Veneto, 3 novembre 2017 - 13:07

Balasso: «La mia pillola
per ridere sui nostri tic»

L’attore rodigino con il nuovo «Delusionist» da sabato al Goldoni di Venezia

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Marta Dalla Via e Natalino Balasso
Marta Dalla Via e Natalino Balasso

Continua il suo percorso attraverso vizi, difetti, paranoie della società contemporanea, Natalino Balasso, e lo fa non con l’aria da predicatore, ostentata da certi guru della sociologia, ma con la consapevolezza che ciascuno di noi è immerso nelle pastoie di una quotidianità che rischia di travolgerci. Nasce su queste basi il nuovo spettacolo Delusionist, scritto e interpretato dall’attore rodigino e da Marta Dalla Via e presentato in prima nazionale sabato 4 alle 20.30 e domenica 5 alle 16 al Teatro Goldoni di Venezia. Prossime tappe in provincia di Venezia, a Camponogara il 7, a Portogruaro l’8, a Mirano il 9, e poi a Vicenza il 10 e l’11. «No stand up comedy», in cui si ride per non ridere, è il sottotitolo di questa nuova pièce comica e irriverente.

Che cosa ci propone questa volta, Balasso? «Una serie di domande e di considerazioni anche scomode, che valgono, io credo, per ciascuno di noi. Se ci guardiamo intorno vediamo una massa di persone che corrono all’impazzata per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. E per farlo siamo disposti a rinunciare anche al sonno e dunque ai sogni».

Qual è il rimedio? «Una pillola miracolosa, Delusionist appunto, grazie alla quale possiamo stare svegli per un’intera settimana 24 ore al giorno. Il farmaco ha dunque il magico potere di farci rimanere sempre accesi e connessi col mondo circostante, aumenta il nostro rendimento. Ma siamo sicuri che questo sia vivere?»

Così ci propone la storia di una pillola. «È una storia che essendo stata scritta a quattro mani con Marta Dalla Via si presta a piani diversi di lettura, e al tempo stesso è la storia di due personaggi, di due attori, di due persone come tante altre».

Qual è la trama? «Vito Cosmaj, capo di una piccola azienda farmaceutica in difficoltà, ha ideato la “sette ventiquattro” e ora con la sua segretaria è alla ricerca di un’idea per pubblicizzare il prodotto. I nostri due personaggi entrano in azione, per preparare lo spot promozionale e si confrontano con una galleria di tipi umani esilaranti e bizzarri, tutti presi in un vortice paranoico».

Lei mette il dito su una piaga diffusa…«La fantomatica pillola è la proiezione surreale dell’impasticcamento di massa che va dai psicofarmaci agli stupefacenti. La performance è la parola d’ordine di questi nostri tempi convulsi, la nostra chimera da cui rimarremo delusi».

La pièce parla anche di altre esasperazioni comportamentali? «Quella di voler essere sempre sotto gli occhi di tutti e di trasformare la nostra vita in rappresentazione. Sembra quasi che cerchiamo nella visione che gli altri hanno di noi la certificazione della nostra esistenza. Sa cosa le dico? Ci vogliono quattro sane risate per riportarci alla realtà».

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