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Marche Motocicli (C)

Tutte le Case motociclistiche Italiane

In questa pagina ed altre collegate, vi sono 578 marchi di Ditte che nel ventesimo secolo hanno costruito: cicli, motocicli, motoleggere ed altro.

Quasi sempre, il marchio, o il logo, come vengono chiamati delle varie Case motociclistiche, non sono altro che il nome del fondatore. Molte volte però, dietro a sigle o disegni si nascondono abbreviazioni e/o slogan che rivelano le origini della marca. Menzionarli tutti, sarebbe interessante ma praticamente impossibile, le fabbriche di motociclette, da cento anni a questa parte, si dice siano state all'incirca cinquemila! Eccone, una piccola parte, scelti tra quelli italiani, storicamente più o meno importanti.

L'autore di queste pagine attinenti ai marchi, non è responsabile per il contenuto in quanto trattasi di giorni e giorni di ricerche effettuate su vecchie riviste del settore, quotidiani, libri, internet e quant'altro, pertanto declina ogni responsabilità.

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CABRERA
1979-83
Produsse un numero limitato di fuoristrada a due tempi da 125 a 175 cc.

CAGIVA

1978

I fratelli Castiglioni acquistarono la Aermacchi dalla HarleyDavidson. Le prime Cagiva erano due tempi da 123 cc basate sui modelli della casa americana, di cui furono costruite versioni Trail e Cross a quattro tempi da 350 cc. Nel 1983 un accordo con la Ducati permise alla Cagiva di costruire moto di cilindrata maggiore, che nel decennio successivo le consentirono di espandersi rapidamente. Nel 1985 rilevò la Ducati, nel 1986 la Husqvama, nel 1987 la Morini e nel 1993 la Cl. Tuttavia il marchio Cagiva resta legato soprattutto a moto trail e di piccola cilindrata.

Motocicletta 350 del 1985

CALCATERRA
1926-29
Alla fine del 1926, il progettista Piero Calcaterra di Milano costruisce una motoleggera di 175 cc, a due tempi. Il blocco motore-cambio non risulta diviso lungo un piano verticale, come è abitualmente, ma lungo un piano orizzontale e anche il cilindro è in blocco con il basamento. Entra in produzione di serie nel 1927.
CALVI
1923-24
Casa italiana che nel 1923 presenta una motocicletta sportiva monocilindrica a quattro tempi di 280 cc, con valvole contrapposte. Il cambio separato è uno Sturmey Archer a tre velocità e trasmissione a catena. La Calvi non figura più in produzione negli anni successivi.
CAPELLO
1912-15

Casa che nel 1912 produce tre modelli, un monocilindrico verticale di 2 CV, un bicilindrico verticale di 2,75 CV e un bicilindrico di 3,5 CV, tutti con accensione a magnete. Nel 1913 costruisce anche la Motocapello, nelle versioni bicilindrica da 5,5 CV e da 8 CV, entrambe con accensione a magnete. La Casa mette a disposizione, a seconda delle richieste del cliente, le motociclette con o senza frizione e cambio. Nel 1914, viene aggiunta alla gamma una monocilindrica di 3,5 CV.

Bicicletta a motore del 1914

CAPPA
1905-10

Motocicletta costruita nel 1905 dall’ingegner Giulio Cesare Cappa, rivoluzionaria per i suoi tempi che è stata esposta al Salone dell’Automobile di Torino. Si tratta di una monocilindrica verticale raffreddata ad acqua, con cambio a tre velocità, trasmissione a giunto cardanico con coppia conica finale, accensione a doppio magnete,  serbatoio cilindrico per benzina e acqua, radiatore al manubrio per il raffreddamento dell’acqua, forcella anteriore a biscottini inferiori con molle di tensione posteriori.

Bicicletta a motore del 1905

CAPPONI
1924-26
Costruisce a Torino un numero limitato di motociclette a due tempi da 175 cc.
CAPRONI VIZZOLA
1953-59

Filiale della Aero-Caproni che produsse moto con motori NSU da 98 a 247 cc su telai dotati di longheroni in acciaio stampato.

