Milano non dimentichi la fotografia

LA CHIUSURA dell' agenzia Grazia Neri è un gran dolore per me, che ne ho visto la fondazione e ci ho collaborato a lungo, assieme a gente del livello di Carla Cerati, per dirne solo una. Era l' agenzia più moderna e rispondeva (come Sygma e Gamma) alle esigenze del fotogiornalismo europeo. Era insomma l' equivalente fotografico di una rivista come l' Espresso per la forte denuncia politica e sociale. Faceva i conti con il mercato, dunque si occupava anche di foto per riviste di uncinetto o cucina. Ma un conto è la leggerezza, un altro la rinuncia all' etica, e questa seconda strada Grazia Neri non la scelse mai. PER tutto questo mi spiace davvero che chiuda: è la prima vittima della riorganizzazione dell' informazione che stiamo vivendo in questi anni. Anche se ci sono delle colpe storiche, e sono degli editori, che fin dagli anni Cinquanta non hanno mai capito che uso fare della fotografia sui loro giornali. Neanche il fatto che la tv abbia fatto fuori il rotocalco è riuscito a fare ragionare gli editori su un uso dell' immagine diverso da quello del tappabuchi, quando invece dovrebbe essere un' informazione autonoma e completa, a sé stante. Grazia Neri sopravviveva finché c' erano giornali colti e intelligenti, spariti i quali è inevitabile che sparisse pure l' agenzia. E nel frattempo, con la stessa logica, a noi fotoreporter è stata del tutto tolta la funzione di informare, sono spariti i freelance che erano dei reporter a tutti gli effetti e i risultati sono questi. Mi viene da ridere - si fa per dire- se penso che tutto questo accade in una città dove da anni si discute su un museo della fotografia da realizzare all' Ansaldo. Premesso che il nome giusto sarebbe "Museo della comunicazione visiva", aggiungo che secondo me non si farà mai, perché manca la volontà culturalee politica di realizzarlo. Oltretutto credo che se mai diventasse realtà finirebbe per essere la classica esposizione di fotografie, più o meno storiche. Invece un simile museo delle immagini avrebbe senso solo se fosse un centro di raccolta degli archivi dei giornali e dei fotografi, e con questo lavoro di raccolta diventasse un punto di riferimento per studiosi e ricercatori, un luogo di incontrie di dibattiti sul giornalismo del Novecento. Ma certo, se questo museo davvero si farà, il lavoro di Grazia Neri vi avrà un posto d' onore. (fotoreporter e storico della fotografia) © RIPRODUZIONE RISERVATA

ULIANO LUCAS