Milano, 22 novembre 2015 - 12:08

Blitz della polizia a Bruxelles,
16 arresti. «Salah ancora in fuga»

Operazioni delle forze di sicurezza nella notte, 19 le case perquisite: «Non sono state trovate armi né esplosivi». Il ricercato numero uno non è tra gli arrestati. L’allerta resta massima, scuole e metro chiusi lunedì. Il ministro Jambon: «Il lavoro non è finito»

di Maria Strada e Silvia Turin

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Rue du Lombard a Bruxelles bloccata utilizzando un autobus  (foto Twitter/@lesoir ) Rue du Lombard a Bruxelles bloccata utilizzando un autobus (foto Twitter/@lesoir )
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Allerta massima nella capitale belga e avvio nella serata di domenica di una massiccia operazione di polizia scattata in diverse zone del paese che si è conclusa con 16 arresti. Il primo ministro Charles Michel ha comunicato che il livello di minaccia rimane a 4 a Bruxelles e che lunedì metropolitana, scuole e università rimarranno chiuse, e il ministro degli Interni Jan Jambon lunedì mattina, in un’edizione speciale del telegiornale, ha aggiunto che «il lavoro non è ancora finito» e che «la vita economica e sociale deve continuare» nonostante la città resti blindata.

Una cellula sgominata: 16 arresti

A notte inoltrata le forze dell'ordine hanno completato un'operazione riferendo di aver neutralizzato una cellula terroristica. 16 le persone arrestate. 19 le case perquisite. Le unità speciali belghe avrebbero visitato a Molenbeek il domicilio di uno zio della famiglia Abdeslam. Si tratterebbe di un fratello della madre dell'uomo. C'è stato uno scontro a fuoco a Molenbeek con un'auto finita contro una vettura della polizia: un ferito nell'incidente, che poi è stato arrestato. Nell'operazione non sono state individuate armi o esplosivi, come ha specificato in conferenza stampa il procuratore federale belga, Eric Van der Sypt.

Salah ancora in fuga

Secondo le indiscrezioni raccolte dalla stampa belga, Salah sarebbe stato individuato proprio nella serata di domenica a bordo di un'auto (Bmw) che percorreva l'autostrada che da Liegi porta al confine con la Germania. La Procura belga non conferma, ma precisa che il ricercato numero uno dopo gli attacchi di Parigi, Salah Abdeslam, non è tra le persone fermate.

Grande operazione di polizia in alcune zone

Domenica sera alta tensione quindi per la grande operazione di polizia che ha riguardato alcuni punti nevralgici della città: la Grand Place, la zona della stazione, Etterbeek, Molenbeek e l’hotel Radisson Blu di Bruxelles. Bloccate per diverse ore le strade intorno alla Grand Place: le forze speciali hanno piazzato barriere chiodate a terra e autobus di traverso per bloccare alcune vie, poi nella zona della piazza i blocchi sono stati tolti. Una «importante operazione di polizia» si è svolta anche a Dampremy, sobborgo occidentale di Charleroi dove si trova uno degli aeroporti di Bruxelles.

«Stop tweeting»

La situazione è «estremamente seria»: così il premier belga Charles Michel aveva detto alla tv Rtbf sulle operazioni in corso. Il ministro della Difesa aveva raccomandato su Twitter ai cittadini di non comunicare sui social i propri spostamenti per rispettare la consegna della polizia. Alcune testate di informazione avevano scritto che non avrebbero più dato più notizie in merito all’operazione per ragioni di sicurezza e così hanno fatto fino alla fine.

Le istituzioni europee: solo le riunioni importanti

In seguito all'allerta 4 a Bruxelles, le istituzioni europee hanno deciso di cancellare tutte le riunioni «non essenziali». Si terranno solo quelle importanti, cioè i Consigli dei ministri (istruzione ed Eurogruppo) e altre riunioni di alti funzionari. Anche il quartier generale della Nato rimane aperto, ma «ai dipendenti non essenziali è stato chiesto di lavorar da casa e le visite esterne sono state cancellate», hanno fatto sapere.

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Bruxelles blindata: ancora massima allerta contro attacchi terroristici

La minaccia potenziale

«I luoghi potenziali sono quelli più frequentati come i centri commerciali, le vie dello shopping e i trasporti pubblici», aveva precisato nel pomeriggio di domenica il primo ministro Michel. Lunedì quindi anche molti centri commerciali rimarranno chiusi come diversi asili nido. «Siamo coscienti che queste decisioni complicheranno la vita economica e professionale dei belgi», ha dichiarato il premier, spiegando che le indicazioni sono di un possibile attacco multiplo del tipo di quelli di venerdì 13 novembre a Parigi. L’allerta rimane a livello 3 per il resto del Paese. «Speriamo di tornare il più rapidamente a una vita normale», ha concluso il premier in conferenza stampa.

