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Marche Motocicli (C)
Tutte le Case motociclistiche Italiane
In questa pagina
ed altre collegate, vi sono 578 marchi di Ditte
che nel ventesimo secolo hanno costruito: cicli,
motocicli, motoleggere ed altro.
Quasi sempre, il marchio, o il logo, come vengono
chiamati delle varie Case motociclistiche, non
sono altro che il nome del fondatore. Molte
volte però, dietro a sigle o disegni si nascondono
abbreviazioni e/o slogan che rivelano le origini
della marca. Menzionarli tutti, sarebbe interessante
ma praticamente impossibile, le fabbriche di
motociclette, da cento anni a questa parte,
si dice siano state all'incirca cinquemila!
Eccone, una piccola parte, scelti tra quelli
italiani, storicamente più o meno importanti.
L'autore di
queste pagine attinenti ai marchi, non è responsabile
per il contenuto in quanto trattasi di giorni
e giorni di ricerche effettuate su vecchie riviste
del settore, quotidiani, libri, internet e quant'altro,
pertanto declina ogni responsabilità.
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CABRERA
1979-83 |
Produsse un numero limitato di fuoristrada a
due tempi da 125 a 175 cc. |
CAGIVA
1978
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I fratelli Castiglioni acquistarono la Aermacchi
dalla HarleyDavidson. Le prime Cagiva erano
due tempi da 123 cc basate sui modelli della
casa americana, di cui furono costruite versioni
Trail e Cross a quattro tempi da 350 cc. Nel
1983 un accordo con la Ducati permise alla Cagiva
di costruire moto di cilindrata maggiore, che
nel decennio successivo le consentirono di espandersi
rapidamente. Nel 1985 rilevò la Ducati, nel
1986 la Husqvama, nel 1987 la Morini e nel 1993
la Cl. Tuttavia il marchio Cagiva resta legato
soprattutto a moto trail e di piccola cilindrata.
Motocicletta 350 del 1985
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CALCATERRA
1926-29 |
Alla fine del 1926, il progettista Piero Calcaterra
di Milano costruisce una motoleggera di 175
cc, a due tempi. Il blocco motore-cambio non
risulta diviso lungo un piano verticale, come
è abitualmente, ma lungo un piano orizzontale
e anche il cilindro è in blocco con il basamento.
Entra in produzione di serie nel 1927. |
CALVI
1923-24 |
Casa italiana che nel 1923 presenta una motocicletta
sportiva monocilindrica a quattro tempi di 280
cc, con valvole contrapposte. Il cambio separato
è uno Sturmey Archer a tre velocità e trasmissione
a catena. La Calvi non figura più in produzione
negli anni successivi. |
CAPELLO
1912-15 |
Casa che nel 1912 produce tre modelli, un monocilindrico
verticale di 2 CV, un bicilindrico verticale
di 2,75 CV e un bicilindrico di 3,5 CV, tutti
con accensione a magnete. Nel 1913 costruisce
anche la Motocapello, nelle versioni bicilindrica
da 5,5 CV e da 8 CV, entrambe con accensione
a magnete. La Casa mette a disposizione, a seconda
delle richieste del cliente, le motociclette
con o senza frizione e cambio. Nel 1914, viene
aggiunta alla gamma una monocilindrica di 3,5
CV.
Bicicletta a motore del 1914
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CAPPA
1905-10 |
Motocicletta costruita nel 1905 dall’ingegner
Giulio Cesare Cappa, rivoluzionaria per i suoi
tempi che è stata esposta al Salone dell’Automobile
di Torino. Si tratta di una monocilindrica verticale
raffreddata ad acqua, con cambio a tre velocità,
trasmissione a giunto cardanico con coppia conica
finale, accensione a doppio magnete, serbatoio
cilindrico per benzina e acqua, radiatore al
manubrio per il raffreddamento dell’acqua, forcella
anteriore a biscottini inferiori con molle di
tensione posteriori.
Bicicletta a motore del 1905
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CAPPONI
1924-26 |
Costruisce a Torino un numero limitato di motociclette
a due tempi da 175 cc. |
CAPRONI VIZZOLA
1953-59 |
Filiale della Aero-Caproni che produsse moto
con motori NSU da 98 a 247 cc su telai dotati
di longheroni in acciaio stampato.
