Cultura

Addio a Ettore Bernabei, papà della Rai del boom

Roma - E' morto all'età di 95 anni Ettore Bernabei, storico direttore generale della Rai dal 1961 al 1974. Bernabei si è all'Argentaio, dove era in vacanza con la famiglia. Nato a Firenze il 16 maggio 1921 Bernabei era un cattolico praticante, padre di 8 figli, aveva dedicato la vita al giornalismo, la sua prima e grande passione. Direttore de Il Popolo (organo della Dc) nel 1956, direttore generale della Rai dal 1961 al 1974, era stato a capo di Italstat e da ultimo produttore tv con la Lux Vide. Era molto vicino al Vaticano, tra i suoi libri "L'uomo di fiducia".

I funerali si terranno martedì alle 11 a Roma, nella chiesa di Sant'Eugenio. "Saranno la festa per il suo passaggio in cielo", ha commentato Luca, uno degli otto figli.

Per Matteo Renzi, "Bernabei è stato qualcosa di più di un manager di Stato, avendo vissuto in prima persona alcune pagine di grande rilievo anche della politica estera del nostro Paese. E personalmente mi resta impressa nel pensiero la sua grande passione per l'Italia e per il suo futuro che ancora qualche settimana fa mi confermava in un lungo colloquio a Palazzo Chigi ricco di aneddoti e di buoni consigli". Per il premier "scompare una delle figure più significative dell'Italia del dopoguerra. Un fiorentino vero, appartenente in tutto e per tutto alla grande stagione della Firenze cattolica del secondo Novecento, legato culturalmente e spiritualmente prima ancora che politicamente a La Pira e Fanfani".

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha definito Bernabei "una grande figura di giornalista e intellettuale". "Fu protagonista", ha ricordato il Capo dello Stato, "della costruzione di una radiotelevisione pubblica, sempre rispettosa del suo pubblico e impegnata con ambizione ad accompagnare lo sviluppo del Paese. Nelle sue successive esperienze Bernabei seppe portare le sue convinzioni circa il ruolo degli intellettuali nella società: televisioni e nuovi media come veicoli di formazione di libere opinioni e testimoni di valori positivi. Ai familiari rivolgo l'espressione della più affettuosa solidarietà."

Bernabei si era laureato in Lettere moderne all'Università di Firenze. Iniziò l'attività giornalistica nel 1946. Dal 1951 al 1956 è direttore del "Giornale del Mattino", quotidiano fiorentino d'ispirazione cristiana. Vicino all'allora segretario della Dc Aminore Fanfani, nel 1956 è chiamato a Roma a dirigere Il Popolo, organo di stampa della Democrazia Cristiana.
Dal 1961 al 1974 fu il grande direttore generale della RAI, allora unica emittente televisiva e radiofonica in Italia, cui assegnò la missione di educare la nazione. In quegli anni la RAI produsse e trasmise programmi come Tv7 e sceneggiati tratti da grandi opere letterarie come l'Odissea, i romanzi di Tolstoj, di Alessandro Manzoni, di Archibald Cronin. Furono realizzate serie tv come: Gli Atti degli Apostoli per la regia di Roberto Rossellini; il Mosè; Gesù di Nazareth diretti da Franco Zeffirelli.
Nel 1974 - dopo aver lasciato la direzione generale della RAI - Bernabei inizia la sua 'seconda' vita da manager: è chiamato a dirigere l'Italstat, una finanziaria a partecipazione statale specializzata nella progettazione e costruzione di grandi infrastrutture ed opere di ingegneria civile. In quell'anno Italstat aveva un capitale sociale di 100 miliardi di lire ed un fatturato annuo di 450 miliardi di lire. Quando, nel 1991, Bernabei ne lascia la presidenza, l'Italstat aveva un capitale sociale di 1.500 miliardi di lire ed un fatturato annuo di 6 mila miliardi di lire. 
Nel 1992 fonda a Roma la società di produzione televisiva Lux Vide, che si propone di produrre programmi di fiction televisiva, destinati all'ascolto di famiglie. Tra l'altro ha realizzato, in coproduzione europea, programmi sceneggiati trasmessi da network in Italia, Germania, Francia e Stati Uniti. Il progetto più impegnativo realizzato dalla Lux è Le storie della Bibbia, la serie televisiva di ventuno film tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento, trasmessi dalla RAI in Italia, e in altri 143 paesi grazie alla collaborazione del produttore tunisino Tarak Ben Ammar che ha consentito le riprese nel suo Paese. I suoi novant'anni sono stati celebrati con una sua lectio magistralis presso la Pontificia Università Lateranense il 16 maggio 2011.  (AGI) 


14 agosto 2016 ©