Motocicletta 75 del 1955

CARCANO
1898-1901

Ha solo diciassette anni Carlo Maserati (il primo dei sei fratelli vogheresi destinati a fondare la famosa Casa automobilistica), ma ha già le idee chiare quando nel 18 da semplice garzone in una fabbrica di biciclette, progetta per le stesse un motorino ausiliario. Dopo averle brevettato, Michele e Cesare Carcano avviano la produzione, durata meno di quattro anni, di una delle prime biciclette a motore che partecipa con successo alle prime gare, anche con Maserati alla guida, prima del suo passaggio al settore automobilistico, partendo dalla FIAT.

Bicicletta a motore del 1899

CARDA
1946-54
Micromotore a due tempi da 43 cc montato su una piattaforma posta lateralmente alla ruota posteriore della bicicletta. La trasmissione è a catena dal pignone motore ad una corona fissata sul mozzo. È costruito a Bologna nel 1950.
CARDANI
1967-69
Motocicletta da corsa, nata nel 1967, che deve il nome ai suoi progettisti, Carlo Savaré e Daniele Fontana. Ha il motore a tre cilindri verticali affiancati, inclinati in avanti, a quattro tempi di 497,8 cc. La distribuzione è a quattro valvole per cilindro, comandate da due alberi a camme in testa. Il cambio è a sette velocità, mai prodotta in serie.
CARNIELLI
1931

Casa di Vittorio Veneto fondata da Teodoro Carnielli, che agli inizi del 1931 produce diversi modelli di motoleggere con motori 98 cc, JAP di 175 e 200 cc, Python di 250 e 500 cc, Kuchen di 350 e 500 cc. Tra il 1952 e il 1953, costruisce ciclomotori di 50 cc e motoleggere di 75, 98 e 125 cc, in differenti versioni, tutte con motore a due tempi ed un un motofurgone di 98 cc con motore NSU, una motoleggera di 125 cc e uno scooter della stessa cilindrata. I motoveicoli sono contraddistinti dal marchio Vittoria. Nel 1965, costruisce uno scooter di 65 cc a due tempi, con cambio a tre velocità. Nel 1957, monta sui ciclomotori Vittoria anche i motori della Lambretta di 48 cc e produce un ciclomotore in versione sportiva battezzato Solitude, con motore NSU. Del 1968 è la Motograziella con motore Sachs di 50 cc, il telaio è pieghevole che resta sul mercato fino agli anni Ottanta.

Scooter

CARNIELLUTI
1926
Motore di 125 cc, quattro tempi con distribuzione a valvola rotativa in testa, presentato al Salone di Milano, nel 1926. La corsa è variabile perché nella testa della biella c’è un eccentrico la cui rotazione è comandata da una coppia di ingranaggi e per mezzo del quale la biella fa compiere al pistone una corsa maggiore in fase di aspirazione, mentre la corsa del pistone, durante la fase utile di espansione, risulta ridotta.
CARNITI
1953-54

Casa che presenta al Salone del Motociclo di Milano del 1953, l’Automotoscooter 200, progettata da Pietro Vassena, dotato di motore a due tempi a tre cilindri da 186 cc con trasmissione a frizione a rapporto variabile e telaio in acciaio stampato.

Scooter 165 del 1953

CARRÙ
1940-60
Iniziò con una due tempi da 175 cc, negli anni quaranta produsse moto da corsa da 250 a 500 cc con albero a camme in testa.

CASALINI

1956

Casa di Piacenza che nel 1956 realizza lo scooter David, di 50 cc, con carrozzeria ribaltabile. Il telaio è a tubo centrale aperto, con forcella a biscottini inferiori oscillanti e forcellone posteriore oscillante. Nel 1957 costruisce anche ciclomotori di tipo convenzionale e motofurgoncini di minima cilindrata. Fino al 1960 i modelli non vengono modificati, mentre negli anni seguenti sono realizzati motofurgoni, col nome David, in varie versioni a tre ruote e il ciclomotore, sempre David, destinato al trasporto.