Motocicletta 75 del 1955
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CARCANO
1898-1901 |
Ha solo diciassette
anni Carlo Maserati (il primo dei sei fratelli
vogheresi destinati a fondare la famosa Casa
automobilistica), ma ha già le idee chiare quando
nel 18 da semplice garzone in una fabbrica di
biciclette, progetta per le stesse un motorino
ausiliario. Dopo averle brevettato, Michele
e Cesare Carcano avviano la produzione, durata
meno di quattro anni, di una delle prime biciclette
a motore che partecipa con successo alle prime
gare, anche con Maserati alla guida, prima del
suo passaggio al settore automobilistico, partendo
dalla FIAT.
Bicicletta a motore del 1899
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CARDA
1946-54 |
Micromotore a due tempi da 43 cc montato su
una piattaforma posta lateralmente alla ruota
posteriore della bicicletta. La trasmissione
è a catena dal pignone motore ad una corona
fissata sul mozzo. È costruito a Bologna nel
1950. |
CARDANI
1967-69 |
Motocicletta da corsa, nata nel 1967, che deve
il nome ai suoi progettisti, Carlo Savaré e
Daniele Fontana. Ha il motore a tre cilindri
verticali affiancati, inclinati in avanti, a
quattro tempi di 497,8 cc. La distribuzione
è a quattro valvole per cilindro, comandate
da due alberi a camme in testa. Il cambio è
a sette velocità, mai prodotta in serie. |
CARNIELLI
1931 |
Casa di Vittorio Veneto fondata da Teodoro Carnielli,
che agli inizi del 1931 produce diversi modelli
di motoleggere con motori 98 cc, JAP di 175
e 200 cc, Python di 250 e 500 cc, Kuchen di
350 e 500 cc. Tra il 1952 e il 1953, costruisce
ciclomotori di 50 cc e motoleggere di 75, 98
e 125 cc, in differenti versioni, tutte con
motore a due tempi ed un un motofurgone di 98
cc con motore NSU, una motoleggera di 125 cc
e uno scooter della stessa cilindrata. I motoveicoli
sono contraddistinti dal marchio Vittoria. Nel
1965, costruisce uno scooter di 65 cc a due
tempi, con cambio a tre velocità. Nel 1957,
monta sui ciclomotori Vittoria anche i motori
della Lambretta di 48 cc e produce un ciclomotore
in versione sportiva battezzato Solitude, con
motore NSU. Del 1968 è la Motograziella con
motore Sachs di 50 cc, il telaio è pieghevole
che resta sul mercato fino agli anni Ottanta.
Scooter
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CARNIELLUTI
1926 |
Motore di 125 cc, quattro tempi con distribuzione
a valvola rotativa in testa, presentato al Salone
di Milano, nel 1926. La corsa è variabile perché
nella testa della biella c’è un eccentrico la
cui rotazione è comandata da una coppia di ingranaggi
e per mezzo del quale la biella fa compiere
al pistone una corsa maggiore in fase di aspirazione,
mentre la corsa del pistone, durante la fase
utile di espansione, risulta ridotta. |
CARNITI
1953-54 |
Casa che presenta al Salone del Motociclo di
Milano del 1953, l’Automotoscooter 200, progettata
da Pietro Vassena, dotato di motore a due tempi
a tre cilindri da 186 cc con trasmissione a
frizione a rapporto variabile e telaio in acciaio
stampato.
Scooter 165 del 1953
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CARRÙ
1940-60 |
Iniziò con una due tempi da 175 cc, negli anni
quaranta produsse moto da corsa da 250 a 500
cc con albero a camme in testa. |
CASALINI
1956
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Casa di Piacenza che nel 1956 realizza lo scooter
David, di 50 cc, con carrozzeria ribaltabile.
Il telaio è a tubo centrale aperto, con forcella
a biscottini inferiori oscillanti e forcellone
posteriore oscillante. Nel 1957 costruisce anche
ciclomotori di tipo convenzionale e motofurgoncini
di minima cilindrata. Fino al 1960 i modelli
non vengono modificati, mentre negli anni seguenti
sono realizzati motofurgoni, col nome David,
in varie versioni a tre ruote e il ciclomotore,
sempre David, destinato al trasporto.
