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Storia

La nascita ed i primi anni

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L'Atalanta viene fondata nel 1907 e riconosciuta dalla F.I.G.C. sette anni dopo. Il primo campionato disputato dai bergamaschi è quello della stagione 1914/15, in Promozione. Dopo una permanenza di 3 anni nel campionato lombardo, nel 1922/23 la formazione bergamasca vince il campionato di Seconda Divisione venendo promossa in Prima. Inizia un ciclo di cinque stagioni nel campionato di prima divisione; nel 1927/28 i nerazzurri vincono anche il campionato di Prima Divisione, venendo ammessi così, nel 1928/29, al campionato nazionale, dove concludono al quattordicesimo posto finale del girone A. Con la riforma dei campionati e l'avvento del girone unico (1929/30), i bergamaschi vengono ammessi alla serie B.

LA PRIMA PROMOZIONE IN SERIE A. SOLO DODICI MESI IN MASSIMA DIVISIONE

Dopo sette stagioni consecutive in serie B, in cui il miglior piazzamento era stato un quarto posto nel 1931/32, all'ottavo tentativo l' Atalanta viene promossa in serie A per la prima volta nel 1936/37, arrivando seconda nel torneo vinto dal Livorno. La certezza aritmetica della promozione giunge il 9 maggio 1937 quando gli orobici pareggiano 2-2 a Venezia al penultimo turno. Allenatore della promozione è Ottavio Barbieri, la coppia-gol stagionale è formata da Savio e Cominelli, autori di ben 21 reti in due. Il debutto nella massima serie è datato 12 settembre 1937, un pareggio per 0-0 a casa del blasonato Genoa. Sempre in questi anni l' Atalanta debutta ufficialmente in coppa Italia: la prima gara risale al 7 novembre 1935, una sconfitta per 2-0 in casa dal Viareggio.

Il più lungo ciclo in serie A: quindici stagioni consecutive

A partire dalla stagione 1940/41, l'Atalanta inizia un ciclo consecutivo di 15 campionati in massima serie, quello che resta ancor oggi il più lungo della storia nerazzurra. La promozione in serie A nella stagione 1939/40 arriva alla penultima giornata, 9 giugno 1940, con un pareggio per 1-1 a Lodi contro il Fanfulla: allenatore della seconda promozione è Ivo Fiorentini, il trascinatore Gaddoni, autore di 25 gol in 31 partite giocate. Dopo alcuni anni di assestamento in serie A, la sospensione dell'attività per motivi bellici e la disputa del campionato misto A/B del 1945/46, l' Atalanta centra quello che ancora oggi resta il suo miglior piazzamento in massima divisione, un quinto posto nella stagione 1947/48, con 44 punti finali. Sempre nel 1948 arrivano le prime convocazioni di giocatori atalantini in nazionale A: Giuseppe Casari e Giacomo Mari, il cui esordio avviene a Brentford, nel corso delle Olimpiadi di Londra, il 2 agosto 1948, nel match Italia-Stati Uniti 9-0. Da ricordare, sempre in questo periodo, le marcature multiple di Hans Jeppson e Paul Aage Rasmussen, entrambi autori di un poker in singola gara del campionato di serie A, il primo contro la Triestina nella stagione 1951/52, il secondo sempre contro i giuliani nella stagione 1952/53. Gli anni ‘50 vedono tra i protagonisti anche Adriano Bassetto, che per anni resterà il bomber all-time dell' Atalanta targata serie A: 57 reti realizzate in 125 presenze tra il 1953/54 ed il 1956/57.

Un altro ciclo di 11 anni in A; la vittoria in coppa Italia

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La serie A torna a Bergamo a partire dalla stagione 1959/60, campionato in cui abbandona Stefano Angeleri, fedelissimo atalantino nella massima serie, con 285 presenze iniziate a partire dal 1949/50.

