camera dei Deputati in via definitiva il disegno di legge che introduce in Italia il cosiddetto divorzio breve, che andrà applicato anche per i procedimenti in corso. Il testo agevola di fatto per tempi e modalità le procedure per divorziare, sempre in presenza però di una fase di separazione (la nuova legge infatti non prevede il divorzio immediato). Vediamo come. I tempi che devono intercorrere fra la separazione e la richiesta per ottenere il divorzio scendono dagli attuali tre anni a dodici mesi in caso di separazione giudiziale e a sei mesi quando la separazione è invece consensuale. La separazione decorre dal momento in cui i coniugi compaiono davanti al presidente del tribunale. La comunione dei beni diventa efficace dal momento in cui il presidente autorizza i coniugi a vivere separatamente.  tribunale-legge-uguale


Milano più famosa nel mondo grazie a Expo

duomo di MilanoCresce la notorietà internazionale di Milano grazie a Expo: superata Roma, Milano raggiunge il podio in Europa con il terzo posto. In Europa prima Londra e seconda Parigi. Cresce il dibattito sulla città, dai circa 3mila commenti al giorno a cui si aggiungono mille commenti ogni giorno sulla manifestazione. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sulla base dei monitoraggi 2013 e 2014 di Voices from the Blogs, spin off dell’Università degli Studi di Milano (www.voicesfromtheblogs.com), sui commenti in Rete. Intanto Milano si prepara all’accoglienza. Su Expo 2015 ci sono mille commenti al giorno nel mondo, un dato che si raggiunge a fine 2014, che è stato costantemente in crescita nel corso dell’anno (in cinque mesi ci sono state 77 mila menzioni estere, italiano escluso). Di Expo ora si parla a livello internazionale quanto di città come Firenze e Torino e circa un terzo dei 3mila commenti su Milano. Un trend destinato a rafforzarsi ancor di più con l’avvicinarsi dell’avvio ufficiale di Expo 2015.

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Mar Mediterraneo, la strada più mortale del mondo

Dovrebbero essere circa 800 le persone "tra i morti e i dispersi" nel naufragio secondo Carlotta Sami (in foto), portavoce dell'Unhcr nella tragedia avvenuta tra sabato e domenica al largo della Libia. Un bilancio disastroso che va ad alimentare il numero dei migranti che muoiono nel Mediterraneo. Dall'inizio dell'anno i migranti morti nel Mediterraneo almeno 3.419 - secondo quanto riportato dall’agenzia Onu per i rifugiati (UNHCR) all’Ansa Ansa - tanto da far ritenere la traversata come la "strada più mortale del mondo". Mentre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiama in causa l'Europa e l'intera comunità internazionale “facciano di più per impedire queste stragi dell'immigrazione”, la nave Gregoretti della Guardia costiera, con a bordo 27 dei 28 superstiti, è giunta ieri sera a Catania. Ad attenderli, in rappresentanza del governo, il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio oltre al sindaco di Catania Enzo Bianco e il presidente della Sicilia Rosario Crocetta. Venticinque dei 27 migranti - in gran parte eritrei, somali, sudanesi ma anche dal Bangladesh - sono stati trasferiti nel catanese. Altri due extracomunitari, invece, come si legge in un tweet del ministro dell'Interno Angelino Alfano, sono stati fermati perché ritenuti dagli investigatori responsabili del naufragio. Arrestati dalla procura di Catania intanto il comandante dell’imbarcazione naufragata e un membro dell’equipaggio. Tra le cause del naufragio potrebbe esserci anche una collisione con il mercantile che era intervenuto per i soccorsi. E' quanto hanno raccontato i superstiti della tragedia ai rappresentanti dell’Unhcr.  Carlotta Sami


Raffaele Iannuzzi/L’ Occidente, il nichilismo e l’io: la sfida del presente

  Rein - Occidente “Occorre soffrire perché la verità non si trasformi in dottrina, ma nasca dalla carne” – Emmanuel Mounier

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