Scooter 50 del 1953
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CASOLI
1928-33 |
Dopo aver assemblato motoleggere
con propulsore prodotto da altri, nel 1929 Attilio
Casoli sforna una 125 a 2 tempi, cambio in blocco
a due velocità, interamente realizzata
in proprio che partecipa vittoriosamente alle
corse e per cinque anni è commercializzata in
più versioni.
Motocicletta 125 del 1929
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CAVICCHIOLI
1923 |
Nel 1923, il tecnico Cavicchioli realizza un
motore di 349 cc con un pistone in ghisa del
diametro di 86 mm (corsa di 72 mm), nella cui
testa si trova un secondo pistone di diametro
inferiore (35 mm), che, a sua volta, scorre
in un secondo cilindro che, in pratica, si trova
nella testa del cilindro normale. La camera
di combustione risulta così anulare e, per evitare
le difficoltà di accensione, sono previste due
candele da ciascun lato della testa. A questo
motore è applicato il principio del pistone
a due diametri, che sarà reso famoso, anche
se diversamente, dalla Dunelt. |
C.B.R.
1911-14 |
Casa fondata a Torino
nel 1911
dagli ingegneri
Cigala, Barberis e Ruva iniziano
a produrre una moto brevettata; con motore a
due tempi di 250 cc e trasmissione diretta a
cinghia che, stando alla pubblicità, è "pratica,
leggera, costa poco (950 lire), non dà scosse
e fa le più forti salite d'Italia". Nel 1914
viene presentato poi un nuovo modello con motore
di circa 500 cc, caratterizzato da un carburatore
con la presa d'aria che avvolge il cilindro,
per preriscaldare l'aria. Ha accensione a magnete
Ruthardt, lubrificazione con pompa supplementare,
trasmissione diretta a cinghia con disinnesto
nella puleggia motrice, forcella a parallelogramma,
gomme da 26 x 2, potenza di circa 8 CV e velocità
di 85 km/h.
Bicicletta a motore del 1914
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CECCATO
1950-63
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Casa con sede prima a Montecchio Maggiore (Vicenza)
e poi ad Alte Ceccato (Vicenza) che la fine
degli anni quaranta e l’inizio degli anni cinquanta
il ciclomotore Romeo, equipaggiato prima con
un motore di 38 cc, poi con uno di 48 cc. Il
propulsore ha cilindro invertito, con la trasmissione
a rullo sulla ruota posteriore. Nel 1951, produce
anche una motoleggera con motore di 75 cc e
nel 1952, una motoleggera a due tempi di 125
cc. Nel 1953 costruisce ottimi modelli di 75,
125 e 200 cc, i primi due sono monocilindrici,
mentre il terzo ha motore a due cilindri orizzontali
affiancati, con il cambio in blocco a quattro
velocità. La gamma è completata dal ciclomotore
con la trasmissione a rullo sulla ruota posteriore.
Nel 1954, presenta più versioni di motoleggere
a due tempi di 98 cc e 125 cc e produce diversi
modelli a quattro tempi di 75 cc, 98 cc e 125
cc, con motore a cilindro verticale, distribuzione
a valvole in testa comandate da un albero a
camme in testa con l’albero del motore, per
mezzo di un treno di ingranaggi verticali. Le
motoleggere hanno il telaio in tubi con la forcella
anteriore telescopica e la sospensione posteriore
a forcellone oscillante con ammortizzatori telescopici.
Nel 1958, entra in produzione un nuovo ciclomotore
con trasmissione a rullo di aderenza. La Ceccato
chiude nel 1963.
Motocicletta 125 del 1955
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CENTAURUS
1946-50 |
I fratelli Bergami rilevarono la MG, che prima
della seconda guerra mondiale aveva prodotto
la MG e la Taurus. La Centaurus costruì un quattro
tempi da 250 e 500 cc basate sui modelli precedenti. |
CF
1928-42 |
Casa fondata a Piacenza da Leonardo Fiorani
e Arduino Castelli aggiuntosi in secondo tempo.
Il primo motore che porta questo nome è del
1928. La prima motocicletta è una 175 Turismo,
con motore monocilindrico verticale, distribuzione
a valvole in testa comandate da aste e bilancieri,
cambio a tre velocità e forcella anteriore a
parallelogramma. La versione da corsa ha cambio
a quattro velocità, comandato a pedale, e valvole
in testa comandate per mezzo di un albero verticale
con camme in testa. La motocicletta, alimentata
ad alcool, raggiunge i 135 km/h. Nel 1931, la
CF, costruisce tre versioni della motoleggera
di 175 cc, la Turismo, la Sport e la Super Sport.
