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Emergenza 112, un sos ogni 45 secondi. Pizzicati i disturbatori seriali

Primo bilancio del servizio unico dell’emergenza: debutto a Pordenone e Trieste. Già localizzati i numeri dei falsi allarmi. Scaricabile l’app per l’opzione “chiamata muta”

UDINE. Il Numero unico dell’emergenza debutta con una chiamata ogni 90 secondi. Una media destinata a salire già oggi, martedì 4 aprile, con l’allargamento del servizio anche alle province di Pordenone e Trieste – dopo l’avvio di mercoledì di Udine e Gorizia – che farà diventare il Friuli Venezia Giulia la seconda regione in Italia, dopo la Lombardia, a essere approdata al nuovo 112. La prima che affianca anche la centrale unica del 118.

I report del primo giorno di attività non erano attendibili poiché sono state moltissime le chiamate di prova da parte degli operatori telefonici. Ogni compagnia telefonica ha dovuto effettuare uno switch, ovvero lo scambio di linea servito a fare convergere tutte le chiamate dirette a 118, 115, 113 e vecchio 112, al nuovo servizio che ha base nella sede della Protezione civile di Palmanova.

Medesimo copione che si ripeterà anche per l’unificazione del servizio in regione. Diversa la questione già il secondo giorno e i successivi, con una media delle chiamate che si è attestata di poco sotto al migliaio nell’arco delle 24 ore. Giovedì – secondo giorno di servizio, ma la statistica è riferibile anche alle ore successive – le chiamate sono state esattamente 960 in 24 ore, vale a dire una chiamata ogni 90 secondi.

Con una punta di 80 chiamate in un’ora dalle 11 alle 12: una richiesta di aiuto ogni 45 secondi. Nel 50 per cento dei casi si è trattato di emergenze sanitarie, il vecchio 118 per intenderci. Le percentuali delle chiamate verso carabinieri, polizia e vigili del fuoco sono equamente ripartite nel restante 50 per cento. Fondamentale l’effetto filtro del 112 che evita di intasare le centrali operative con richieste non congrue.

Rispettata la media già evidenziata in passato del 25 per cento di chiamate improprie nell’ambito della sanità e addirittura la metà di tutte le altre. E sono già stati pizzicati diversi disturbatori seriali.

Nonostante gli operatori del Nue conoscano nome e cognome dei “burloni”, in questa fase si è deciso di non procedere con la denuncia di rito, ma ci si è limitati soltanto a segnalare internamente l’utenza. Insomma, dopo il travaglio della partenza del numero unico ora il direttore del servizio, Guglielmo Galasso, tira un sospiro di sollievo: «Siamo partiti ed è andato tutto bene. Le prove in più che, nostro malgrado, abbiamo fatto nei giorni di stop forzato – ha detto Galasso – sono servite e tutto è filato liscio, senza complicazioni».

Oggi è in calendario il passaggio al Nue anche delle province di Pordenone e Trieste. In questo caso Galasso professa tranquillità: «Di sicuro non andremo incontro ai problemi registrati al debutto. Si tratterà di affrontare una mole di chiamate importante, ma gli operatori sono stati ampiamente formati per farlo. Questo che stiamo tenendo a battesimo è un cambiamento epocale nel settore dell’emergenza».

Da oggi sarà a disposizione anche la “App 112”, scaricabile gratuitamente dagli store degli smartphone: con un solo clic si potrà fare la chiamata di emergenza e fornire la propria posizione esatta, calcolata dal gps del telefonino. C’è anche l’opzione “chiamata muta”, quando per esempio ci sono i ladri in casa e non si può parlare, in quel caso l’operatore invia direttamente una pattuglia in ricognizione.

Si è iniziato a parlare di Nue in Friuli Venezia Giulia con il protocollo sottoscritto il 31 maggio fra la presidente Debora Serracchiani e l’allora ministro dell’Interno Angelino Alfano. In un primo tempo l’attivazione era stata messa a calendario entro l’anno. Ma era una dead line meramente tecnica.

Alla fine

il servizio è stato attivato da zero in meno di dieci mesi. Arco di tempo servito a reclutare e addestrare i 29 operatori attivi a Palmanova, ma anche per predisporre una infrastruttura informatica e telefonica utile a identificare e localizzare chi chiama.

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