A partire dalla stagione 1959/60, campionato in cui abbandona Stefano Angeleri, fedelissimo atalantino nella massima serie, con 285 presenze iniziate a partire dal 1949/50, si apre un nuovo lungo ciclo in serie A, 10 stagioni consecutive, in cui spicca la stagione 1962/63, quella in cui l' Atalanta si aggiudica l' unico titolo di rilievo finora vinto a livello di prima squadra: la coppa Italia, alzata allo stadio di Milano la sera del 2 giugno 1963, dopo aver sconfitto in finale 3-1 il Torino grazie ad una tripletta di Domenghini, ancora oggi uno dei quattro giocatori ad aver segnato un tris nella finale di coppa Italia, impresa riuscita prima di lui ad Amadei (Roma) e Lushta (Juventus), successivamente a Giannini (Roma). Allenatore del successo nerazzurro è Paolo Tabanelli. Prima di approdare alla finale i nerazzurri avevano eliminato, nell' ordine, Como (4-2 dopo i tempi supplementari), Catania (2-1), Padova (2-0) e Bari (1-0).

Il 4 settembre 1963 i nerazzurri debuttano nelle tradizionali coppe europee battendo, in coppa delle Coppe, lo Sporting Lisbona per 2-0, grazie alle reti di Calvanese e Domenghini. In precedenza, nel 1958/59, con la Coppa dell'Amicizia c'era stato l' esordio dei nerazzurri in un torneo ufficiale internazionale: la gara era stata disputata il 14 giugno 1959, Le Havre-Atalanta 2-3. Sempre negli anni ‘60 si ricorda la finale raggiunta in coppa delle Alpi contro la Juventus: la gara venne persa dai nerazzurri per 2-3 il 29 giugno 1963, a Ginevra. Del 1969 la prima grande vittoria nel settore giovanile: i piccoli nerazzurri portano a casa il torneo di Viareggio, battendo in finale il Napoli per 2-0 con doppietta di Novellini.

Anni ‘70 fra A e B

A cavallo degli anni '70-'80 è la più lunga permanenza dell'Atalanta in serie B, i nerazzurri giocheranno tra i cadetti per quattro stagioni prima di festeggiare, al termine della stagione 1976/77, una nuova promozione. Si rende necessario un triangolare di spareggi, che vide i nerazzurri di Titta Rota impegnati contro Cagliari (vittoria per 2-1 a Genova, ultima gara da giocatore nerazzurro per l'attuale presidente Antonio Percassi) e Pescara (pareggio per 0-0 a Bologna). Nel 1980/81 l'Atalanta vive il momento peggiore della sua storia, con la retrocessione – addirittura - in serie C-1.

La rinascita nerazzurra e la finale di coppa Italia 1986/87

Gli anni ‘80 segnano la risalita della china in casa orobica: la serie C-1 dura solo dodici mesi (Ottavio Bianchi è il nocchiero del ritorno in cadetteria), due stagioni di serie B ed è di nuovo serie A, con la promozione al termine della stagione 1983/84: la certezza aritmetica del ritorno nel calcio che conta avviene il 27 maggio 1984, alla terz'ultima giornata, con un successo interno per 3-1 sul Varese. Artefice del ritorno in serie A è il toscano Nedo Sonetti, sotto la cui guida l' Atalanta resta nell' elite calcistica per tre anni consecutivi. Al termine della stagione 1986/87, dopo una sconfitta per 0-1 a Firenze all'ultima giornata (17 maggio 1987) l'Atalanta retrocede in serie B ma approda  per la seconda volta nella sua storia alla finalissima di Coppa Italia: il titolo lo vince il Napoli (3-0 al San Paolo il 7 giugno 1987, 1-0 a Bergamo il 13 giugno 1987 le due affermazioni partenopee nella doppia finale), ma essendo la squadra campana già laureatasi campione d' Italia, toccò ai nerazzurri rappresentare l' Italia nell'edizione 1987/88 della Coppa delle Coppe.

1987/88: la stagione d' oro dell'Atalanta

La stagione 1987/88 è, forse, la più ricca di soddisfazioni nella storia dell' Atalanta: la formazione guidata da Emiliano Mondonico torna subito in serie A, grazie al quarto posto finale nel torneo cadetto (conquista aritmetica della promozione il 19 giugno 1988, Atalanta-Messina 1-0, ultima giornata), ma è soprattutto protagonista in Europa dove, a sorpresa, giunge addirittura in semifinale di coppa delle Coppe: è la squadra belga del Malines, con un doppio 2-1, ad infrangere il sogno europeo dei bergamaschi, che in precedenza avevano eliminato i gallesi del Merthyr (sconfitta esterna all'andata per 1-2 e successo casalingo nel ritorno per 2-0), i greci dell' Ofi Creta (sconfitta esterna all'andata per 0-1, successo casalingo nel ritorno per 2-0) ed i portoghesi dello Sporting Lisbona (vittoria interna all'andata per 2-0, pareggio esterno nel ritorno per 1-1).