Scooter 50 del 1953

CASOLI
1928-33

Dopo aver assemblato motoleggere con propulsore prodotto da altri, nel 1929 Attilio Casoli sforna una 125 a 2 tempi, cambio in blocco a due velocità,  interamente realizzata in proprio che partecipa vittoriosamente alle corse e per cinque anni è commercializzata in più versioni.

Motocicletta 125 del 1929

CAVICCHIOLI
1923
Nel 1923, il tecnico Cavicchioli realizza un motore di 349 cc con un pistone in ghisa del diametro di 86 mm (corsa di 72 mm), nella cui testa si trova un secondo pistone di diametro inferiore (35 mm), che, a sua volta, scorre in un secondo cilindro che, in pratica, si trova nella testa del cilindro normale. La camera di combustione risulta così anulare e, per evitare le difficoltà di accensione, sono previste due candele da ciascun lato della testa. A questo motore è applicato il principio del pistone a due diametri, che sarà reso famoso, anche se diversamente, dalla Dunelt.
C.B.R.
1911-14

Casa fondata a Torino nel 1911 dagli ingegneri Cigala, Barberis e Ruva iniziano a produrre una moto brevettata; con motore a due tempi di 250 cc e trasmissione diretta a cinghia che, stando alla pubblicità, è "pratica, leggera, costa poco (950 lire), non dà scosse e fa le più forti salite d'Italia". Nel 1914 viene presentato poi un nuovo modello con motore di circa 500 cc, caratterizzato da un carburatore con la presa d'aria che avvolge il cilindro, per preriscaldare l'aria. Ha accensione a magnete Ruthardt, lubrificazione con pompa supplementare, trasmissione diretta a cinghia con disinnesto nella puleggia motrice, forcella a parallelogramma, gomme da 26 x 2, potenza di circa 8 CV e velocità di 85 km/h.

Bicicletta a motore del 1914

CECCATO

1950-63

Casa con sede prima a Montecchio Maggiore (Vicenza) e poi ad Alte Ceccato (Vicenza) che la fine degli anni quaranta e l’inizio degli anni cinquanta il ciclomotore Romeo, equipaggiato prima con un motore di 38 cc, poi con uno di 48 cc. Il propulsore ha cilindro invertito, con la trasmissione a rullo sulla ruota posteriore. Nel 1951, produce anche una motoleggera con motore di 75 cc e nel 1952, una motoleggera a due tempi di 125 cc. Nel 1953 costruisce ottimi modelli di 75, 125 e 200 cc, i primi due sono monocilindrici, mentre il terzo ha motore a due cilindri orizzontali affiancati, con il cambio in blocco a quattro velocità. La gamma è completata dal ciclomotore con la trasmissione a rullo sulla ruota posteriore. Nel 1954, presenta più versioni di motoleggere a due tempi di 98 cc e 125 cc e produce diversi modelli a quattro tempi di 75 cc, 98 cc e 125 cc, con motore a cilindro verticale, distribuzione a valvole in testa comandate da un albero a camme in testa con l’albero del motore, per mezzo di un treno di ingranaggi verticali. Le motoleggere hanno il telaio in tubi con la forcella anteriore telescopica e la sospensione posteriore a forcellone oscillante con ammortizzatori telescopici. Nel 1958, entra in produzione un nuovo ciclomotore con trasmissione a rullo di aderenza. La Ceccato chiude nel 1963.

Motocicletta 125 del 1955

CENTAURUS
1946-50
I fratelli Bergami rilevarono la MG, che prima della seconda guerra mondiale aveva prodotto la MG e la Taurus. La Centaurus costruì un quattro tempi da 250 e 500 cc basate sui modelli precedenti.
CF
1928-42
Casa fondata a Piacenza da Leonardo Fiorani e Arduino Castelli aggiuntosi in secondo tempo. Il primo motore che porta questo nome è del 1928. La prima motocicletta è una 175 Turismo, con motore monocilindrico verticale, distribuzione a valvole in testa comandate da aste e bilancieri, cambio a tre velocità e forcella anteriore a parallelogramma. La versione da corsa ha cambio a quattro velocità, comandato a pedale, e valvole in testa comandate per mezzo di un albero verticale con camme in testa. La motocicletta, alimentata ad alcool, raggiunge i 135 km/h. Nel 1931, la CF, costruisce tre versioni della motoleggera di 175 cc, la Turismo, la Sport e la Super Sport. Nel 1934, la 175 cc è sostituita con una 250 cc, con le stesse caratteristiche generali. Nel 1935, è costruita una 500 cc a due cilindri affiancati, distribuzione a valvole laterali e cambio separato a quattro velocità. La fabbrica chiude nel 1942 a causa della guerra.
C.G.
1924-28

