Delitto della Lotus rossa, confermate le condanne

CAGLIARI.Condanna all'ergastolo per Massimiliano Farci, vent'anni di reclusione per il fratello minore Alessio accusati dell'omicidio della Lotus rossa. La corte di Cassazione non ha avuto dubbi nel giorni scorsi e ha confermato completamente la sentenza emessa un anno fa dalla corte d'Assise d'Appello per i due imputati, ritenuti responsabili di omicidio premeditato, occultamento di cadavere e altri reati minori, come la falsificazione della firma depositata presso il notaio al momento del passaggio di proprietà della potente macchina sportiva. Nel processo di secondo grado la conferma della condanna era stata sollecitata anche dal sostituto procuratore generale Maria Rosaria Marinelli, al termine di una dura requisitoria nella quale aveva evidenziato le responsabilità dei due imputatu. E ieri mattina i caarbinieri del comando provinciale hanno notificato ad Alessio Farci, 23 anni, di Assemini, colpevole di aver aiutato il fratello ad uccidere Roberto Baldussi, il provvedimento del giudice: dopo le formalità di rito, il giovane è stato accompagnato in carcere a Buoncammino per espiare la pena.
Roberto Baldussi, il giovane imprenditore ucciso, venne attirato in una trappola il 31 marzo 1999. E secondo l'accusa il suo corpo fu trasportato dai due fratelli Farci vicino ad una discarica dalle parti della pedemontana di Assemini, dove venne trovato semicarbonizzato alcuni giorni dopo.
Massimiliano Farci voleva impadronirsi della Lotus rossa che l'imprenditore cagliarirano aveva messo sul Baratto per la vendita. D'altra parte lo aveva detto a parecchie persone: «Prima o poi mi faccio una macchina importante». Ma gli mancavano i soldi, la trentina di milioni che Roberto Baldussi chiedeva nell'annuncio. Che fare? Rinunciare? Invece a quel punto Massimiliano Farci aveva ideato il piano per entrare in possesso della Lotus rossa. Inutili i tentativi di mettersi d'accordo. Cosi nella mente di Farci era scattata la molla dell'omicidio. Roberto Baldussi era stato attirato in una trappola e strangolato. A quel punto per rendere credibile il possesso della Lotus anche davanti ad un notaio Massimiliano si era be fatto aiutare dal fratello. Infine l'ultimo atto, il trasferimento del cadavere nella discarica di Assemini. I difensori di Massimiliano Farci hanno cercato di smontare la tesi sostenuta dall'accusa asserendo che Roberto Baldussi fu ucciso a conclusione di una lite. E alla fine avevano chiesto le attenutanti generiche.