POPOLARI Bianco accusa, Pinto lascia tutte le spine della Margherita

Finito il congresso romano, il Ppi dovrà ora andare a Parma fra due settimane per la nascita del partito unico della Margherita. La Campania terrà prima una sua assemblea regionale, il 18 marzo, nella quale dovrebbe essere sancita la nomina di Ciriaco De Mita a coordinatore regionale. Quanto ai coordinatori provinciali, oltre che su Avellino il Ppi dovrebbe puntare anche su Caserta con Pietro Squeglia e su Salerno con Tino Iannuzzi, che può subire al massimo l' insidia dell' ex mastelliano Roberto Manzione. Napoli andrebbe così al Democratico Giuseppe Gambale, mentre per la struttura cittadina del capoluogo si fanno due ipotesi: l' attuale segretario ppi Ugo De Flaviis o il deputato Salvatore Piccolo. Ma intanto il Ppi reduce dal congresso di Roma dovrà gestire anche la spina del fianco della dissidenza che non si è accontentata del documento approvato domenica e dell' uso del termine «sospensione» al posto di «scioglimento». Nelle parole di Gerardo Bianco permane tutto lo scetticismo possibile: «Al momento del voto me ne sono andato, non mi piacciono i suicidi». Bianco farà parte della assemblea dei 58 rappresentanti che curerà gli interessi dei popolari perché «per dirla all' inglese, right or wrong is my country. Però troverò le forme e i modi per continuare la tradizione popolare». Si parla di una fondazione e forse di una associazione che potrebbe annettersi tutti gli attuali tesserati. C' è però chi ha già sbattuto la porta. L' ex ministro Michele Pinto si è tirato fuori dal gruppo dei 58: «Non credo né alle motivazioni né alle modalità della deliberata confluenza del Ppi nella Margherita». Pinto approfitta dell' occasione per ricordare «il comportamento indegno e inqualificabile riservatomi in occasione della formulazione delle candidature parlamentari da alcuni esponenti del Ppi della mia provincia e dal segretario regionale». Arrivederci a tutti e buona fortuna con De Mita, dunque. D' altronde nel salernitano non tira aria buona. «Temo una fuga verso il biancofiore confida Antonio Manzo, vicesindaco di Eboli E sento in giro una battuta: Se De Mita ha dato la tessera Dc a Rutelli, quelle date a noi per trent' anni cos' erano?» Incertezza anche nel casertano. Il consigliere regionale Giuseppe Sagliocco ha mille dubbi: «A volte sembra che certe cose vengano un po' imposte, senza riscontro col territorio». Sagliocco non ha neanche rinunciato ancora alla ipotesi di una candidatura di solo centro alle comunali di Caserta. D' altro canto anche l' uomo che tutti, De Mita in testa, vorrebbero alla guida del centrosinistra casertano, Sandro De Franciscis, non è mai stato un patito della Margherita. E anche in Irpinia per i prossimi giorni sono annunciate iniziative sia di De Mita che di Nicola Mancino per spiegare il progetto. Intanto un altro popolare, il vicepresidente della Regione Antonio Valiante, è rimasto intrappolato ieri nella ennesima bagarre del consiglio regionale. Come al solito mancava l' accordo sulle nomine in ufficio di presidenza. È toccato a lui chiedere di passare oltre. Centrodestra e Sdi, che da tempo chiede strada per il suo Gennaro Mucciolo, sono insorti. Risultato: nuovo blocco totale dell' attività del Consiglio.

ROBERTO FUCCILLO