Dal 1924 al 1928 Giovanni Corengia, in provincia di Como, ha una produzione modeste motoleggere di 125 e 175 cc, tutte, a due tempi, ed una 350 bicilindrica ottenuta accoppiando due motori di 175 cc. La costruzione è abbastanza tradizionale, con magnete Eisemann. Singolare la scritta sul carter della trasmissione primaria,"Lubrificare con olio e petrolio".

Bicicletta a motore 175 del 1924

CFG
1926-29
Motociclette costruite da Colombo, Folli e Genesini con motori a quattro tempi da 175 e 250 cc con albero a camme in testa.
CHIANALE
1927-30
Casa di Cuneo che, nel 1927, produce una motoleggera con motore Chaise di 350 cc.
CHIORDA
1952-57
Casa di Bergamo che presenta al Salone di Milano del 1954 una motoleggera di 100 cc, con motore a quattro tempi a due cilindri affiancati, di ottima linea. Nel 1957, costruisce il ciclomotore Arlecchino di 48 cc, con sospensioni telescopiche e cambio e tre velocità. Una versione sport dell’Arlecchino ha raggiunto i 70 km/h.
CICALA
1952-53
Piccolo scooter con motore a due tempi da 49 cc e ruote larghe.
CIGNO
1953-54
Costruì un piccolo scooter da 48 cc.
CIMA
1927-29
Costruì una moto con motore monocilindrico Blackburne a quattro tempi.

CIMATTI

1937-84

Casa fondata nel 1937 da Marco Cimatti, inizialmente produce biciclette. Dal 1950, si occupa anche di ciclomotori. I cinquantini prodotti comprendono una vasta gamma di modelli, pur non mancando esemplari di cilindrata superiore. Nel 1965, tra i modelli 50 cc è compreso anche uno scooter dalla linea pulita con carenatura posteriore che esclude il blocco motore e con la trasmissione interamente racchiusa. Negli anni sessanta sono prodotti anche tre motocicli molto interessanti, i modelli da 100 e 175 cc Sport Lusso da strada e il Kaiman Cross da competizione. Tutti hanno cambio a quattro marce. Nel 1972, sono prodotte due 125, una per il motocross con cambio a cinque marce e l’altra da strada, chiamata Ariete 5/M con motore Franco Morini a due tempi ed una potenza di 15 CV, prodotta fino al 1977. Sotto la direzione di Enrico Cimatti, figlio di Marco, la Casa si apre all’esportazione verso USA, Francia, Norvegia e Tunisia. Nel 1977, sono prodotti solo ciclomotori di 50 cc: lo Chic, con una sola marcia e frizione automatica e il modello 86, lussuoso con telaio a tubo a U, quattro marce e ruote in lega leggera. C’è anche una serie di minimoto che inizia con il modello Mini Chic e prosegue con il Bat Boy e il Bat Baby, destinati ai più giovani. Nel 1979, è presentato il nuovo Oasi, con motore Minarelli monocilindrico orizzontale a due tempi. Il cambio è automatico e il telaio in lamiera stampata di acciaio. Nel 1980, esce il Gringo con motore Minarelli a due tempi, cambio a quattro marce e carburatore. La Casa chiude verso il 1984.

Motocicletta 125 del 1956

CISLAGHI
1922-27
Costituita da una grande ruota entro la quale trovavano posto il motore e il pilota e apparentemente capace di raggiungere i 100 kmlh, non riuscì tuttavia a convincere il pubblico.

C.M.

