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La reazione: «Sono fiducioso, era mio dovere intervenire»

Eluana, indagato il ministro Sacconi
per violenza privata. «Atto dovuto»

La decisione dopo la denuncia dei Radicali. «Il fascicolo sarà inviato al Tribunale dei ministri»

Il ministro Sacconi (LaPresse)
Il ministro Sacconi (LaPresse)
ROMA - Maurizio Sacconi indagato dalla Procura di Roma per il caso di Eluana Englaro. Ma la decisione, spiegano i magistrati, è un «atto dovuto» dopo la denuncia presentata dai Radicali. Al fine di inviare gli atti al competente tribunale dei ministri, spiegano fonti giudiziarie, il ministro è stato iscritto nel registro degli indagati nell'ambito della vicenda della donna in stato vegetativo da oltre 16 anni e al centro di una battaglia legale condotta dal padre, Beppino, per ottenere che sia lasciata morire.

LA DENUNCIA - I Radicali hanno sporto denuncia nei confronti di Sacconi per violenza privata ai sanitari della casa di cura "Città di Udine" che doveva accogliere la donna e che ha rinunciato dopo l'intervento del ministro stesso. Dopo aver vinto la sua battaglia legale in ogni grado di giudizio, Englaro ha subìto la netta opposizione del ministro del Welfare. Tanto che la casa di cura "Città di Udine" è stata costretta a fare un passo indietro e ritirare la propria disponibilità per l'attuazione della sentenza che autorizza la sospensione del trattamento di alimentazione artificiale. «Gli approfondimenti condotti portano a ritenere probabile che, nel caso si desse attuazione all'ospitalità della signora Englaro per il protocollo previsto, il ministro potrebbe assumere provvedimenti che - per quanto di validità temporanea proprio in virtù delle specifiche pertinenze delle Istituzioni - metterebbero a repentaglio l'operatività della struttura, e quindi il posto di lavoro di più di 300 persone, oltre che di quelli delle società controllate, ed i servizi complessivamente erogati alla comunità», ha detto la clinica in una nota.

LA RISPOSTA - Dopo la mossa della procura di Roma, arriva la risposta di Sacconi: «Non ho compiuto atti 'violenti' verso alcun erogatore sanitario, per cui attendo fiducioso la rapida conclusione di questa iniziativa giudiziaria, per la quale l'intento dei querelanti appare, esso sì, intimidatorio. «Di fronte all'ennesimo tentativo di conferire dimensione penale alla legittima azione politico-amministrativa, segno della non risolta anomalia italiana - rileva Sacconi in una nota - ribadisco la mia serenità in quanto ho assunto con scienza e coscienza l'atto di indirizzo rivolto all'intero Servizio sanitario nazionale». «Ho ritenuto mio dovere farlo - prosegue il ministro - perchè Ponzio Pilato non fu certo un esempio di buon governo. Ho preso peraltro a fondamento della mia determinazione atti quali il parere del Comitato nazionale di bioetica e la Convenzione dell'Onu sui disabili, il cui disegno di ratifica è all'esame del Parlamento».


17 gennaio 2009

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