Torna il Napoleone del Canova dopo il restyling è come nuovo

ÈARRIVATO alle 9 di mattina a bordo di un camion per i trasporti eccezionali e, con l' aiuto di una gru, tre muletti e dieci operai specializzati, è stato issato nelle sale della Pinacoteca di Brera. Il colosso in gesso raffigurante Napoleone in veste di Marte pacificatore, creato da Antonio Canova (1757-1822) tra il 1807e il 1808, era impacchettato in un cappottino impermeabile che, durante le delicate fasi di trasbordo, lo ha protetto dal maltempo fuori stagione. L' enorme scultura, gemella del Napoleone in bronzo che domina il cortile di Brera, è alta tre metri e pesa due tonnellate: verrà collocata su una pedana progettata per sopportare il peso, al centro della sala XIV. Ultimato con successo il restauro, durato nove mesi e costato circa 20.000 euro, realizzato a Firenze da Daniele Angellotto e diretto da Matteo Ceriana della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici, il gesso del Canova torna finalmente a casa, nel museo milanese, dopo infinite vicissitudini. La storia dell' opera è avventurosa e intricata. Tutto ha inizio nel 1802, quando lo scultore di Possagno venne convocato a Parigi da Napoleone, che desiderava commissionargli un' imponente statua celebrativa in marmo. Le cronache raccontano che il Canova, forse presentendo le sfortune che si sarebbero abbattute sul lavoro, partì malvolentieri per la Francia e accettò solo perché all' uomo più potente del mondo non si può dire di no. Nel 1806 la scultura in marmo era già pronta ma all' Imperatore e ai critici francesi quell' atletico e muscoloso corpo nudo non piacque. Nonostante l' insuccesso Canova decise di realizzare cinque calchi in gesso, da destinare alle Accademie italiane: la versione oggi a Milano, anche grazie al restauro, è quella meglio conservata. Il nostro esemplare venne prima spedito a Padova, diviso in otto pezzi e con le istruzioni per montarlo, come un mobile Ikea, però non venne mai pagato e rimase a lungo imballato in due casse. Fortunatamente intervenne il viceré Eugenio di Beauharnais, comprandolo per la Pinacoteca di Brera, dove fu esposto dal 1809 al 1814. Dopo la caduta di Napoleone la scultura venne nascosta negli scantinati dell' Accademia, che l' ha conservata fino al 2008. La travagliata storia ha un unico neo: sia il gesso che il bronzo sono privi della vittoria alata sorretta dalla mano destra dell' Imperatore, trafugata in entrambi i casi. I conservatori del museo sperano in una generosa donazione per eseguire i calchi dall' unico originale rimasto, che si trova presso la Apsley House di Londra. Il grande gesso, ora, è coperto da un telo e verrà svelato martedì 5 maggio, anniversario della morte di Napoleone. Per l' occasione verrà organizzata una grande festa: la Pinacoteca rimarrà aperta fino a mezzanotte. Nel cortile e nel loggiato si terranno concerti di musica classica e, all' interno, gli attori del Piccolo Teatro reciteranno le Conversazione tra Canova e Napoleone e, naturalmente, Il cinque maggio del Manzoni.

MICHELE TAVOLA