I primi anni ‘90: le qualificazioni Uefa e la terza finale di coppa Italia

Il ritorno in serie A vede subito i nerazzurri conquistare due piazzamenti consecutivi utili per la zona Uefa. Nel 1989/90 l' avventura internazionale si esaurisce al primo turno per mano dei sovietici dello Spartak Mosca, ben piu' ricca di sorprese positive è la coppa Uefa edizione 1990/91, dove solo lo scontro fratricida contro l' Inter sbarra ai bergamaschi la strada delle semifinali: in precedenza l'Atalanta aveva eliminato blasonati club continentali, dalla Dinamo Zagabria al Fenerbahce fino addirittura al Colonia.

Dai successi europei alle difficoltà interne: nel 1993/94 i nerazzurri retrocedono in serie B.

Anche questa volta la cadetteria dura appena lo spazio di dodici mesi; l'Atalanta riconquista la serie A il 11 giugno 1995 grazie al successo nello scontro diretto contro la Salernitana, 2-1 a Bergamo.  I nerazzurri disputano ancora tre stagioni in serie A, con le soddisfazioni della stagione 1995/96, in cui arriva la terza finale di coppa Italia, persa dalla Fiorentina (0-1 a Firenze all'andata il 2 maggio 1996, 0-2 in casa nel ritorno a Bergamo il 18 maggio 1996) e del campionato 1996/97, che vede Filippo Inzaghi convocato in nazionale e laurearsi capocannoniere del campionato di serie A con 24 reti realizzate -primo giocatore nerazzurro a vincere la classifica marcatori nel massimo campionato italiano-.

Iniziano nei primi anni ‘90 i grandi successi a ripetizione del settore giovanile nerazzurro, che nel 1992/93, sotto la guida tecnica di Cesare Prandelli – oggi C.T. della nazionale - vince il campionato "primavera" ed il torneo di Viareggio.

L' era-Vavassori: continuano le vittorie dei giovani; i grandi tra A e B

Dopo due stagioni fra i cadetti, 1998/99 e 1999/00, l' Atalanta è tornata in serie A sotto la guida tecnica di Giovanni Vavassori, vecchia gloria del calcio bergamasco, che nel 1997/98 alla guida della squadra "primavera" aveva vinto il secondo scudetto di categoria nella storia del sodalizio bergamasco. La certezza aritmetica arriva solo all'ultima giornata, 11 giugno 2000, con il pari interno per 1-1 contro il Cesena. Vavassori aveva saputo costruire una formazione composta da un mix di esperienza e di giovani. La stagione 2000/01 è coincisa con una tra le più brillanti dei nerazzurri in massima divisione: il settimo posto finale non ha reso alla fine merito ad una squadra che per larghi tratti del campionato ha giocato forse il miglior calcio del torneo e che per qualche settimana, in avvio di stagione, era stata anche in testa al campionato.

Nel 2001/02 ancora una buona stagione, con un percorso inverso: inizio in sordina e girone di ritorno da protagonista. In ciascuna di queste due stagioni, con Vavassori in panchina, l' Atalanta ha vinto in entrambi i casi 6 gare esterne, eguagliando un vecchio record del 1961/62, quello dei successi esterni in un singolo campionato di serie A nerazzurro. Tra le tante soddisfazioni di questo periodo anche il ritorno di un giocatore atalantino in nazionale, Cristiano Doni, convocato per i Mondiali di Korea e Giappone.

L'Atalanta in questi anni si ètolta inoltre tante soddisfazioni con i successi del settore giovanile, che oltre a sfornare grandi campioni, ha vinto un titolo dopo l'altro: nelle stagioni 1999/00, 2000/01 e 2002/03 la squadra nerazzurra ha regolarmente alzato la coppa Italia "Primavera".

