Gli Amici del Sos Colonganos di Austis vi danno il benvenuto.
AUGUSTIS S.ANTONI IN S'IERRU
E in su fogorone
ballant Sos Colonganos,
cun urteddos in manos
de bardaneris.
Brincant che gherrieris cun
fustes e furcones,
cun peddes de
matzones craba e isbirru.
Dalla poesia " Augustis S.Antoni in s'ierru" di Bonaventura Licheri.
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ecco «sos colonganos»
AUSTIS.'In su fogarone...ballan sos colonganos". Una piccola frase tratta da una poesia del gesuita Bonaventura Licheri, attivo nel comprensorio medio barbaricino tra la metà e la fine del 1700 è stata la base per far rivivere agli austesi la storia del loro carnevale. Una semplice frase, portata all'attenzione di alcuni amici di Austis, da Nicola Loi, componente del coro di Neoneli, ha scatenato una ricerca storica durata tre anni, col supporto di fonti locali, di qualche altro scritto e l'autorevole studio di Dolores Turchi. E cosi sos colonganos e s'urtzu hanno ballato nuovamente attorno al fuoco di Sant'Antonio in un evento che ha coinvolto tutto il paese, il mondo della cultura e i mass media. «Per noi - spiegano Bobore Fadda e Giuseppe Marroccu noto Peppe, - presidente e vice presidente dell'associazione Colonganos - è stato motivo di grande soddisfazione vedere la maschera dei nostri avi riprendere vita dopo questo periodo di ricerche. Oltre la poesia di Licheri, segnalataci dall'amico Nicola Loi, abbiamo trovato altre tracce negli scritti del canonico Raimondo Bonu, che ha citato sos Colonganos. Attraverso la ricerca storica con i nostri anziani abbiamo poi completato l'opera. Ma non avremo ottenuto molto senza il prezioso lavoro di Dolores Turchi che ha ricostruito la ritualità del culto carnevalesco». Rispetto alle altre maschere, sos colonganos rappresentano una forma molto arcaica del rito dionisiaco. L'abito è fatto con pelli di pecora nera e il viso è coperto maschera in sughero. Sulle spalle viene portata una serie di ossa animali che, in alcuni casi arriva a pesare diciotto chili. Il passo è animalesco, rituale. È stata presentata ufficialmente in un convegno domenica scorsa, al quale hanno partecipato, oltre la professoressa Turchi, anche l'antropologo Bachisio Bandinu, ricercatori e storici di tradizioni popolari sarde. Molto entusiasta il sindaco di Austis Lucia Chessa Gallisai la quale ha dato «atto al lavoro che è stato svolto dall'associazione sos Colonganos della quale condividiamo l'iniziativa. Pensiamo che sia un arricchimento per questa comunità sotto tutti gli aspetti. Abbiamo fattori di sviluppo importanti come ad esempio le tradizioni popolari e quindi le maschere. Ogni lavoro che recupera questa parte di identità merita il massimo sostegno ed attenzione».
Giovanni Melis 18 gennaio 2007
Fonte La Nuova Sardegna.