1930-60

Casa di Bologna fondata da Mario Cavedagna nel 1930, resta sempre una fabbrica artigianale. Le CM sono di con motori pressoché indistruttibili, in grado di offrire prestazioni superiori a quelle dei motori del tempo. La prima moto è una 175 cc, con motore verticale a quattro tempi a valvole in testa, cambio separato Burman a tre velocità. Nel 1933, la prima 500 cc, con motore a quattro tempi a valvole in testa. Nel 1934 la prima 250 cc con albero a camme in testa. Dal 1935 al 1940, si dedica alla produzione di 250, 350 e 500 cc, in diverse versioni, con motori a quattro tempi a valvole in testa. Durante la guerra sono in listino i modelli di 250, 350 e 500 cc. Nel 1947, esce una nuova motocicletta, la Gheppio 250, con cambio a quattro velocità ad albero a camme in testa. Accanto a questa, sono in listino la 250 Rampichino e le 500 Sparviero e Grifone, tutte con cambio a quattro velocità a valvole in testa comandate da aste e bilancieri. Nel 1949, presenta la sua prima motoleggera a due tempi con motore di 125 cc monocilindrico, telaio elastico e forcella anteriore telescopica. Il vero capolavoro, tuttavia, è una motocicletta del 1950, a due cilindri affiancati di 250 cc. Il motore è formato dall’unione sullo stesso carter di due cilindri, l’albero ha le manovelle a 180°, il rapporto di compressione è di 6:1, la potenza di 9 CV a 5900 giri/min. Nel 1956, è presentato il Francolino 175, un monocilindrico verticale, con valvole in testa. Nel 1958, la Casa tenta il campo dello scooter, realizzando un modello di 150 cc destinato alla sola esportazione. Il motore è monocilindrico a due tempi, ma non riesce ad entrare in produzione perché la CM scompare dal mercato. Nel 1964, la CM è rilevata da Mauro Negrini e costruisce ciclomotori, ma chiude nel corso degli anni sessanta.

Motocicletta 125 del 1951

CMK
1967-75
Piccola Casa che produce ciclomotori solo per l’esportazione. I motori sono a due tempi di 50 cc, con cilindro di alluminio con canna cromata, cambio a quattro velocità, potenza di 4,2 CV a 6750 giri/min.
CMP
1953-56
Casa di Padova che nel 1955 costruisce motoleggere di 75, 100 e 125 cc,  in varie versioni con il motore a due tempi con motori Ceccato e Sachs. Nel 1956, si aggiunge un ciclomotore di 50 cc e un modello di 125 cc, con motore a quattro tempi. In seguito, la Casa chiude.
COLELLA
1981-93
Ditta di Roma che nel 1981 presenta un miniciclomotore pieghevole denominato Colcar. È lungo 1100 mm e pesa 37 kg. Il motore è un Franco Morini due tempi, con distribuzione lamellare direttamente nel carter pompa, di 49,9 cc. Il cilindro è in lega leggera, con rapporto di compressione 8:1. La frizione centrifuga automatica lavora in bagno d’olio. Manca la sospensione posteriore, sopperita dalla sella in gomma che poggia su di un mollone.
COLOMBO
1950
Nel 1950, l’ingegnere italiano Ercole Colombo progetta e costruisce un motore monocilindrico verticale di 250 cc. La distribuzione è a valvola rotante in testa. Si tratta di una valvola conica, con le normali luci, ma con un movimento intermittente e che resta immobile nel momento dell’entrata dei gas dalla luce di scarico. Il motore ha due carburatori, uno rivolto in avanti, l’altro indietro. Le luci della testata sono quattro (due di ammissione e due di scarico), mentre la valvola rotante ne ha solo due, una di scarico e una di ammissione. Le due camme di comando del distributore rotante sono montate su un albero verticale, comandato dall’albero verticale esterno.