Evacuata una tv, falso allarme alla stazione di Malines

Domenica pomeriggio la polizia aveva fatto evacuare la sede della tv privata fiamminga Vtm e di radio radio Q-Music a Vilvoorde, nel Brabante fiammingo, a pochi chilometri da Bruxelles, a causa di un'auto sospetta. Le forze di polizia, intervenute con le squadre di artificieri e i cani specializzati nel ritrovamento di esplosivo, non hanno trovato nulla di sospetto. Allarme anche alla stazione di Malines, cittadina a metà strada tra Bruxelles ed Anversa: traffico sospeso per diversi minuti, fino a quando non si è appreso che si trattava di un falso allarme.

Il ministro: «L'allerta si ridurrà quando la minaccia si ridurrà»

Il ministro dell'Interno e vice primo ministro, Jan Jambon, sabato sera aveva ribadito: «Seguiamo la situazione minuto per minuto. Il livello di allerta sarà ridotto quando sarà ridotta la minaccia», considerata «reale e credibile», per i «numerosi sospetti» legati agli attentatori di Parigi ancora a piede libero.

Il fratello di Salah Abdeslam: «Non è molto lontano, ci ha ripensato»

In particolare, diversi media insistono sul fatto che Salah Abdeslam, uno degli attentatori di Parigi in fuga, si nasconderebbe proprio a Bruxelles o nei dintorni. Nei giorni scorsi, ricorda AbcNews online, sarebbe stato «estremamente arrabbiato». L'indicazione è stata confermata all'emittente americana dal fratello di Salah (e di uno dei kamikaze, Ibrahim Abdeslam). Mohamed, risultato estraneo ai fatti, ha affermato che Salah «credo non sia affatto lontano», mentre all'emittente belga Une ha aggiunto: «Sono convinto che Salah abbia avuto un ripensamento, è una persona molto intelligente, che ha fatto un passo indietro perché ha sentito qualcosa, ha sentito che non era quello che voleva».

«I miei fratelli non radicalizzati ma manipolati»

Per Mohamed i suoi fratelli «non si sono radicalizzati ma sono stati manipolati». «Certo che ero vicino a loro, conversavamo di cose banali, hanno avuto un cambiamento da sei mesi a questa parte ma non preoccupante», ha spiegato Mohamed. «Quando tuo fratello ti dice che ha smesso di bere o che si interessa più di religione, non è necessariamente un cambio radicale», ha detto.

«Non cerchiamo solo Abdeslam»

Jambon ha però ricordato che il 26enne Salah Abdeslam non è l'unico ricercato: «Cerchiamo molteplici sospetti, è per questo che abbiamo messo in campo una simile concentrazione di risorse». E sarebbero dai dieci ai dodici gli elementi jihadisti. Uno dei ricercati sarebbe C.F., sospetto britannico che, secondo il Telegraph, sarebbe un sodale di Jihadi John, il «boia» dell'Isis colpito e forse ucciso in un raid proprio il 13 novembre scorso. Anche gli 007 del Regno Unito sono comunque sulle sue tracce e su quelle di un passaporto falso che egli avrebbe tentato di procurarsi.

La Turchia: «Non avvisati per Damani». Scarcerato sospetto in Svezia

Nel frattempo è emerso che Ahmet Damani, il belga di origine marocchina fermato ad Antalya, in Turchia, sabato e sospettato di essere «in contatto con i terroristi che hanno perpetrato gli attacchi di Parigi», non era nell'elenco delle persone segnalate dalle autorità belghe. Altrimenti «avrebbe potuto essere fermato già in aeroporto», hanno spiegato gli investigatori turchi. Intanto la Svezia ha scarcerato il 22enne di origine irachena Moder Mothama Magid, che era stato arrestato giovedì nel nord «per un ragionevole sospetto». È stato rilasciato senza accuse.

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Allarme attentati, sposarsi a Bruxelles nella città militarizzata
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La strage è costata solo 15mila euro

Intanto il Corriere della Sera ha potuto verificare, incrociando i propri calcoli con Nbc e Reuters, che la carneficina di Parigi è costata all'Isis una cifra tra i 10 e i 15mila euro, di cui solo la metà per le armi. L'esplosivo sarebbe costato solo poche decine di euro.

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