Canada, l'agonia degli orsi polari

FOTOREPORTAGE Le sconvolgenti immagini degli orsi di Churchill, nella Baia di Hudson, costretti a mangiare alghe, cani, persino i propri simili, per sopravvivere

testo e fotografie di Luca Bracali

 
Canada, l'agonia degli orsi polari
 

Alle ore 12.00 del 9 novembre 2015 a Churchill, cittadina canadese che si affaccia sulla Baia di Hudson, il termometro segnava una minima di -20 °C. Oggi, a un anno di distanza, il termometro segna +3 C°.

Potrebbe essere un caso, ma non lo è: l'analisi delle temperature degli ultimi otto anni svela che dal 2009 non c'è mai stata una stagione in cui la colonnina di mercurio sia salita così in alto.

La migrazione degli orsi polari a Churchill avviene ogni anno proprio nei mesi di ottobre e novembre, quando il ghiaccio marino si riforma nella Baia di Hudson.

Ma ora i cambiamenti climatici hanno ridotto il periodo di congelamento della Baia, che costituisce una piattaforma naturale di caccia alla foca. La presenza degli orsi è diminuita del 22% circa negli ultimi 30 anni.
 
La popolazione mondiale degli orsi polari ad oggi si attesta attorno ai 26.000 individui, di cui il 60% circa distribuito in Canada e lungo i suoi estesi confini, fra Alaska e Groenlandia.

Si stima che a Churchill ce ne siano dai 900 ai 1.200. Ma il periodo di formazione del ghiaccio marino si sta riducendo di 10 giorni ogni 10 anni, e secondo i ricercatori gli orsi polari sono già in declino. Le previsioni più pessimistiche li danno già per scomparsi nel 2050.

Nonostante l’orso polare sia fondamentalmente un carnivoro, vista la costante riduzione del ghiaccio nella Baia di Hudson è costretto per sopravvivere a cambiare la sua dieta, nutrendosi sempre più spesso nei mesi autunnali di bacche e soprattutto di alghe.

A Churchill nell’ultimo periodo sono stati attaccati e uccisi anche due cani Canadian Eskimo, una delle razze canine più forti e resistenti al mondo.

Sono sempre più frequenti anche i casi di cannibalismo dei cuccioli da parte dei maschi adulti, le lotte fra maschi e la ricerca di cibo sia nelle auto parcheggiate sia vicino alle abitazioni di Churchill.

Per questa ragione un servizio di "allarme orso" è sempre attivo e gli uomini del Wild Conservation Management in casi particolari narcotizzano gli orsi e li portano in "prigione" dove resteranno per un periodo minimo di 30 giorni prima di essere rimessi in libertà in un’area dell’Artide a circa 70 chilometri da Churchill.

In questa foto: Mamma orsa e cucciolo ripresi da un drone. Restano immobili per ore riposando ma grazie al loro olfatto straordinario (capace di fiutare una preda anche a 10 chilometri di distanza) e sono sempre all’erta per localizzare l’arrivo di orsi maschi, che rappresentano per loro un vero pericolo. (continua)

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