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La Grotta dello Smeraldo
Un "unicum" è la grotta di smeraldo annidata nella silente e solenne baia di Conca, in una piega dell'orlo costiero. E' stata ritrovata nel 1932 da un pescatore che in seguito, fino alla sua morte, ha indossato una fascia che lo glorificava con la scritta: "scopritore della grotta".
Gli si deve chiaramente tanto: per convenire su questo, basta entrare nella grotta nel momento in cui, con il sole alto e il mare calmo, si creano delle incisioni di luce, con riflessi e barbagli che colorano tutto l'ambiente interno e le conferiscono quel fascino unico, che ha già fatto invaghire molti turisti. Vi si può accedere dalla strada nazionale, con ascensore o scala, oppure dal mare.
Alla banchina d'ingresso, una zattera introduce nella spelonca che, come per incanto, si trasforma in un fantastico tempio verde, ricco di cariatidi, figure, cortine e bassorilievi: opera dei millenni e dell'acqua stillante dalle volte. Ma ciò che più sorprende, è il veder sorgere dal mare numerose e robuste strutture stalagmitiche.
Queste, logicamente, non avrebbero potuto formarsi se la grotta non fosse stata un tempo all'asciutto e non potrebbero trovarsi ora nell'acqua se, per il fenomeno di bradisismo, il suolo non si fosse abbassato portando intatta nel mare la parte inferiore della caverna. L'interesse per la Grotta di Smeraldo è cresciuto da quando, nel 1956, i sub hanno adagiato sul fondale un presepio di ceramica bianca.