Carlo Pestelli

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Carlo Pestelli: Biografia

Vita

Carlo Pestelli vive e lavora a Torino. Si avvicina assai presto alla musica, imparando in casa a suonare il pianoforte, ma è la chitarra a far scattare la molla della passione che lo porterà a scrivere le prime canzoni. Dopo un liceo un po’ svogliato, s’iscrive a Lettere moderne e si laurea con Gian Luigi Beccaria in Storia della lingua italiana con una tesi su Tommaso Landolfi. Negli anni dell’università, i suoi interessi spaziano dal teatro alla canzone popolare, dal rock al cinema. A mettere un po’ di ordine nel suo caos di impulsi contribuiscono due incontri fondamentali: il primo con l’amico-maestro Fausto Amodei e il secondo con Giorgio Gaber. Ancora oggi nei concerti di Carlo si sentono, compresenti e imprescindibili, gli echi della doppia influenza esercitata dall’autore più autorevole del Cantacronache e dal grande artista del teatro- canzone.

La sua attività di cantautore si incentra fin da subito sul versante concertistico: tra il 1995 e il 2000, lo si trova spesso allo Spazio Zazie, al Ciccosimonetta o al Matatu di Milano, come all’Hiroshima mon amour e al Folk Club di Torino, al caffè La Madeleine di Genova come ai Giardini di Atrebil di Bari e ancora: al Vibes di Napoli, allo Spazio Musica di Pavia e in diversi locali della Sardegna, del Veneto e dell’Emilia.

Del 1996 la sua prima registrazione. Si tratta di una demo contenente quattro brani tra cui: Tarabas, ieri sera e Un po’ per Clelia e un po’ per celia, canzoni che conosceranno una buona diffusione nelle radio della sua città. Ma per l’album d’esordio, Zeus ti vede, bisogna aspettare il 2001. La canzone che dà il titolo al disco, prodotto assieme a Slep e Mario Congiu, è un ritmato collage di frasi e slogan copiati dai muri di Torino, città protagonista anche di altri pezzi, come l’umoristica Filomena.

Finalista tre volte (1998, 2003 e 2008) al premio città di Recanati e vincitore del Premio Sisme (edizione 2008) e del Giacosa (2014). Negli stessi anni si intensificano le collaborazioni: dal succitato Fausto Amodei (col quale suona in numerose occasioni dal 1994 al 2005 in Italia e all’estero) a Claudio Lolli, da Gianni Coscia a Giorgio Li Calzi, dai Cantovivo a Beppe e Filippo Gambetta. Alle sue canzoni si interessa anche Luciano Berio che, in qualità di direttore artistico della rassegna fiorentina Tempo reale, nel 1999 gli affiderà il concerto d’apertura della stagione concertistica.

Dal 2003 al 2005 interrompe la sua attività di musicista e si trasferisce a Granada, dove insegna italiano all’università e si dedica alla traduzione dallo spagnolo. Tra i titoli spicca Foglie al vento, dell’argentino Rolo Diez. Tornato a Torino, conclude il dottorato in italianistica e musica alcune poesie di Pier Mario Giovannone, tratte dal libro L’infinità decrescente, ed. Nero su bianco, Cuneo, 2005.

Nel 2007 la Fondazione del Libro gli affida un ciclo di spettacoli sul ’900 attraverso le canzoni. I cinque spettacoli registrano quasi sempre il tutto esaurito presso il Piccolo Regio di Torino, dove Carlo dialoga e suona con artisti diversissimi: da Morgan agli amici del coro bajolese di Amerigo Vigliermo.

È in questa fase che l’influsso teatrale diventa un ingrediente fondamentale dei suoi concerti. Basandosi su di un’immediatezza falsata dalla ricerca del sottile punto di contatto tra vita naturale ed esistenza surreale, la sua capacità comunicativa si condensa in una miscela di canzoni e ballate umoristiche, alternate in un sapiente saliscendi d’atmosfera.

Nel maggio 2009 una piccola svolta discografica: presenta al Folk Club di Torino Un’ora d’aria (ed. block nota), lavoro a cui hanno collaborato il chitarrista Alex Gariazzo (noto chitarrista blues da anni impegnato al fianco di Fabio Treves) e alcuni jazzisti di fama internazionale come Gianni Coscia e Giorgio Li Calzi. Il disco rispecchia al meglio gli ascolti di Carlo (blues, flamenco, rock acustico) e le sue impressioni su una società fagocitatrice, senza slanci futuri.

Su questo disco, avvalorato in fase di produzione dai preziosi consigli del compianto Piero Milesi, si è così espresso il critico Franco Vassia: “La vena aurifera del cantautorato colto, precocemente inghiottita da un fiume carsico sul far degli '80, sembra riemergere verso una nuova e vivida luce. Un'ora d'aria di Carlo Pestelli non è soltanto ossigeno allo stato puro quanto una piattaforma analitica di cibo umorale per la mente deputata ad alimentare il pensiero e la riflessione”. Tra il 2009 e il 2011 si esibisce per alcuni festival di rilievo tra cui: Un paese a sei corde, Madame Guitare e per due anni consecutivi Mito-Settembre Musica (2009 e 2010), rispettivamente a Torino e a Milano. Nel 2011 la passione per il teatro lo porta a scrivere un testo ispirato agli scritti sportivi di Luciano Bianciardi. La pièce prende forma in Note di un centromediano metodista (produzione del teatro Stabile di Torino), dove Carlo dialoga con l’attore Riccardo Lombardo.

Nel 2012 l’Unione Musicale gli ha affidato la cura di due cicli di concerti per il Teatro Vittoria di Torino. Da uno di questi appuntamenti è scaturito il recente sodalizio con il chitarrista genovese Paolo Bonfanti. Tra le attività più recenti spiccano: alcuni concerti in Germania, la produzione di un EP di quattro brani, intitolato Da quando conosco te e la fondazione del gruppo country Ashville, di cui Carlo è cantante e chitarrista. Gli altri elementi del gruppo sono Marco Gentile, violino, Alex Gariazzo, chitarra e Robbo Bovolenta al mandolino. Attualmente è impegnato nella scrittura di uno spettacolo sulla grande guerra, di cui per ora si conoscono data, luogo del debutto e titolo: 26 maggio 2015, teatro Vittoria di Torino: Ma la va diretta al Piave.

Ultima modifica il 02-03-2015

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