Nel 2018, i due fondatori e azionisti di Dolce & Gabbana, dopo la maxi cedola da 70 milioni di cui avevano beneficiato tra il 2016 e il 2017, sono rimasti a secco di dividendi, almeno per ora. Lo si evince chiaramente dal bilancio civilistico della società collocata al vertice del gruppo del lusso, D&G srl, che si è chiuso al 31 marzo del 2018 con un mini utile da poco più di 139 mila euro. Il dato si confronta con il risultato decisamente più positivo di 56,7 milioni realizzato nell’esercizio 2016-2017. Il fatto è che tali utili – come già anticipato da Business Insider Italia – erano stati destinati a riserva straordinaria, dopo che i due azionisti paritetici, Domenico Dolce e Stefano Gabbana, tra il 2016 e il 2017, avevano deciso di assegnarsi un dividendo da 35 milioni a testa.

Sfilata Dolce & Gabbana, settimana della moda di Milano, giugno 2018 – Stefano Gabbana, Naomi Campbell, Monica Bellucci, Domenico Dolce e Marpessa Hennink – Andreas Rentz/Getty Images

E ora, dal bilancio al 31 marzo 2018, non risulta né che i soci riuniti il 26 luglio scorso in assemblea per l’approvazione dei conti abbiano deciso di staccarsi una cedola, né che ci sia stato alcun prelievo da riserve societarie nel corso dell’esercizio (come invece era avvenuto l’anno prima). Così, i due azionisti e fondatori hanno stabilito di destinare pure il mini utile da poco più di 139 mila euro a riserva straordinaria. Mentre il totale delle riserve (esclusa quella legale), al 31 marzo – quindi senza ancora tenere conto della decisione dell’assemblea dei soci di fine luglio – ammontava a poco più di 81 milioni. Comunque, non è detto che gli azionisti, da aprile in poi, non abbiano deciso o non decidano di distribuirsi un dividendo straordinario.

 

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Oltre all’utile civilistico, il bilancio di D&G srl fornisce anche il dato sui profitti consolidati e, in generale, sull’andamento del gruppo Dolce & Gabbana al 31 marzo 2018. Ebbene, l’utile netto consolidato è sceso a 60,5 milioni rispetto agli 80 dell’anno prima, mentre i ricavi delle vendite si sono mantenuti tutto sommato stabili a 1,29 miliardi (1,297 nel 2016-2017). Il fatturato di gruppo è suddiviso in attività retail (al dettaglio), in crescita del 7,1%; attività industriali e altri ricavi, in flessione del 6,5%; licenze, in crescita del 9% a 66,7 milioni.

Dolce & Gabbana show, Bar Martini, settimana della moda di Milano, settembre 2017 – Stefano Gabbana e Domenico Dolce – Andreas Rentz/Getty Images

Il margine operativo lordo, sempre a livello consolidato, si è invece attestato a 156,26 milioni rispetto ai quasi 169 milioni al 31 marzo 2017, mentre il risultato operativo è ammontato a 72,65 milioni, in lieve crescita dai 71,94 milioni dell’anno prima per effetto di minori accantonamenti e ammortamenti. Ciononostante, l’utile al lordo delle tasse è calato sensibilmente a 61,19 milioni dai 126,79 milioni dell’anno prima, a causa di non meglio precisati “oneri diversi” dall’area accessoria che vanno a confrontarsi con i proventi da oltre 62 milioni generati nel 2016-2017.

La D&G srl, a sua volta, controlla l’80% (la restante parte del capitale è in mano a componenti della famiglia Dolce) della Dolce & Gabbana holding, la finanziaria cui fanno capo le società operative del gruppo, che ha chiuso l’esercizio 2017-2018 con un maxi utile pari a 148,16 milioni rispetto ai poco più di 9mila euro dell’anno prima. Merito principalmente dei 120 milioni di dividendi arrivati dalla controllata proprietaria dei marchi, Dolce & Gabbana Trademarks srl, ma anche dei 30 milioni di cedole staccate dalla Dolce & Gabbana srl, società di abbigliamento e accessori che rappresenta il “cuore” del gruppo.

Anche in questo caso, l’assemblea dei soci del 26 luglio scorso ha deciso di destinare gli oltre 148 milioni di utili realizzati dalla Dolce & Gabbana holding a riserva straordinaria. C’è sempre tempo per “portarli su” nella D&G e poi, eventualmente, distribuirli ai due azionisti.