Nel 1934, la 175 cc è sostituita con una 250
cc, con le stesse caratteristiche generali.
Nel 1935, è costruita una 500 cc a due cilindri
affiancati, distribuzione a valvole laterali
e cambio separato a quattro velocità. La fabbrica
chiude nel 1942 a causa della guerra. |
C.G.
1924-28 |
Dal 1924 al 1928
Giovanni Corengia, in provincia di Como, ha
una produzione modeste motoleggere di 125 e
175 cc, tutte, a due tempi, ed una 350 bicilindrica
ottenuta accoppiando due motori di 175 cc. La
costruzione è abbastanza tradizionale, con magnete
Eisemann. Singolare la scritta sul carter della
trasmissione primaria,"Lubrificare con olio
e petrolio".
Bicicletta a motore 175 del 1924
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CFG
1926-29 |
Motociclette costruite da Colombo, Folli e Genesini
con motori a quattro tempi da 175 e 250 cc con
albero a camme in testa. |
CHIANALE
1927-30 |
Casa di Cuneo che, nel 1927, produce una motoleggera
con motore
Chaise di 350 cc. |
CHIORDA
1952-57 |
Casa di Bergamo che presenta al Salone di Milano
del 1954 una motoleggera di 100 cc, con motore
a quattro tempi a due cilindri affiancati, di
ottima linea. Nel 1957, costruisce il ciclomotore
Arlecchino di 48 cc, con sospensioni telescopiche
e cambio e tre velocità. Una versione sport
dell’Arlecchino ha raggiunto i 70 km/h. |
CICALA
1952-53 |
Piccolo scooter con motore a due tempi da 49
cc e ruote larghe. |
CIGNO
1953-54 |
Costruì un piccolo scooter da 48 cc. |
CIMA
1927-29 |
Costruì una moto con motore monocilindrico Blackburne
a quattro tempi. |
CIMATTI
1937-84
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Casa fondata nel 1937 da Marco Cimatti, inizialmente
produce biciclette. Dal 1950, si occupa anche
di ciclomotori. I cinquantini prodotti comprendono
una vasta gamma di modelli, pur non mancando
esemplari di cilindrata superiore. Nel 1965,
tra i modelli 50 cc è compreso anche uno scooter
dalla linea pulita con carenatura posteriore
che esclude il blocco motore e con la trasmissione
interamente racchiusa. Negli anni sessanta sono
prodotti anche tre motocicli molto interessanti,
i modelli da 100 e 175 cc Sport Lusso da strada
e il Kaiman Cross da competizione. Tutti hanno
cambio a quattro marce. Nel 1972, sono prodotte
due 125, una per il motocross con cambio a cinque
marce e l’altra da strada, chiamata Ariete 5/M
con motore Franco Morini a due tempi ed una
potenza di 15 CV, prodotta fino al 1977. Sotto
la direzione di Enrico Cimatti, figlio di Marco,
la Casa si apre all’esportazione verso USA,
Francia, Norvegia e Tunisia. Nel 1977, sono
prodotti solo ciclomotori di 50 cc: lo Chic,
con una sola marcia e frizione automatica e
il modello 86, lussuoso con telaio a tubo a
U, quattro marce e ruote in lega leggera. C’è
anche una serie di minimoto che inizia con il
modello Mini Chic e prosegue con il Bat Boy
e il Bat Baby, destinati ai più giovani. Nel
1979, è presentato il nuovo Oasi, con motore
Minarelli monocilindrico orizzontale a due tempi.
Il cambio è automatico e il telaio in lamiera
stampata di acciaio. Nel 1980, esce il Gringo
con motore Minarelli a due tempi, cambio a quattro
marce e carburatore. La Casa chiude verso il
1984.
Motocicletta 125 del 1956
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CISLAGHI
1922-27 |
Costituita da una grande ruota entro la quale
trovavano posto il motore e il pilota e apparentemente
capace di raggiungere i 100 kmlh, non riuscì
tuttavia a convincere il pubblico. |
C.M.
1930-60
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Casa di Bologna fondata da Mario Cavedagna nel
1930, resta sempre una fabbrica artigianale.
