Ore 17 al campo Christian continua la Maldini dynasty

MILANO - Christian cammina che sembra un uomo con le scarpette di gomma dura, 9 anni e il cuore pieno di paura. Paura, anche se il suo papà è il capitano del Milan. Dopo Cesare e Paolo, debutta in rossonero la terza generazione della dinastia Maldini: ieri pomeriggio Christian ha fatto il suo primo allenamento nei Pulcini del Milan. Puntualissimo, alle 17 si è presentato al centro sportivo dietro l' aeroporto di Linate accompagnato - come da tradizione - dal papà. «Non ha parlato per tutto il viaggio in auto - racconta Paolo - è tesissimo. Normale, ero così anche io quando avevo cominciato. Me la ricordo ancora la mia prima volta, da bambino, messo all' ala, a correre lungo la fascia con le scarpe che ero andato a comprarmi da solo alla vigilia. L' importante è che si trovi bene e che capisca presto che il calcio va vissuto come un gran bel gioco: è ancora così per me, alla mia età, deve essere così anche per lui alla sua». Paolo forse si è pentito di essersi lasciato sfuggire - durante i festeggiamenti per la sua presenza numero 571 col Milan che ne fa il recordman assoluto italiano davanti a Zoff - che anche per il suo primogenito era arrivato il momento di indossare la maglia rossonera: «Per favore, cerchiamo di lasciarlo in pace. Già il cognome che porta è una pressione che non si merita». Già, il cognome. Christian - maglietta gialla e pantaloni mimetici - è un Maldini anche solo a guardarlo in faccia: caschetto bruno, come nonno Cesare e papà Paolo, viso sveglio e begli occhi. Che in realtà si intuiscono e basta, dato che lo sguardo, per l' emozione è chino a terra. Non parla, già in silenzio stampa, e va dritto negli spogliatoi accompagnato da un dirigente del Milan. Ad accoglierlo Angelo Colombo, compagno di papà ai tempi di Sacchi, responsabile del settore giovanile rossonero. Oltre a chiedere discrezione, Paolo Maldini ci tiene a escludere una staffetta sul campo, com' era stato per l' altra dinastia mitica dello sport italiano, i Meneghin: «Se Christian mi imitasse ed esordisse in A a 16 anni - fa i conti - sarebbe nel 2012. Ma io non reggo di certo fino ad allora. Dovrà cavarsela da solo». E mentre il capitano del Milan parla, alle sue spalle una quindicina di piccoli diavoli rossoneri entra in campo e si mette a zampettare sul prato. Un' oretta abbondante di corse e di pedate alla palla e poi tutti a casa: «è andata benissimo - racconta più tardi Colombo - Christian mi ha colpito per la disponibilità e la voglia di giocare. E gioca con entrambi i piedi, proprio come Paolo. E anche l' accoglienza degli altri compagni è stata perfetta, cioè la stessa riservata a un bambino qualsiasi. Nessuno che badasse al suo cognome. Qui è solo un bambino che si diverte prendendo a calci un pallone e stando assieme ai coetanei. è così che deve essere».

LUIGI BOLOGNINI