Dal 2003 al 2005 è saliscendi

Nella storia atalantina sono cinque le volte in cui il viaggio andata-ritorno dalla A alla B è durato lo spazio di dodici mesi: era già successo nei tornei cadetti vinti nelle stagioni 1958/59, 1970/71, 1987/88 e 1994/95, così anche il quello 2003/2004. Se l'Atalanta si è rivelata una specialista nel tornare in serie A nel giro di dodici mesi dalla precedente retrocessione, altrettanto brava era sempre stata nel salvarsi al suo primo anno da neo-promossa in serie A. Solo la prima volta assoluta, stagione 1937/38, i nerazzurri erano tornati in B appena dodici mesi dalla precedente promozione, un record purtroppo eguagliato nel 2004/05. Confermato Andrea Mandorlini e l'ossatura della squadra vittoriosa in serie B, l' Atalanta ha iniziato nel peggiore dei modi la stagione in serie A, dovendo essere costretta all'esonero del tecnico in dicembre e vincendo la sua prima partita stagionale appena nel giorno dell' Epifania 2005, 1-0 sulla Fiorentina. L'avvento di Delio Rossi ha operato comunque una specie di miracolo: sotto la sua gestione, complice anche l'intervento della società nel mercato di riparazione, i bergamaschi sono rimasti in lotta per la salvezza fino alla fine del torneo, alzando bandiera bianca solo alla penultima giornata.

Il ritorno in A a passo di record. I cicli Colantuono e Delneri

L'Atalanta torna in serie A a passo di record. L'inizio della stagione 2005/06 è difficile, tuttavia, a fine girone di andata, i nerazzurri di Stefano Colantuono sono quarti con 38 punti, di cui ben 30 in casa ed appena 8 fuori, a –4 dal primo posto del Mantova, a –2 dal secondo del Catania. Il girone di ritorno è una cavalcata trionfale: l'Atalanta mette insieme la bellezza di 43 punti, con un bilancio di 12 vittorie, 7 pareggi e soltanto 2 sconfitte, di cui una all'ultima giornata contro il Modena, a giochi fatti. La promozione aritmetica arriva la sera del 6 maggio, vincendo 2-1 a Catanzaro, con 3 giornate di campionato ancora da disputare. L'Atalanta inanella una serie di primati: 24 vittorie in un solo campionato, 81 punti, 18 giocatori a segno, 11 reti segnati da panchinari, +24 nel rapporto risultati primi/secondi tempi, ottenendo l'undicesima promozione in serie A: mai nessuno ne aveva –fino ad allora- collezionate tante. Colantuono viene confermato anche per la stagione successiva,  la serie A è affrontata con grande serenità e la salvezza arriva con largo anticipo, nonostante ben 13 rigori fischiati a danno dei nerazzurri. L'Atalanta chiuse la sua stagione all'8° posto.

Colantuono saluta ed inizia un altro ciclo tecnico biennale, affidato alle sapienti mani di Luigi Delneri: la sua Atalanta centra altre due tranquille salvezze, mostrando bel gioco e togliendosi importanti soddisfazioni; nel 2007/08 i nerazzurri chiudono noni alla pari del Genoa, Nel 2008/09 l'Atalanta chiude all' undicesimo posto, con un'altra salvezza senza affanni.

Annata decisamente da dimenticare quella 2009-2010 per l'Atalanta che retrocede tra i cadetti dopo ben tre avvicendamenti sulla panchina nerazzurra: a Gregucci subentra Conte che poi lascia la guida della squadra a Mutti.

Dodicesima promozione in A: Atalanta-record

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Stefano Colantuono ritorna all'Atalanta, gli viene chiesto di riportare la squadra in serie A. E la "provinciale" più nobile del calcio italiano centra l'obiettivo. La squadra conferma sul campo i favori del pronostico e si laurea campione d'inverno con 42 punti, alla pari della sorpresa Novara. Il ritorno serve ai nerazzurri a "controllare" il vantaggio sulla terza poltrona ed a fine stagione l'Atalanta taglia il traguardo al primo posto con 79 punti finali. E' la dodicesima promozione in serie A della storia nerazzurra, squadra record nel calcio italiano. La promessa è mantenuta, l'Atalanta è tornata a casa.