Le CM sono di con motori pressoché indistruttibili,
in grado di offrire prestazioni superiori a
quelle dei motori del tempo. La prima moto è
una 175 cc, con motore verticale a quattro tempi
a valvole in testa, cambio separato Burman a
tre velocità. Nel 1933, la prima 500 cc, con
motore a quattro tempi a valvole in testa. Nel
1934 la prima 250 cc con albero a camme in testa.
Dal 1935 al 1940, si dedica alla produzione
di 250, 350 e 500 cc, in diverse versioni, con
motori a quattro tempi a valvole in testa. Durante
la guerra sono in listino i modelli di 250,
350 e 500 cc. Nel 1947, esce una nuova motocicletta,
la Gheppio 250, con cambio a quattro velocità
ad albero a camme in testa. Accanto a questa,
sono in listino la 250 Rampichino e le 500 Sparviero
e Grifone, tutte con cambio a quattro velocità
a valvole in testa comandate da aste e bilancieri.
Nel 1949, presenta la sua prima motoleggera
a due tempi con motore di 125 cc monocilindrico,
telaio elastico e forcella anteriore telescopica.
Il vero capolavoro, tuttavia, è una motocicletta
del 1950, a due cilindri affiancati di 250 cc.
Il motore è formato dall’unione sullo stesso
carter di due cilindri, l’albero ha le manovelle
a 180°, il rapporto di compressione è di 6:1,
la potenza di 9 CV a 5900 giri/min. Nel 1956,
è presentato il Francolino 175, un monocilindrico
verticale, con valvole in testa. Nel 1958, la
Casa tenta il campo dello scooter, realizzando
un modello di 150 cc destinato alla sola esportazione.
Il motore è monocilindrico a due tempi, ma non
riesce ad entrare in produzione perché la CM
scompare dal mercato. Nel 1964, la CM è rilevata
da Mauro Negrini e costruisce ciclomotori, ma
chiude nel corso degli anni sessanta.
Motocicletta 125 del 1951
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CMK
1967-75 |
Piccola Casa che produce ciclomotori solo per
l’esportazione. I motori sono a due tempi di
50 cc, con cilindro di alluminio con canna cromata,
cambio a quattro velocità, potenza di 4,2 CV
a 6750 giri/min. |
CMP
1953-56 |
Casa di Padova che nel 1955 costruisce motoleggere
di 75, 100 e 125 cc, in varie versioni
con il motore a due tempi con motori Ceccato
e Sachs. Nel 1956, si aggiunge un ciclomotore
di 50 cc e un modello di 125 cc, con motore
a quattro tempi. In seguito, la Casa chiude. |
COLELLA
1981-93 |
Ditta di Roma che nel 1981 presenta un miniciclomotore
pieghevole denominato Colcar. È lungo 1100 mm
e pesa 37 kg. Il motore è un Franco Morini due
tempi, con distribuzione lamellare direttamente
nel carter pompa, di 49,9 cc. Il cilindro è
in lega leggera, con rapporto di compressione
8:1. La frizione centrifuga automatica lavora
in bagno d’olio. Manca la sospensione posteriore,
sopperita dalla sella in gomma che poggia su
di un mollone. |
COLOMBO
1950 |
Nel 1950, l’ingegnere italiano Ercole Colombo
progetta e costruisce un motore monocilindrico
verticale di 250 cc. La distribuzione è a valvola
rotante in testa. Si tratta di una valvola conica,
con le normali luci, ma con un movimento intermittente
e che resta immobile nel momento dell’entrata
dei gas dalla luce di scarico. Il motore ha
due carburatori, uno rivolto in avanti, l’altro
indietro. Le luci della testata sono quattro
(due di ammissione e due di scarico), mentre
la valvola rotante ne ha solo due, una di scarico
e una di ammissione. Le due camme di comando
del distributore rotante sono montate su un
albero verticale, comandato dall’albero verticale
esterno. |
COMET
1952-57
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La prima motocicletta con questo marchio è presentata
nel 1952 dalla BDB (Brevetti Drusiani Bologna).
