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I Premi 2018

Ai tre vincitori è stato consegnato un premio di 5.000 euro e il Trofeo Aquila ITAS, realizzato quest’anno per la prima volta dall’artista genovese Corrado Zeni.

"Le aquile sono da sempre considerate animali maestosi e quasi magici, in senso figurato questa espressione latina indica che chi è in una posizione alta, autorevole, non si cura di confrontarsi con piccoli obiettivi. La scelta di utilizzare per le mie sculture materiali poveri e naturali quali ferro, legno e pietre è metaforicamente funzionale al concetto di natura e di trasformazione, e si riallaccia in parte all'esperienza dell’arte povera al cui proposito Celant affermava che si manifesta «nel ridurre ai minimi termini, nell’impoverire i segni, per ridurli ai loro archetipi»"

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I Premi 2017

Ai tre vincitori è stato consegnato un premio di 5.000 euro e il Trofeo Aquila ITAS, realizzato dall’artista Albino Rossi. 

"Pur frequentando spesso la montagna, non capita di frequente di imbattersi nella visione di un volo di aquile. Col tempo ho anche capito che non ci sono regole, tempi o modalità definibili per incontrarle. Quasi sempre arrivano in perlustrazione all’improvviso senza far capire da dove arrivano, e dove sono dirette, si fanno notare subito per la splendida eleganza. Mi viene naturale parlarne al plurale, le ho sempre viste in coppia o più coppie e quello che mi affascina è la loro saggezza, il senso di libertà e la lungimiranza che traspare dalle loro azioni".

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I Premi 2015

Ai tre vincitori è stato consegnato un premio di 5.000 euro e il Trofeo Aquila ITAS, realizzato quest’anno per la prima volta dall’artista toscana Daniela Giovannetti.

Daniela Giovannetti è nata a Lucca nel 1953. Si è diplomata all'Accademia di belle Arti di Firenze, ha insegnato presso il Liceo Artistico di Lucca fino al 1994. Professionista dotata di una maestria tecnica assoluta, con rara sensibilità spazia nei diversi campi artistici, dalla grafica al restauro, dal trompe d'oeil alla pittura ad olio su svariati supporti come la tavola, il rame, la lavagna ed il marmo.  Il fascino discreto della sua arte risiede nella convivenza di livelli ispirativi differenti - dal riflesso delle più intime esperienze ai più elevati temi dell'esistenza umana - che coesistono nella purezza di un'immagine plasmata dalla luce e nella luce. La cura assoluta che la pittrice dedica nel dar vita ai suoi quadri, attraverso la paziente stesura del colore ad olio mediante velature, non è solo il frutto aulico di un'arte sapiente che guarda alla lezione dei grandi maestri, ma è anche, e soprattutto, l'espressione di una profonda necessità interiore di rappresentare le "cose" per quello che sono, afferrandone, in tal modo, la natura e l'essenza più segreta.  Della sua pittura si sono occupati, tra gli altri, Maria Grazia Bajoni, Rossana Bossaglia, Antonella Capitanio, Claudio Caserta, Chiara Cinelli, Gian Maria Erbesato, Gianni Faustini, Paolo Levi, Marco Palamidessi.  

I libri sono conoscenza, condizione vera per capire e saper vedere.

La mia scelta di usarli per costruire le montagne ha un significato ben preciso: penetrarne la sostanza concreta e visiva che può essere in un dipinto. Nell'affrontare il soggetto di questo dipinto dal titolo "La montagna d'inverno" ho potuto svolgere i temi a me più cari e nello stesso tempo condividerli con il soggetto ITAS: la natura nella sua bellezza assoluta, la forza della cultura nei libri e la figura dell'aquila, simbolo di libertà e potenza.

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www.danielagiovannetti.it


I Premi 2013

Ai vincitori delle due sezioni un premio di 5.000 euro e il Trofeo Aquila ITAS, una preziosa formella in rame e smalto, opera dell'artista trentino Paolo Tait.

A Paolo Tait, ITAS ha chiesto di comunicare e di interpretare i valori della sua bicentenaria presenza sul territorio: mutualità, indipendenza, flessibilità, vicinanza e forza. «L’aquila caratterizza il nostro marchio da tempo - sottolinea il presidente del gruppo ITAS Giovanni Di Benedetto - ed è lo stemma della Regione Trentino-Alto Adige, il territorio dove ITAS è nata. È parso naturale, dunque, commissionare all'artista Paolo Tait un'opera il cui soggetto proponesse un'aquila in volo: alta, lungimirante e protettiva».
Un incontro, quello tra ITAS e Paolo Tait, nato soprattutto grazie ad una monografia dell’artista dedicata al tema del bestiario e frutto di 12 anni di ricerche avviate nel 1992 e conclusesi all'incirca nel 2003, tutte dedicate agli animali. Di qui l’idea di chiedere a Tait di realizzare il nuovo e prezioso emblema del premio. Dopo la realizzazione di alcune serigrafie numerate intitolate "Volo alto" nelle quali il soggetto è l'aquila, elegante animale simbolo del gruppo assicurativo e della terra trentina, altri studi ed elaborazioni hanno infine portato all’opera finale. «L'aquila che ne risulta al centro della raffigurazione – racconta Paolo Tait - è la mediazione tra il mio approccio attento a sottolineare la rapacità dell'animale (una rapacità intesa come istante del volo, come metonimia dell'atto stesso del volare) e la volontà, invece, del Gruppo ITAS di puntare soprattutto all’armonia e ai significati del volo di questo animale, dando un taglio molto figurativo per rendere l'opera più diretta e fruibile possibile. Il risultato ottenuto manifesta a tutti gli effetti ciò che per me rappresenta l'aquila, ovvero la libertà del volo che si alza al di sopra delle meschinità umane». 

Alla precisione quasi didascalica della descrizione dell'aquila si abbina però la scelta del supporto e della tecnica artistica che vede l'uso dello smalto su rame, al fine di rendere unico e imprevedibile il risultato finale di ognuna delle tre formelle quadrate, da 50 cm per 50 cm, riservate ai vincitori: l'azione del fuoco nella fase di fusione dello smalto, infatti, aggiunge imprevedibilità e unicità all’opera finita. Una tecnica che in qualche modo ricorda l'agire dell'aquila, fatto di gesti sicuri ma anche imprevedibili, e della sua metafora palesata attraverso una tecnica che come dichiara Paolo Tait: «somma l’azione artistica meditata e controllata alla ricerca del conscio e dell’inconscio, di quello che si conosce e di quello che si deve ancora manifestare». 

L'esecuzione dell'AQUILA ITAS si concretizza in una tecnica mista. Sopra una lastra quadrata di rame, da 50 cm di lato e dallo spessore di 3 mm, che ha subito una pulizia assoluta della superficie attraverso il decapaggio, viene in prima istanza predisposto lo smalto della parte posteriore, al fine di bloccare la dilatazione del rame durante le infornate successive nella fase di fusione dello smalto sulla fronte della lastra. Il disegno della parte anteriore della formella, del resto, è il risultato di numerose stratificazioni di smalto distribuito lungo la superficie tramite l'ausilio di una serie di maschere.

Guarda le foto della realizzazione dell'opera: http://urlin.it/3a055