Milano, 21 settembre 2015 - 11:22

Emissioni «truccate» su auto diesel Dopo lo scandalo Volkswagen crolla in Borsa e brucia 13 miliardi di euro

Il gruppo tedesco blocca la vendita dei modelli diesel a marchio Vw e Audi negli Usa dopo che l’ado ha ammesso manipolazioni dei test sulle auto a gasolio. Rischia 18 miliardi di sanzioni: scatta l’indagine penale. In Borsa il titolo perde il 17%

di Daniela Polizzi

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Martin Winterkorn. Martin Winterkorn.
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Volkswagen rischia 18 miliardi di dollari di sanzioni e il coinvolgimento in un’indagine penale per violazione delle norme anti smog. A riferire dell’inchiesta è l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti secondo le quali tutto ruota attorno alle ammissioni delle violazioni da parte della stessa Volkswagen. Intanto la casa automobilistica ferma la commercializzare dei modelli diesel VW e Audi negli Stati Uniti e dichiara di voler fare chiarezza.
Il colosso dell’auto ha ammesso di aver sistematicamente eluso i test di inquinamento atmosferico delle proprie vetture diesel vendute negli Stati Uniti dopo il 2008. La società avrebbe progettato un software per i modelli diesel dei marchi Volkswagen e Audi che inganna i controlli sulle emissioni tossiche. L’Environmental Protection Agency (Epa) statunitense e le autorità della California hanno già annunciato di voler estendere l’indagine per violazione delle norme sulle emissioni da Volkswagen ad altri produttori di auto e procederanno dunque a realizzare test sugli altri veicoli.
Lo scandalo ha avuto profonde conseguenze in Borsa: i titoli Volkswagen hanno perso oltre il 17% alla borsa di Francoforte e la capitalizzazione del colosso tedesco dell’auto sì è ridotta di 12, 9 miliardi di euro. Le azioni ordinarie hanno perso il 17,14%, a 133,7 euro, mentre le privilegiate il 18,6%, a 132,2 euro. Dai 76,24 miliardi di venerdì la capitalizzazione di borsa è scesa a 63,33 miliardi di euro.

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Volkswagen, dal Maggiolino in poi la storia del motore tedesco

Se fino a domenica si trattava di un sospetto, la giornata di lunedì si è aperta con la dichiarazione di Martin Winterkorn. L’amministratore delegato ha infatti riferito che Volkswagen ha frodato sui test antinquinamento negli Usa in un comunicato diffuso domenica: «le autorità hanno accertato delle manipolazioni da parte della casa di Wolfsburg dei test sulle auto con motori diesel».

Volkswagen, lo scandalo delle emissioni
L?indagine dell?Agenzia americana per l?ambiente

Il Governo tedesco questa mattina è intervenuto chiedendo ai costruttori automobilistici di fornire informazioni per verificare che non ci siano state anche in Germania manipolazioni dei dati anti-inquinamento, simili a quelle ammesse da Volkswagen negli Stati Uniti. «Ci attendiamo dai costruttori automobilistici informazioni affidabili, affinché la Kba, l’autorità competente, possa verificare se manipolazioni comparabili abbiano avuto luogo anche in Germania o in Europa», ha detto Andreas Kubler, il portavoce del ministero dell’Ambiente. In effetti, dei 10 milioni di auto diesel vendute a livello globale, 7,5 milioni sono state acquistate l’anno scorso da consumatori europei. Quello della frode sui sistemi ant-inquinamento è comunque un tema spinoso che potrebbe riguardare altri costruttori. La notizia ha prodotto uno choc nel settore, impegnato tra l’altro al Salone di Francoforte, in pieno svolgimento (finisce il 27 settembre).

In campo questa mattina è scesa l’Epa, l’agenzia per la protezione ambientale statunitense, che ha accusato il gruppo di Wolfsburg di aver montato sui veicoli diesel un software capace di far figurare nei controlli delle emissioni inferiori rispetto alla realtà. Il risultato è che Volkswagen dovrà ritirare dal mercato quasi 500 mila vetture vendute sul mercato statunitense dal 2008 a oggi. Il software -secondo quanto riscontrato dall’Epa -permetteva di manipolare durante i test i dati circa le emissioni inquinanti di alcuni dei principali modelli del gruppo tedesco, mentre nella realtà le emissioni delle auto diesel andavano ampiamente oltre i limiti di legge. Volkswagen rischia quindi di andare incontro a pesanti sanzioni in virtù di numerose violazioni di legge e danni all’ambiente. Il ceo di Volkswagen, Martin Winterkorn, si è detto «profondamente dispiaciuto» affermando che la società farà «tutto il necessario per riparare il danno provocato». Il gruppo intanto ha deciso di bloccare la vendita negli Stati Uniti delle sue vetture equipaggiate con motori diesel 4 cilindri TDI.

Il momento tra l’altro è delicato. Winterkorn è arrivato da poco alla guida del gruppo tedesco dopo la disputa con l’ex numero uno del gruppo, Ferdinand Piech. E il marchio tedesco stava puntando con decisione al rafforzamento della propria quota di mercato negli Stati Uniti con target di un milione di vetture vendute nel 2018, ossia quasi raddoppio dai livelli attuali e la sua campagna pubblicitaria era fortemente incentrata sull’offerta di vetture diesel con minori emissioni e migliori performance rispetto alla concorrenza.

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