Si tratta di una bicilindrica con cilindri affiancati
di 173,6 cc, con valvole in testa inclinate
di 40° e comandate da due alberi a camme in
testa. Il cambio è in blocco a quattro velocità
e la moto sviluppa una potenza di 10 CV a 6000
giri/min. Nel 1953, esce una nuova versione,
la Comet 175 Sport, con motore di 10 CV a 6800
giri/min. Nel 1954, appare una Comet 175 cc
monocilindrica ad albero a camme in testa ed
è presentata anche una bicilindrica con le stesse
caratteristiche. Sempre del 1954, è un motore
di 98 cc a due tempi, cambio a due velocità
comandato da manopola. Nel 1955, la novità più
grande è una monocilindrica di 250 cc con distribuzione
ad aste e bilancieri. La produzione cessa nel
1957.
Motocicletta 175 del 1954
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COMFORT
1923-26 |
Motociclette dotate di motori Bradshaw, Barr
& Stroud e Blackburne. Motocicletta presentata
nel 1923 a Milano, costruita da Miro Bottarlini.
Utilizza un motore Bradshaw di 350 cc, con distribuzione
a valvole in testa, cambio Sturmey Archer a
tre velocità, forcella anteriore a doppi bracci,
con molle verticali e sospensione posteriore
con molle a balestra. Oltre ai Bradshaw, utilizza
anche motori della Barr & Stroud e della Blackburne,
sempre di 350 cc. Nel 1926, la Comfort con motore
Bradshaw ha telaio in culla e molleggio posteriore
con forcellone oscillante, controllato da una
molla a balestra. Anche la sospensione anteriore
è formata da una forcella a doppi bracci, con
molle a balestra. |
CONTI
1926-32
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Dopo aver rilevato la quota del socio (De Stefani)
nel 1926, Vittorio Conti, continua nel costruire
motociclette con nuovi modelli. Utilizza un
motore Della Ferrera a due tempi di 125 cc,
a cilindro sdoppiato, alesaggio (mm 36) e corsa
(mm 60), potenza massima 3 HP, cambio in blocco
a due velocità con rapporti sempre in presa,
velocità massima 70-75 km/h. Con lo stesso motore
costruisce, nel 1927 una motoleggera tipo Balloon,
nel 1928 altra motoleggera tipo Baby (per signore
ed ecclesiastici), e nel 1928 una motoleggera
tipo Touring sidecar, con il carrozzino a destra,
nel 1929, ancora una motoleggera KSS Super Sport,
sempre con il collaudato motore Della Ferrera
a due tempi di 125 cc ma a doppio scarico, nel
1930 la nuova motoleggera 175 Sport con motore
Jap a quattro tempi, monocilindrico di 175 cc
a valvole laterali. Nel 1931 viene presentata
la motoleggera Saetta Azzurra, in due versioni,
Turismo ed Extra Lusso con motore Della Ferrera
a quattro tempi di 175 cc a valvole in testa,
accensione a magnete Bosch (nella versione turismo)
ed a spinterogeno Bosch (nella versione lusso),
carburatore Gurtner automatico, forcella tipo
Druid con molla centrale, cambio in blocco a
tre velocità, freni ad espansione su entrambe
le ruote, trasmissione a catena, velocità oltre
90 km/h. Tutti i modelli vengono mantenuti in
produzione fino al 1932 con migliorie, freni
ad espansione su entrambe le ruote su tutti
i tipi. Nello stesso anno la Casa Conti chiude
i battenti.
Motocicletta 175 del 1925
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COPPI
1958-60 |
Casa che nel 1958 produce due ciclomotori con
motore a due tempi di 48 cc. |
COSTRUZIONE
MECCANICHE
G.VIVIANI
1952 |
Piccola Casa che, nel 1952, produce lo scooterino
Cicala, con motore a due tempi di 49 cc, ruote
alte e carenatura completa. |
COZZO
1954-55 |
Produsse una motocicletta presentata a Milano
dal tecnico Cozzo. tempi di 174 cc, a cilindro
orizzontale, albero a camme in testa comandato
a catena e cambio n blocco a quattro velocità.
Non risulta essere mai stata prodotta in serie
e se ne perde traccia negli anni successivi. |
CRT
1925-29 |
Motocicletta italiana costruita nel 1925 dalla
Casin & Romin di Treviso. Il motore è un Blackburne
a quattro tempi di 175, 250 o 350 cc, nelle
versioni Turismo a valvole laterali e Sport
a valvole in testa. La forcella anteriore è
della Druid e il cambio separato Burman. |
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