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Cronaca | martedì 20 novembre 2018, 19:25

L'autopsia toglie ogni dubbio: Roxana Karin Zenteno è morta soffocata da un cuscino

Sul corpo della donna non vi sono segni di aggressione e dall’autopsia è stata esclusa l’ipotesi di strangolamento o strozzamento. Secondo una prima ipotesi la donna potrebbe essere stata colta di sorpresa e non sarebbe riuscita a difendersi

L'autopsia toglie ogni dubbio: Roxana Karin Zenteno è morta soffocata da un cuscino

È morta per soffocamento posta in essere con un oggetto morbido. L’autopsia effettuata oggi dal medico legale Marco Canepa conferma la ricostruzione effettuata dagli inquirenti e poi confermata dallo stesso omicida.

Il dramma si è consumato sabato mattina a Boissano quando Marco Buscaglia, 47enne lavoratore Piaggio ha probabilmente colto di sorpresa la moglie Roxana Karin Zenteno di origini peruviane e residente in Italia ormai da 14 anni.

Sul corpo della donna non vi sono segni di aggressione e dall’autopsia è stata esclusa l’ipotesi di strangolamento o strozzamento.

Roxana Karin potrebbe essere stata colta di sorpresa ed immobilizzata, secondo una prima ricostruzione non ci sarebbero segni evidenti di un tentativo di difesa da parte della donna e la morte sarebbe sopraggiunta nel giro di poco proprio per la mancanza di aria.

Marco Buscaglia dopo aver ucciso la moglie si è allontanato dal corpo della moglie e avrebbe tentato di rassicurare i figli (entrambi minori) dicendo loro di non andare a disturbare la mamma addormentata.

Lontano dagli occhi dei bambini ha cercato poi di togliersi la vita tagliandosi le vene. Soccorso è stato dapprima trasportato in ospedale per le cure del caso ed oggi condotto in carcere a Sanremo ancora in cura per le ferite che si è inferto.

Durante l'interrogatorio davanti al pm Massimiliano Bolla, l'uomo, accusato di omicidio volontario, ha ammesso ogni addebito ed in prima ipotesi il movente sarebbe da ricercare in una depressione connessa ad una crisi in ambito familiare, derivante anche dalla recente scomparsa dei propri genitori e dalla insoddisfazione della propria posizione d’impiego.

Mara Cacace

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