COMET

1952-57

La prima motocicletta con questo marchio è presentata nel 1952 dalla BDB (Brevetti Drusiani Bologna). Si tratta di una bicilindrica con cilindri affiancati di 173,6 cc, con valvole in testa inclinate di 40° e comandate da due alberi a camme in testa. Il cambio è in blocco a quattro velocità e la moto sviluppa una potenza di 10 CV a 6000 giri/min. Nel 1953, esce una nuova versione, la Comet 175 Sport, con motore di 10 CV a 6800 giri/min. Nel 1954, appare una Comet 175 cc monocilindrica ad albero a camme in testa ed è presentata anche una bicilindrica con le stesse caratteristiche. Sempre del 1954, è un motore di 98 cc a due tempi, cambio a due velocità comandato da manopola. Nel 1955, la novità più grande è una monocilindrica di 250 cc con distribuzione ad aste e bilancieri. La produzione cessa nel 1957.

Motocicletta 175 del 1954

COMFORT
1923-26
Motociclette dotate di motori Bradshaw, Barr & Stroud e Blackburne. Motocicletta presentata nel 1923 a Milano, costruita da Miro Bottarlini. Utilizza un motore Bradshaw di 350 cc, con distribuzione a valvole in testa, cambio Sturmey Archer a tre velocità, forcella anteriore a doppi bracci, con molle verticali e sospensione posteriore con molle a balestra. Oltre ai Bradshaw, utilizza anche motori della Barr & Stroud e della Blackburne, sempre di 350 cc. Nel 1926, la Comfort con motore Bradshaw ha telaio in culla e molleggio posteriore con forcellone oscillante, controllato da una molla a balestra. Anche la sospensione anteriore è formata da una forcella a doppi bracci, con molle a balestra.

CONTI

1926-32

Dopo aver rilevato la quota del socio (De Stefani) nel 1926, Vittorio Conti, continua nel costruire motociclette con nuovi modelli. Utilizza un motore Della Ferrera a due tempi di 125 cc, a cilindro sdoppiato, alesaggio (mm 36) e corsa (mm 60), potenza massima 3 HP, cambio in blocco a due velocità con rapporti sempre in presa, velocità massima 70-75 km/h. Con lo stesso motore costruisce, nel 1927 una motoleggera tipo Balloon, nel 1928 altra motoleggera tipo Baby (per signore ed ecclesiastici), e nel 1928 una motoleggera tipo Touring sidecar, con il carrozzino a destra, nel 1929, ancora una motoleggera KSS Super Sport, sempre con il collaudato motore Della Ferrera a due tempi di 125 cc ma a doppio scarico, nel 1930 la nuova motoleggera 175 Sport con motore Jap a quattro tempi, monocilindrico di 175 cc a valvole laterali. Nel 1931 viene presentata la motoleggera Saetta Azzurra, in due versioni, Turismo ed Extra Lusso con motore Della Ferrera a quattro tempi di 175 cc a valvole in testa, accensione a magnete Bosch (nella versione turismo) ed a spinterogeno Bosch (nella versione lusso), carburatore Gurtner automatico, forcella tipo Druid con molla centrale, cambio in blocco a tre velocità, freni ad espansione su entrambe le ruote, trasmissione a catena, velocità oltre 90 km/h. Tutti i modelli vengono mantenuti in produzione fino al 1932 con migliorie, freni ad espansione su entrambe le ruote su tutti i tipi. Nello stesso anno la Casa Conti chiude i battenti.

Motocicletta 175 del 1925

COPPI
1958-60
Casa che nel 1958 produce due ciclomotori con motore a due tempi di 48 cc.
COSTRUZIONE
MECCANICHE
G.VIVIANI
1952
Piccola Casa che, nel 1952, produce lo scooterino Cicala, con motore a due tempi di 49 cc, ruote alte e carenatura completa.
COZZO
1954-55
Produsse una motocicletta presentata a Milano dal tecnico Cozzo. tempi di 174 cc, a cilindro orizzontale, albero a camme in testa comandato a catena e cambio n blocco a quattro velocità. Non risulta essere mai stata prodotta in serie e se ne perde traccia negli anni successivi.
CRT
1925-29
Motocicletta italiana costruita nel 1925 dalla Casin & Romin di Treviso. Il motore è un Blackburne a quattro tempi di 175, 250 o 350 cc, nelle versioni Turismo a valvole laterali e Sport a valvole in testa. La forcella anteriore è della Druid e il cambio separato Burman.

 

 

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