Vai ai contenuti
  • Diminuisci dimensione testo
  • Aumenta dimensione testo
  • Print
  • Contact
  • Mobile
  • RSS feed
Corriere della Sera

«La bocca del lupo»

Sorpresa italiana: carcerato e trans in un film-poesia

TORINO - Sono film come quello di Pietro Marcello che danno ai festival la loro ragion d' essere. E che fanno sentire gli spettatori testimoni privilegiati di un cinema che cerca nuove strade espressive. Non succede spesso. Qui a Torino è accaduto al secondo giorno di programmazione, e con un film italiano: e l' auspicio non potrebbe essere più incoraggiante. La bocca del lupo è un film che sfugge alle facili definizioni (un documentario ma anche un melodramma, un film su commissione ma anche d' autore), capace però di conquistare lo spettatore per forza di stile e di idee e di condensare in meno di settanta minuti una storia d' amore e il ritratto di una condizione sociale, la metamorfosi di una città e il susseguirsi del tempo. Grazie alla Fondazione San Marcellino di Genova (ecco la committenza), Pietro Marcello è stato invitato a raccontare non il lavoro che questa compagnia di gesuiti svolge dal 1945 nel sociale, ma il mondo di emarginati a cui rivolge le proprie cure. E dopo aver condiviso a lungo la vita delle zone più misere della città, alle spalle del porto, il regista ha scelto di raccontare la storia d' amore tra Enzo e Mary, un ex carcerato e il transessuale che l' ha aspettato per quasi vent' anni, mentre lui scontava le pene a cui era stato condannato. Lo racconta con lo stile secco del documentario, usando come traccia le cassette registrate che i due si scambiavano invece delle lettere, mentre mostra i cambiamenti che hanno trasformato il volto di Genova, non più il mondo poetico e romantico dei «carugi» cantati da De André ma nemmeno quello industriale e produttivo che costruiva giganteschi transatlantici. Ogni tanto il regista chiede a Enzo di «recitare» in piccole scene, ogni tanto il film sembra «dimenticare» i due protagonisti per inseguire altre facce e altri emarginati. Ma poi tutto si lega in un flusso di immagini e di emozioni che vanno dritte al cuore. E quando nell' ultima parte i due protagonisti si offrono all' obiettivo della cinepresa e raccontano in prima persona la loro storia - l' incontro in carcere, la scoperta del reciproco amore, la vita di lui dietro le sbarre e di lei ad aspettarlo - la forma del documentario viene annullata dall' emozione delle parole e la «confessione» diventa travolgente melodramma. Come sarebbe piaciuto a Pasolini e a Fassbinder: senza mascherare la miseria della realtà ma riscattandola con la passione dei sentimenti. RIPRODUZIONE RISERVATA

Mereghetti Paolo

Pagina 35
(16 novembre 2009) - Corriere della Sera

ARCHIVIOcronologico


Ogni diritto di legge sulle informazioni fornite da RCS attraverso la sezione archivi, spetta in via esclusiva a RCS e sono pertanto vietate la rivendita e la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi modalitá e forma, dei dati reperibili attraverso questo Servizio. É altresì vietata ogni forma di riutilizzo e riproduzione dei marchi e/o di ogni altro segno distintivo di titolarità di RCS. Chi intendesse utilizzare il Servizio deve limitarsi a farlo per esigenze personali e/o interne alla propria organizzazione.
PIÙletti