Brian May e New Horizons: il chitarrista dà una mano per studiare Plutone [VIDEO]

Brian May nel 2005
Brian May nel 2005 WikiCommons-CC BY-SA 3.0/Thomas Steffan

"Vorrei presentarvi uno dei collaboratori del nostro team scientifico, che è arrivato dall'Europa per aiutarci un po' a lavorare con i dati. Qualcuno di voi potrebbe conoscerlo". È in questo modo che Alan Stern, il responsabile scientifico della missione di New Horizons, ha presentato l'astrofisico britannico Brian May durante la conferenza stampa nella quale sono stati presentati dati ed immagini inviati da Plutone dalla sonda della NASA. No, non si tratta di un caso di omonimia: il Brian May in questione è proprio il chitarrista dei Queen.

Sono in molti, anche tra gli stessi fan del gruppo inglese, a non sapere che Brian May (che compirà 68 anni il 19 luglio) non è soltanto uno dei più significativi chitarristi della storia, ma è anche uno scienziato di alto livello che negli anni '70 ha pubblicato due importanti studi di astrofisica, prima di mettersi a girare il mondo con i Queen. Non per niente il suo account Twitter è @ DrBrianMay.

"Sono una di quelle persone in Europa che sta seguendo ogni vostra mossa sul computer e in televisione, nei nostri uffici e nelle nostre stanze da letto", ha spiegato May, che si trovava tra il pubblico della conferenza stampa. "Che straordinario risultato: avete ispirato il mondo. Grazie".

Negli anni '70 May ha ottenuto una laurea in matematica e fisica presso l'Imperial College di Londra. Il crescente successo ottenuto con i Queen lo obbligò a mettere da parte gli studi, non prima di aver posto la propria firma su due ricerche: MgI Emission in the Night Sky Spectrum, (1972, Nature) e An Investigation of the Motion of Zodiacal Dust Particles, (1973, Monthly Notices of the Royal Astronomical Society).

Nel 2006, quando i suoi impegni musicali hanno cominciato a lasciargli il tempo per lo studio, l'autore di We Will Rock You e Show Must Go On ha nuovamente iniziato il percorso per il dottorato presso l'Imperial College, riuscendo a discutere la propria tesi in meno di un anno. Anche per i suoi successi accademici, il suo nome è stato assegnato all'asteroide 52665 Brianmay, scoperto nel 1998.

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